Don Paolo Zamengo SDB, "Stare alla porta del cuore e attendere Dio"

1a Domenica di Avvento - Anno C- FRAMMENTO
Stare alla porta del cuore e attendere Dio   Luca 21,25-28,34-36
Avvento significa venire accanto, venire vicino, farsi vicino, attendere. Avvento è il tempo in cui tutto si fa più vicino: Dio all'uomo, gli altri a me e io al mio cuore. È sempre tempo d'Avvento, allora. È sempre tempo di accorciare distanze, di stringere spazi, di conquistare vicinanze, di
costruire intimità
Dio ha guardato il mondo e lo ha visto lontano. E invece di sdegnarsi, lui stesso si incarica della distanza, lui si incarica di fare tutti i passi. Dio ha guardato l'uomo e l'ha visto lontano. E invece di condannaci, si pone in cammino per cercarci e ricucire la lontananza. Il Signore guarda me e mi vede lontano.  Mi trova con il cuore appesantito e distante e allora lui si mette in cammino,  viene a cercarmi, si fa più vicino, sempre più vicino. Lui è l'unico che parla al cuore.
Quando avverrà tutto questo? Quando? Gesù non risponde al quando, ma ci insegna il come. Ci insegna come dobbiamo attenderlo, come dobbiamo prepararci all’incontro con lui.   Il quando è adesso. Il momento è ora. Il cristiano non evade dalla storia, vive il tempo. Il cristiano abita qui e ora, accoglie il presente, anzi cammina in mezzo alle ferite mondo, medicandone le piaghe e curandone i germogli.  E tra i germogli c’è anche il germe divino, quel piccolo Dio che vuole fiorire in ognuno di noi.
Attesa e attenzione sono le due parole tipiche dell'Avvento. Attesa di Dio,  di Colui-che-viene. Che nome spettacolare ha Dio: Colui che viene cioè  Colui che è eternamente in cammino verso di me.
Una madre sa cosa significa attendere. La nostra è come l’attesa di una madre. L’avvento è il tempo della gravidanza. È il tempo più sacro della vita, il più creatore, il più felice.  Attendere, infinito del verbo amare.
Tutte le creature attendono, anche il grano attende, e le pietre e la notte, tutta la creazione attende un Dio che viene, che ha sempre da nascere, che vuole sempre nascere. Stiamo attenti che i nostri cuori non si appesantiscano. Viviamo con attenzione, perché la più grave malattia infettiva dell’epoca moderna è la superficialità.
Vivere attenti al cuore, prima di tutto, perché il cuore è la casa della vita, è la porta di Dio. L'incarnazione non è finita, accade continuamente. Accade adesso. Dio nasce perché io nasca. L'uomo non è mai nato del tutto, e deve affrontare la fatica di generarsi di nuovo, o sperare di essere generato di nuovo. La speranza è fame di nascere finalmente, di nascere del tutto, di portare a compimento ciò che custodiamo in noi.
Verrà e già viene: nei piccoli gesti dei cuori puri, nella luce intima di chi indica la via, in una delicatezza inaspettata. Dio viene attraverso le persone che amo e che ho accanto, come talenti, come tesori. Gli altri, il prossimo sono il suo linguaggio,  sono il linguaggio di Dio, la mano dei suoi doni. Ogni carne è intrisa di Dio. Tutto attorno a me è marchiato di Dio.

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