padre Raniero Cantalamessa,II Domenica AVVENTO – Anno C

II Domenica AVVENTO – Anno C
(Lc 3,1-6)
(Cantalamessa)
Continuiamo la nostra preparazione al Natale. Oggi è di scena S. Giovanni Battista.
Il cuore della predicazione del Battista è contenuto in quella frase
di Isaia che egli ripete con grande forza ai suoi contemporanei: “Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!”.
In Isaia, a dir il vero, suonava un po' diversamente. Diceva: “Una voce grida: Nel deserto preparate la via del Signore”. Non, dunque, una voce nel deserto, ma una via nel deserto.
Gli evangelisti - applicando il testo al Battista che predicava nel deserto di Giuda - hanno modificato la punteggiatura.
Che cosa vuol dire quest’immagine di una via tracciata nel deserto? Essa richiama grandi eventi della Bibbia: in primo luogo, l'esodo dall'Egitto, quando il Signore seguiva il suo popolo nel deserto e, per così dire, gli tracciava davanti una via verso la salvezza; poi, il ritorno dall'esilio, atteso e immaginato come un nuovo esodo verso la libertà. Sulla bocca del Precursore, quell'espressione evoca, dunque, innanzi tutto, una promessa: sta per iniziare nel mondo un nuovo esodo verso la libertà di cui i precedenti erano solo figure, un nuovo ritorno dall'esilio.
Una promessa, dunque, ma anche un impegno, un programma concreto d'azione. In altre parole il Battista vuol dire: l'atteso dalle genti, “colui che deve venire” sta per giungere; occorre tracciare un sentiero nel deserto perché egli possa arrivare. Ma occorre fare un salto dalla metafora alla realtà: questo sentiero non si traccia nel deserto, ma nel cuore d’ogni uomo, nella propria vita. Per farlo, non occorre mettersi al lavoro materialmente: occorre convertirsi. Raddrizzare i sentieri del Signore: cioè i sentieri attraverso i quali egli arriva a noi.
Questo presuppone una realtà amara: l'uomo è come una città invasa, fin sotto le mura, dal deserto. Egli si è chiuso in se stesso, nel suo egoismo: è come un castello con un fossato intorno e i ponti levatoi tirati su. Ci sono degli ostacoli al passaggio del Signore. Quali sono? Tutti i peccati: orgoglio, accidia, soprusi, violenze, cupidigie, menzogne, ipocrisie, impudicizie, superficialità.
Drizzare un sentiero per il Signore, significa mettere mano alla riforma della nostra vita. Altrimenti egli non può passare. Trova la strada chiusa, la porta del nostro cuore sbarrata.
Gesù viene; quando viene?
È venuto, una prima volta, quando è nato da Maria: allora il Verbo si è incarnato.
Verrà una seconda volta, alla fine del mondo, per giudicare i vivi e i morti ed iniziare la pienezza del Regno dei cieli. Allora ci saranno cieli nuovi e terre nuove; e, questo mondo - segnato dal peccato e dalle contraddizioni, dai cataclismi e dalla polluzione - sparirà. Ma c'è una “venuta di mezzo” - come la chiama S. Bernardo - che è già in atto adesso. Egli viene con la sua grazia, con le sue ispirazioni.
È per questa venuta di mezzo che dobbiamo drizzare un sentiero, aprire un varco. Se uno, per esempio, vive in una relazione peccaminosa, costui ha chiuso ogni accesso a Dio; Dio non può giungere a lui, deve rimanere a distanza, fuori dalla porta. La sua è, obiettivamente, una situazione di rifiuto, pericolosissima.
Se vogliamo fare l'Avvento, è questo il cammino:
- Innanzi tutto essere aperti alla Parola di Dio che c’interpella, ci scruta, ci mette in crisi.
- Essere aperti, inoltre, alla voce dello Spirito, che ci parla nel cuore e c’indica la via.
- Essere aperti alle parole della chiesa che ci guida, c’istruisce.
“Ogni uomo vedrà la salvezza del Signore”, gridava Giovanni il Battista nel deserto, alludendo, certamente, al Salvatore che stava per manifestarsi.
Anche noi ci prepariamo ora, con umiltà e fede, a vedere la salvezza del Signore che viene a noi nell'Eucarestia. Colui per il quale vogliamo tracciare un sentiero affinché Egli possa entrare nel nostro cuore, ci precede con la sua grazia e con la sua visita; ci viene incontro perché possiamo andargli incontro!

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