PARROCCHIA S.MARIA DEGLI ANGELI, "FESTA DI CRISTO RE"

Omelia domenica 22 novembre 2015(S.Messa Vespertina)
FESTA DI CRISTO RE ANNO B 2015
La festa di oggi, quella di Cristo, Re dell'universo, è una festa che ci introduce all'Avvento. Domenica prossima inizieremo questo tempo particolare  perché sarà l'anno giubilare della misericordia e perché, come abbiamo riflettuto domenica scorsa,
la venuta di Cristo nella sua maestosità, ci ricorda che noi siamo fatti per grandi cose e che, solo nella fede, possiamo veramente comprendere  la regalità di Cristo. "Il mio regno non è di questo mondo" ci fa capire che Cristo è una totalità che ci coinvolge anche dopo.
Guai a pensare che  sia  limitato al solo bene civile. Noi non  siamo cristiani per stare bene ora, ma siamo di Cristo perché vogliamo vivere eternamente con Lui.
Non perdiamo di vista l'origine di Cristo. La Sua origine non è umana ma divina come recitiamo nel Credo:"Generato e non creato, della stessa sostanza del Padre".
Come  riprendevo in altre omelie, noi siamo "occasione" per costruire un mondo migliore e per farlo diventare vero dobbiamo assumere uno sguardo diverso della realtà. Vi riporto un breve pensiero di Quoist:"Se sapessimo guardare la vita con gli occhi di Dio, vedremmo che nulla è profano nel mondo, ma che, al contrario, tutto ha parte nella costruzione del suo Regno. Così, avere fede non è solamente alzare gli occhi per contemplare Dio, ma è guardare la terra con gli occhi di Cristo. Se avessimo permesso allo Spirito di penetrare il nostro essere, se avessimo a sufficienza, purificato il nostro sguardo, il mondo non sarebbe più per noi un ostacolo, ma un invito costante a lavorare per il Padre, perché in Gesù venga il suo Regno sulla terra come nel cielo. Aumenta la nostra fede per guardare e "vedere" la vita. Apri i nostri occhi Signore! Amen.
 Domenica, leggendo il foglietto della Messa, mi colpiva il significato del termine parrocchiano. Dal greco "paroikus",i primi cristiani si definivano:"Stranieri-residenti", impegnati in questo mondo ma consapevoli della loro appartenenza al cielo.
La nostra fede richiede proprio questo: la visione di una realtà  legata non  solo a ciò che si ha di fronte ma all' origine della stessa realtà.
Il discorso tra Gesù e Pilato che ascoltiamo e meditiamo ogni Venerdì Santo durante la lettura della Passione, è un dialogo in cui si mette in evidenza la differenza tra la regalità umana rappresentata da Pilato e quella divina rappresentata da Cristo.
Il re, quello materiale, rappresenta l'ideale dell'uomo libero, potente ecc.. La  vera regalità che porta Cristo, morto in croce, è quella regalità che ci fa capire che la libertà, la potenza è il vero amare.
È qui lo "scontro" tra la mentalità di questo mondo. Come dice Giovanni"le tenebre e la luce": Cristo  si offre come Verità, come luce sulle tenebre.
Il suo amore illumina la VIA alla VERITA'  e ci fa gustare la gioia della VITA.

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