fra Damiano Angelucci"SERVIRE È AMARE SENZA MEZZE MISURE"

Commento al Vangelo della XXXII Dom TO anno B; 8 novembre 2015
COMMENTO
A grandi poteri devono corrispondere grandi responsabilità. Chi erano questi scribi così duramente apostrofati da Gesù? Essi
erano gli interpreti ufficiali della legge di Mosè, i conoscitori più accreditati delle sacre scritture, e i continuatori ideali della missione dei profeti dell’AT assenti dalla vita di Israele da circa tre secoli.
A causa delle loro conoscenze e del loro prestigio erano molto onorati come ci fa capire Gesù ma spesso anche molto, troppo, attaccati al loro status, alla loro fama, fino al punto di perdere la dimensione del servizio; ecco che in luogo di vivere la loro missione per il bene spirituale e morale dei loro fratelli ebrei , l’attaccamento al ruolo li portava, ulteriore perversione, allo sfruttamento delle persone loro affidate per l’arricchimento personale.

Tutto questo sembra essere ancora oggi, e in ogni campo, il triste epilogo di chi non concepisce la propria posizione come servizio all’altro ma come occasione di potere e guadagno personale.
Non potrebbe essere diversamente, essendo il cuore dell’uomo orientato inevitabilmente o all’amore egoistico di sé stesso o all’amore di Dio e quindi del prossimo.

Totale è anche il gesto della povera vedova che non sceglie di dimezzare la misura della propria generosità ma si affida totalmente a Dio e dona tutte e due le monetine.  Potrebbe essere una generosità eccessiva, ma Gesù non dice se ha fatto bene o ha fatto male; riconosce piuttosto il fatto che ha dato tutto quello che aveva, loda il suo cuore totalmente orientato a Dio, a dispetto dell’irrisorietà della cifra.

Quanto spesso invece quello che noi diamo agli altri o anche nel nostro rapporto di fede al Signore, come tempo, risorse, affetto è semplicemente un avanzo, uno scarto, un qualcosa che tocca solo marginalmente il nostro cuore! Il Signore non si lascerà battere in generosità da chi come la vedova saprà percorrere la via della totalità e anzi la stessa l’esperienza di  fede ha senso solo se essa coinvolge tutta la vita, tutti gli ambiti della nostra esistenza, e tutte le corde della nostra affettività.

fra Damiano Angelucci da Fano: tennista fallito per Grazia di Dio, frate francescano per vocazione, 

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