GIOVANNINI Attilio sdb"Cos'è la misericordia."

18 ottobre 2015 | 29a Domenica - Tempo Ordinario B | Appunti per la Lectio
Cos'è la misericordia.
* Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia.
Questo nostro mondo progredito e civile è devastato da grandi flagelli, che si chiamano: mafie, terrorismi, conflitti etnici, genocidi, corruzione, fame, schiavitù, droga, pedofilia, traffico d'organi...
Contro queste infernali sciagure il mondo mette in campo strategie politiche, legislazioni eccezionali, forze speciali, investimenti finanziari... tutto quello che può.

Con che risultati? Cosa abbiamo ottenuto in 100 anni di lotta?
Mafie e narcotraffico sono in perenne espansione; guerriglie e squadroni della morte rispuntano dappertutto; bombardamenti e campi profughi non fanno che aumentare; il disastro ecologico è sempre più grave...
È inutile, siamo sinceri, non ne usciremo mai. Almeno fino a quando non riconosciamo Dio (e quindi il peccato). Solo Dio e la sua misericordia ci può tirare fuori.
Ecco perché è urgente ritrovare questa misericordia. Ecco perché giustamente il papa ha indetto un anno della misericordia. È la sola chance. Se ci sta a cuore il mondo, dobbiamo tornare alla misericordia e farla ritrovare da tutti.
Dio è misericordia. Non è il papa a spiegarcelo, è Gesù stesso, che non ha fatto altro se non mostrarci amore incontenibile, donato per sovrabbondanza di bontà, di pietà, di compassione; amore viscerale come quello della madre, proteso a risollevare il caduto, guarire il ferito, ricolmare lo spogliato, perdonare l'errante...
Gesù è il volto della misericordia, è il volto del Padre.
Gesù ci ha rivelato che Dio è così potente da essere misericordioso. Come ci ha raccontato nelle parabole della misericordia, Dio è un padre ostinatamente in attesa del figlio per perdonarlo senza chiedergli nulla. Perché lui è sempre padre.
E poi questo Padre, dopo aver perdonato il figlio, lo fa partecipe della sua misericordia, lo rende misericordioso come lui, gli dona di pregare:
Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori.
E gli fa provare la sua beatitudine nel perdonare.
Il perdono - dice il papa - è la forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio di guardare al futuro con speranza.
Ecco, se abbiamo caro il mondo, come possiamo collaborare con Dio per salvarlo. Dopo tutto è nostro dovere di credenti, deriva dal nostro battesimo, che ci fa membra di Cristo e perciò compartecipi di lui e della sua missione d'amore.
Ma la misericordia è suscitata in noi dallo Spirito Santo. Esercitare la misericordia in nome di Cristo è faticoso. Non si fa senza i doni dello Spirito. Dobbiamo lasciare che lo Spirito svegli in noi i doni che ha depositato nel battesimo, e deposita via via che gli facciamo spazio.
Prima ancora lo Spirito ci infonde la fede. La fede è la virtù fondamentale: infatti dà la conoscenza della realtà soprannaturale e con questa la conoscenza del mistero della divina misericordia. Accende nel cuore umano il desiderio di possedere i beni eterni e risveglia la speranza, che con l'aiuto della grazia di Dio li possiamo raggiungere.
Più profonda è la conoscenza di Dio, più viva è la speranza e più piena è la fiducia nella sua misericordia.
La fiducia riposta nella bontà di Dio è tanto più forte quanto più è umile. La fiducia e l'umiltà in realtà sono inseparabili, perché‚ non può fidarsi di Dio un uomo superbo, che conta su di sé e costruisce la propria vita sui calcoli umani. Un uomo umile invece sa che tutto ciò che è buono in lui e intorno a lui deriva da Dio, e riconoscendo i propri limiti, la debolezza, la dipendenza della creatura dal Creatore, del figlio dal Padre celeste, confida nella sua sapienza, nella sua potenza e nel suo amore misericordioso.
Chiediamo allo Spirito questa fiducia e vedremo il mondo cambiare.

GIOVANNINI Attilio sdb

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