p. Alberto Maggi OSM"RABBUNI’ CHE IO VEDA DI NUOVO"

XXX TEMPO ORDINARIO – 25 ottobre 2015
RABBUNI’ CHE IO VEDA DI NUOVO - Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM
Mc 10, 46-52
CENTRO STUDI BIBLICI "G. VANNUCCI"
[In quel tempo], mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il
figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che
era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».

Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide,
abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!».
Chiamarono il cieco, dicendogli:
«Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da
Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che
io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e
lo seguiva lungo la strada.
Gesù ha rimproverato i suoi discepoli usando un’espressione tratta dal profeta Geremia, dove il Signore
dice: “Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite”.
Stiamo trattando il vangelo di Marco e l’evangelista presenta la questione di avere orecchie e non udire
con il terzo annuncio della passione. Nonostante Gesù avesse indicato chiaramente che a Gerusalemme
sarebbe stato ammazzato, due discepoli, Giacomo e Giovanni, gli chiedono i posti più importanti. Quindi
hanno le orecchie ma non ascoltano Gesù.
Nell’episodio che segue, siamo al capitolo 10 di Marco, dal versetto 46, viene illustrata la cecità di questi
discepoli. Vediamo l’evangelista.
E giunsero a Gerico .. Gerico è la prima città conquistata da Giosuè all’ingresso della terra promessa e
ora è diventata una terra di oppressione, dalla quale bisogna uscire.
Mentre partiva da Gerico … l’evangelista per indicare la partenza adopera un verbo tecnico che si
adopera nel libro dell’Esodo, quindi la terra promessa si è trasformata ormai in terra di schiavitù dalla
quale bisogna allontanarsi. Insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo. Ecco c’è
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uno strano personaggio che viene presentato prima con il termine greco “il figlio di Timeo”, e poi con
Bartimeo, che non è il nome del figlio di Timeo, ma bar-Timeo significa “il figlio di Timeo” in aramaico.
E’ strana questa doppia presentazione di un individuo il figlio di Timeo, Bartimeo. Timeo in greco
significa “onore”, potremmo quindi tradurre con l’ “onorato”. Perché questo? L’evangelista vuole
raffigurare attraverso questo individuo i due discepoli Giacomo e Giovanni, che non solo sono sordi, ma
sono anche ciechi.
Gesù, dopo il fallimento della sua predicazione nella sinagoga di Nazareth aveva detto: “Un profeta non
è disonorato se non nella sua patria”. Ebbene mentre Gesù è disonorato i suoi discepoli cercano l’onore.
Allora il figlio di Timeo, Bartimeo, viene ripetuto due volte perché l’evangelista vuole confermare che sta
trattando di Giacomo e Giovanni, che erano chiamati anche “i figli di Zebedeo”.
Che era cieco. Ecco la denuncia tratta dal profeta Geremia “Avete occhi e non vedete”. L’espressione
sedeva lungo la strada è apparsa già al capitolo 4 al versetto 15 nella parabola del seme gettato lungo la
strada, e arrivano gli uccelli, immagine del satana, del potere, che lo mangiano. Quindi incomprensione
del messaggio di Gesù.
A mendicare. Sentendo che era Gesù il Nazareno … Il Nazareno significa colui che proviene dalla regione
dei rivoluzionari, cominciò a gridare. Grida esattamente come il posseduto nella sinagoga: “Gesù figlio di
Davide, abbi pietà di me!” Ecco il motivo della sua cecità: non vede Gesù il figlio di Dio, colui che per
amore viene a dare vita al mondo, ma vede Gesù il figlio di Davide, colui che, attraverso la violenza, la
morte, la distruzione, conquistò il potere, inaugurò il regno di Israele.
Ecco il motivo della cecità. I discepoli accompagnano Gesù ma non lo seguono perché hanno nella loro
testa l’immagine di un messia trionfatore, appunto il figlio di Davide. Molti lo rimproveravano… sono i
veri seguitori di Gesù, che vogliono liberare questi discepoli da questa mentalità, perché tacesse, ma egli
gridava ancora più forte: “Figlio di Davide, abbi pietà di me!” E qui addirittura scompare il nome Gesù.
Figlio di Davide è colui che doveva restaurare la monarchia.
Gesù si fermò. Gesù non va verso il cielo, ma deve essere il cieco ad andare verso Gesù. Gesù si fermò e
dise: “Chiamatelo!” Il verbo chiamare appare per ben tre volte, il che nel linguaggio ebraico significa
“completamente”. Chiamare si chiama qualcuno che è lontano, sono questi discepoli che accompagnano
Gesù ma gli sono lontani, non lo seguono.
Chiamarono il cieco, dicendogli: “Coraggio! Alzati, ti chiama!” Egli, gettando via il suo mantello .. il
mantello nel linguaggio simbolico indica la persona, quindi gettare via il mantello significa rompere
finalmente con questa ideologia del figlio di Davide, è la sua conversione. Balzò in piedi e venne da Gesù.
Gesù non è andato dal cieco, è il cieco che deve andare da Gesù e, andando da Gesù, riacquista la vista.
Allora Gesù gli disse: “Che cosa vuoi che io faccia per te?” Per far comprendere che in questo episodio
l’evangelista sta narrando di Giacomo e Giovanni, in bocca a Gesù mette le stesse parole e la stessa
domanda che aveva rivolto ai due discepoli, “che cosa volete che io vi faccia”.
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Questa volta “che cosa vuoi che io faccia per te”. E il cieco gli rispose… finalmente non lo chiama più
figlio di Davide, ma Rabbunì, espressione che si adoperava nei confronti della divinità. “Rabbunì che io
veda di nuovo!” Non era sempre stato cieco, c’è stato evidentemente un periodo nella sua vita in cui
vedeva, poi ha perso la vista perché gli è stata tolta da una ideologia contraria al progetto di Dio
sull’umanità.
E Gesù gli disse: “Va’, la tua fede ti ha salvato”. Gesù non ha compiuto nessuna azione nei confronti del
cieco. E’ stato il cieco che ha abbandonato la sua vecchia posizione, si è convertito, ed è andato verso
Gesù. E subito vide di nuovo, quindi una volta ci vedeva, e finalmente, ecco il verbo tecnico della sequela
di Gesù, lo seguiva nella strada, la strada che porterà poi alla passione a Gerusalemme.

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