PANE QUOTIDIANO«Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva»

La Liturgia di Domenica 8 Novembre 2015  VANGELO (Mc 12,38-44) COMMENTO:Pbro. José MARTÍNEZ Colín (Culiacán, Messico)
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli
scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Parola del Signore.

«Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva»
Pbro. José MARTÍNEZ Colín 
(Culiacán, Messico)
Oggi, il Vangelo presenta Gesù come Maestro, e ci parla del distacco che dobbiamo vivere. Un distacco, in primo luogo, dell'onore o il riconoscimento proprio, che certe volte cerchiamo: «Guardatevi (…) ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. » (cfr Mc 12,38-39). In questo senso, Gesù avverte del cattivo esempio degli scribi.

Distacco, in secondo luogo, delle cose materiali. Gesù loda la povera vedova, allo stesso tempo che deplora la falsità degli altri: «Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece [la vedova], nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere» (Mc 12,44).

Chi non vive il distacco dei beni temporali vive pieno di sé stesso, e non può amare. In questo stato d'animo non c'è "spazio" per gli altri: né compassione, né pietà, né attenzione verso il nostro prossimo.

I santi ci danno esempio. Ecco qui un fatto della vita di San Pio X, quando era ancora vescovo di Mantova. Un commerciante versò calunnie contro il vescovo. Molti dei suoi amici gli consigliarono di denunciare giudizialmente il calunniatore, ma il futuro Papa rispose: «Quel povero uomo ha più bisogno di preghiera che di punizione». E non lo accusò, ma pregò per lui.

Ma non finisce qui la storia. Dopo un tempo a quel commerciante gli andarono male gli affari e dichiarò il fallimento. Tutti i creditori lo perseguitarono fino a lasciarlo senza niente. Solo una persona venne in suo aiuto: il vescovo di Mantova, che, in forma anonima, gli fece mandare una busta con denaro al commerciante, facendogli sapere che il denaro proveniva dalla Signora più misericordiosa, cioè, dalla Nostra Signora del Perpetuo Soccorso.

Vivo veramente il proprio distacco dalle realtà terrene? È il mio cuore vuoto di cose? Può il mio cuore capire i bisogni degli altri? «Il programma del cristiano -il programma di Gesù- è quello di un “cuore che vede”» (Benedetto XVI).

La parola di chi ha cercato di dare tutto'

Impregnarci dello Spirito di Gesù leggendo e rileggendo, meditando e rimeditando continuamente le sue parole e i suoi esempi. Che agiscano nella nostra anima come la goccia acqua che cade e ricade sulla pietra sempre allo stesso punto.
Charles de Foucauld

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