Luca DESSERAFINO sdb"Vegliate in ogni momento pregando"

29 novembre 2015 | 1a Domenica di Avvento - Anno C | Omelia
Vegliate in ogni momento pregando
Il brano di Luca che la liturgia ci propone, oggi, nella prima domenica di Avvento è un breve stralcio di un discorso apocalittico molto più
ampio. Il suo scopo è di assicurare a tutti che il Signore è vicino. Si tratta di un dato di fede che è testimoniato da tutto il Nuovo Testamento. Questa è una grande certezza, che è insieme anche giudizio e salvezza. Un giudizio severo e senza riguardi per nessuno, che avverrà sulla base della posizione che assumiamo nelle scelte della propria vita nei confronti del Cristo.

La condanna, dunque, è per tutti coloro che hanno rifiutato la dedizione alla verità e all'amore, quasi provandone vergogna, e hanno preferito la via dell'egoismo, della violenza e del successo cercati a qualunque costo e con qualsiasi mezzo. La venuta del Figlio dell'uomo, un evento certissimo, costituirà per tutti costoro la dimostrazione pubblica del fallimento di tutte le loro pretese. Per i discepoli, invece, che non si sono vergognati del loro Maestro, della strada che Lui ha percorso e lo hanno seguito, sarà il trionfo. Sarà il momento in cui apparirà a tutti, con estrema evidenza, che l'amore che essi hanno vissuto, e non un altro, è il vero progetto che tutta l'umanità deve inseguire.
C'è anche una seconda certezza che si trae dal Vangelo, Luca afferma con forza: "La vostra liberazione è vicina".

Non significa che il ritorno del Figlio dell'uomo sia oggi o domani, ma che tutta la storia è tesa verso le ultime cose. Il tempo è sempre importante e decisivo, non necessariamente perché è breve, ma perché è ricco di occasioni dalle conseguenze incalcolabili. Da qui il dovere di essere svegli e pronti. Il rischio che, distratti dalle cose secondarie e non attenti al fatto essenziale, non sappiamo scorgere i momenti propizi di cui la vita è ricca, è sempre un rischio che è in agguato.
Non è soltanto questione di disordine morale o di sregolatezze, "dissipazione e ubriachezze", come dice il Vanmgelo, ma più semplicemente dei molti e spesso inutili affanni, preoccupazioni che distraggono il cuore umano dall'essenziale. Anche una vita onesta, disattenta e dispersa in troppe cose, può alla fine riuscire vuota. Occorre il coraggio di rimanere vigilanti e in preghiera.
Stare svegli e pregare.

Ecco cosa ci è chiesto da oggi a Natale. Il tempo che viene chiede a ciascuno un impegno serio di vigilanza: "Alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina", dice Gesù. È tempo di alzarsi dalla pigrizia dell'egocentrismo e di pregare. Alzarsi vuol dire attendere qualcosa di nuovo, o meglio qualcuno che è nuovo e ci fa' nuovi: Gesù. Si tratta perciò di orientare i nostri pensieri e le nostre speranze, le nostre attese verso colui che deve venire.
E la preghiera è legata alla vigilanza.
Chi non attende non sa cosa significa pregare, non comprende cosa vuol dire rivolgersi al Signore con tutto il cuore.
La preghiera nasce sempre dall'attesa di qualcuno che deve venire e inizia quando alziamo il capo da noi stessi per rivolgere gli occhi al Signore. È questo il senso della vigilanza e della preghiera.
Recita un proverbio orientale: "L'amore è come la luna. Se non cresce, cala".
Sia questo l'augurio per il tempo di avvento che ci accingiamo a vivere: fare delle nostre vita una "luna crescente".

Luca DESSERAFINO sdb

Commenti

Post più popolari