Mons.Silvano Piovanelli,"Un Dio che veglia"

Domenica 29 novembre - I DOMENICA DI AVVENTO. «Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina»
Si è spesso utilizzato la descrizione degli ultimi giorni per spaventare coloro che non si prendono cura del loro domani e così far paura a quanti non rinunciano al male nella loro vita.  Ma l’attenzione del credente più che sull’escatologia futura e definitiva è centrata sull’escatologia già iniziata con la presenza incarnata del Cristo.
Ecco, allora, le preziose indicazioni dell’evangelista



- «Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». Due movimenti fondamentali della spiritualità dell’Avvento e dell’intera esistenza cristiana: impegno (risollevatevi = balzate in piedi) e coraggio (alzate il capo = abbiate fiducia) nel compromettere la propria vita perché il futuro dell’umanità coincida con il futuro che Dio pensa e prepara per l’umanità. Troppe volte - dinanzi alle difficoltà della nostra vicenda personale, della comunità cristiana, dell’umanità - noi soccombiamo alla rassegnazione, se non all’avvilimento a causa dei nostri fallimenti e delle nostre piccole o grandi viltà.

- «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita». Occorre avere il cuore libero e leggero per camminare incontro a Dio che si avvicina. Quelle parole «state attenti a voi stessi» puoi tradurle «guardatevi da voi stessi». I pericoli più grandi per la nostra fede non vengono dal di fuori, ma dall’interno del nostro cuore.  Occorre tenere il cuore leggero, capace di vegliare per accorgersi della presenza dell’Amato, capace di correre incontro a Colui che ci ama, capace di seguire Colui che sempre ci precede in Galilea, capace di riconoscere il Volto di Lui nel fratello che incontro.

- «Vegliate in ogni momento pregando».  Il termine greco «vegliare» allude a «dormire all’aperto» e più precisamente «nei campi»; indica il sonno vigile del pastore, pronto a risvegliarsi ad ogni rumore che potrebbe segnalare un pericolo per il gregge. La fede cristiana autentica   ti fa pronto ad accogliere Colui che viene «nell’ora che non immaginate» (Lc 12,40).

L’anno liturgico - dice il teologo Urs Hans von Balthasar - nel Vangelo inizia con una previsione sul ritorno glorioso di Cristo: vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.  Natale, sua prima venuta, e giudizio universale, sua seconda venuta, si devono vedere intrecciati. Il grande spazio di tempo intermedio tra Natale e Giudizio finale non è altro che il tempo lasciatoci per la decisione. L’attenzione del credente più che sulla escatologia futura e definitiva, espressa molte volte con le immagini della letteratura apocalittica, è centrata sulla escatologia già iniziata con la presenza incarnata di Cristo, che non ci consente distrazioni, dissipazioni, sonnolenze, e ci chiede di «levare il capo» nell’impegno quotidiano «per incontrare gli occhi del Cristo che chiama il nuovo mondo alla luce» (Origene).

Il Dio della fede cristiana è un Dio «che veglia anziché sorvegliare». Ed è proprio vero, anche nella nostra esperienza umana, che «si sorveglia in nome della legge, ma si veglia in nome della tenerezza» (Jacques Leclerc).


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