P. Ermanno Rossi O.P«Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua».

XXVIII Domenica Ordinaria – Anno B
(Mc 10, 17-30)
È il cap. 10 di Mc. L’evangelista sta parlando della sequela del Cristo. Egli cerca di applicarla a tre situazioni che per la comunità primitiva erano di grande
importanza: il matrimonio, la ricchezza e l'autorità. Il brano odierno riguarda le esigenze della sequela nella situazione della ricchezza. Il brano si apre e si chiude con la parola “strada”:
- «Mentre si metteva in strada, accorre uno» - è il giovane ricco.
Il brano termina così:
- «Erano intanto in strada per salire a Gerusalemme. Gesù li precedeva, ed essi stupivano: quelli poi che seguivano avevano paura» (10, 32).
La sezione è dominata, dunque, dall'immagine di Gesù che sale a Gerusalemme.
È una descrizione molto plastica della sequela: Gesù cammina davanti - coraggiosamente avviato verso la croce -, e i discepoli seguono timorosi e inquieti. È qui che Gesù annuncia per la terza volta la sua Passione; e ancora una volta i discepoli non comprendono: essi sognano, invece, la gloria dei primi posti.
Nell'episodio del giovane ricco è messa anzitutto in risalto la chiamata di Gesù; ma c'è un accenno al suo sguardo che colpisce: “Gesù fissatolo l'amò”. Chissà che cosa deve essere stato quello sguardo se - a distanza di tanti anni - restava ancora scolpito nella memoria dei discepoli!
Questa è la chiamata: un atto di amore intensissimo di Gesù. Purtroppo sappiamo che, questa volta, non è stato corrisposto.
Ci é il giovane ricco? È osservante della legge.
Ed ecco il punto sorprendente: la sequela è qualcosa di più del semplice adempimento della legge: sequela e giustizia non si identificano; anche il giusto - quindi non solo il peccatore -, ha un distacco da fare. Il giovane se n’andò via triste, perché aveva molti beni.
Ed ecco il contrasto: Levi, il pubblicano - quindi il peccatore - accetta l'invito; il giovane ricco - uomo giusto - lo rifiuta.
Rileggiamo, ora, il brano:
«Gesù fissatolo lo amò e gli disse: “Una sola cosa ti manca: va', vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni, prendi la croce e seguimi”».
Nella brevità di un semplice versetto possiamo scorgere tutti i tratti tipici della sequela:
- l'iniziativa di Cristo,
- l'urgenza,
- il distacco,
- il seguire.
Che cosa succede a questo punto?
«Ma egli fattosi triste a queste parole - scrive Marco -, se n’andò sconcertato, perché aveva molti beni». Quale perdita!
«Allora Gesù, guardando intorno, disse ai suoi discepoli: Quanto è difficile a quelli che hanno ricchezze entrare nel regno di Dio!…”.
Noi lo costatiamo ogni giorno: le ricchezze, spesso, induriscono il cuore e danno una sicurezza che non ha consistenza, perché con la morte tutto finisce!
Che cosa ci suggeriscono queste parole?
Tutti noi siamo dei chiamati. Paolo dice che noi siamo stati scelti e predestinati fin dall'eternità nel Cristo. In Lui il Padre ci ha santificato e glorificato. Sta a noi adesso accettare e far nostro questo invito. Non basta la giustizia che abbiamo acquisito a tutt'oggi. La parola di Dio ci chiama a fare continui passi avanti nella santità. Dobbiamo, dunque, lasciarci interpellare profondamente dalle parole di Gesù.
Ricordiamo le caratteristiche della sequela:
- l'iniziativa di Cristo. Egli continua a chiamarci, ed è nell'oggi che occorre rispondere.
- Il distacco, almeno affettivo, dalle ricchezze. Ricordiamo che esse non sono nostro esclusivo patrimonio; devono servire anche ai fratelli che sono nella necessità.
- Infine il seguire, e cioè ascoltare la Parola e viverla.
Se vogliamo riassumere il tutto in una sola breve frase possiamo ricordare quanto in altro contesto dice Gesù:
«Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua».

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