Luca Desserafino sdb "Dell'amore del Signore è piena la terra"

18 ottobre 2015 | 29a Domenica - Tempo Ordinario B | Omelia
 Dell'amore del Signore è piena la terra
Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù aveva annunziato per la terza volta ai
Dodici la sua prossima passione e morte, a cui avrebbe fatto seguito però la risurrezione. Così nel brano che precede immediatamente il Vangelo di oggi. Come reagiscono i disepoli? Nel modo più deludente. Non hanno capito nulla, non hanno afferrato la logica di umile servizio che le parole del Maestro esprimevano.
Manifestano invece una mentalità, un modo di pensare che è agli antipodi del suo.
Cio riguarda anzitutto i due fratelli, Giacomo e Giovanni, che - giocando di anticipo sugli altri - chiedono a Gesù di poter occupare i primi posti nel Regno di Dio. Ma della medesima malattia soffrono anche gli altri dieci. Gesù anzitutto cerca di corregere questi ultimi.
Senza mezzi termini bolla la loro richiesta come insensata, poi, chiede loro se sono disposti a condividere la sua passione e alla loro risposta affermativa ribatte che, sì, saranno asociati al suo destino doloroso, ma l'assegnare il posto richiesto non è di sua competenza; questo fa parte del disegno del Padre.
A questo punto segue un insegnamento per tutto il gruppo. Mentre esprime un giudizio pesante e senza attenuanti sul modo di governare e di esercitare il potere nella società dichiara: "Tra voi però non è così".
Qui, non si tratta soltanto di un'esortazione, qui Gesù afferma che nella sua comunità il modo di gestire i rapporti è totalmente diverso da quello praticato dalla società, anzi è alternativo ad esso. L'autorità nella Chiesa deve essere svuotata del carattere di dominio sugli altri. Non dev'essere assolutamente un duplicato di quella civile. Gesù non mortifica certo l'aspirazione naturale a primeggiare, a essere grandi, a essere qualcuno. Ne cambia però il contenuto.
La vera grandezza, il vero primato, che Lui ci indica, sta nell'amore che serve. Ogni ruolo di responsabilità è un servizio. La dimensione fondamentale di ogni scelta, di ogni atteggiamento, di ogni gesto è il servizio. "Chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore". Ciò significa ad esempio che, quando ricopro un qualsiasi posto di responsabilità sia grande sia piccolo, la prima domanda che devo pormi non è "Qual è il maggior vantaggio che posso ricavare per me da questa situazione?", ma piuttosto "Come poso amare di più? Come fare il maggior bene possibile alle persone che vivono con me e usufruiscono del mio servizio?"
Un modello di tale servizio non si trova nella società umana. Ma esiste, è Gesù stesso. Il "servizio" costtuisce e spiega tutta l'esistenza e attività di Gesù. Il dono totale di sé è l'espressione massima del servizio. E' impressionante l'equazione che Gesù stabilisce tra il "servire" e "dare la vita". Qualunque gesto, piccolo o grande, si compia in favore di qualcuno, qualunque cosa si dia agli altri, se non si dona la vita, se non si dona se stessi, non si può dichiarara che sia un "servizio" secondo lo stile di Gesù, secondo il Vangelo.
Ecco il progetto educativo che i discepoli di Gesù sono chiamati ad assimilare e attuare con impegno instancabile: fare della propria vita, anche nei minimi gesti, un dono d'amore per la felicità degli altri, fare felici più persone possibili. I l segreto è guardare a Gesù, e soprattutto a Gesù crocifisso, per apprendere l'arte di servire. Egli non è soltanto il modello, ma anche il fondamento e la sorgente di un'esistenza tutta dedita al servizio dell'amore.
Possiamo così comprende come nell'Eucaristia, che ricorda e rende presente il servizio supremo di Cristo, possiamo ritrovare ogni volta l'energia, la forza, la capacità di un'esistenza interamente donata.
"In tutto amare e servire", diceva S. Ignazio di Loyola. Ed è proprio questo il programma che ognuno di noi credenti è chiamato ad attuare in ogni ambito dell'esistere quotidiano. Il potere di cui parla il Vangelo è quello dell'amore. Gesù lo spiega non solo con le parole quando afferma "Chi vuole essere grande tra voi si farà vostro servitore", ma con la sua stessa vita. Dice di se stesso: "Non sono venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita in riscatto per molti". Così deve essere per ogni suo discepolo.
Luca Desserafino sdb

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