TADEUSZ LOSKA"Il vecchio mondo crollerà, e resteranno soltanto Cristo, la sua Parola,"
MEDITAZIONE VANGELO (Mc 13,24-32)
Il Signore Gesù non vuole spaventarci con la visione della fine del mondo. Ci assicura, al
contrario, che egli ritornerà, apparendo "sulle nubi del cielo" (Dn 7,13), come Figlio dell'uomo,
e che a lui spetta la vittoria finale. Per questo egli invita alla conversione, a una vita di fede e
di speranza. I cataclismi naturali, i capovolgimenti storici, le pressioni e le estorsioni esercitate
sulla Chiesa, sono altrettanti messaggi sulla catastrofe cosmica che precederà la seconda venuta
di Cristo. Il vecchio mondo crollerà, e resteranno soltanto Cristo, la sua Parola, quello che egli
avrà costruito e quello che noi avremo costruito con lui. In Cristo risuscitato e adorato, Dio ha
posto il fondamento di nuovi cieli e di una terra nuova. Questo mondo nuovo continua a crescere
misteriosamente come un albero di fico. Quando i rami saranno gonfi di linfa e le foglie
cadranno, allora sarà ormai prossima la fine di questo mondo, l'apparizione del mondo nuovo
e la venuta di Cristo. Riguardo al problema di conoscere il momento in cui ciò accadrà,
l'essenziale è interpretare il mistero di Cristo come il mistero di Dio che viene. Egli è colui che
verrà. L'intervallo fra queste due venute non è vuoto. Esso costituisce infatti il tempo della
Chiesa, segnato da tensioni durante le quali ci saranno molti e diversi interventi di Cristo. La
parola vivente, i riti liturgici, i segni sacramentali, il secondo uomo, e i segni dei tempi, cioè
quanto avviene nel mondo e nella Chiesa, segnano in qualche modo il cammino che Cristo
prenderà per venire a noi. Non solo ce ne ricordiamo, ma meditiamo con amore sulla sua prima
venuta e aspettiamo con speranza il suo ritorno nella gloria. Noi crediamo che Cristo vive e
agisce nella Chiesa. Se non impariamo ad incontrarlo qui e ora, la sua seconda venuta potrebbe
essere per noi una tragedia, mentre Cristo vuole che sia l'avvenimento più bello della nostra
vita.
TADEUSZ LOSKA
Il Signore Gesù non vuole spaventarci con la visione della fine del mondo. Ci assicura, al
contrario, che egli ritornerà, apparendo "sulle nubi del cielo" (Dn 7,13), come Figlio dell'uomo,
e che a lui spetta la vittoria finale. Per questo egli invita alla conversione, a una vita di fede e
di speranza. I cataclismi naturali, i capovolgimenti storici, le pressioni e le estorsioni esercitate
sulla Chiesa, sono altrettanti messaggi sulla catastrofe cosmica che precederà la seconda venuta
di Cristo. Il vecchio mondo crollerà, e resteranno soltanto Cristo, la sua Parola, quello che egli
avrà costruito e quello che noi avremo costruito con lui. In Cristo risuscitato e adorato, Dio ha
posto il fondamento di nuovi cieli e di una terra nuova. Questo mondo nuovo continua a crescere
misteriosamente come un albero di fico. Quando i rami saranno gonfi di linfa e le foglie
cadranno, allora sarà ormai prossima la fine di questo mondo, l'apparizione del mondo nuovo
e la venuta di Cristo. Riguardo al problema di conoscere il momento in cui ciò accadrà,
l'essenziale è interpretare il mistero di Cristo come il mistero di Dio che viene. Egli è colui che
verrà. L'intervallo fra queste due venute non è vuoto. Esso costituisce infatti il tempo della
Chiesa, segnato da tensioni durante le quali ci saranno molti e diversi interventi di Cristo. La
parola vivente, i riti liturgici, i segni sacramentali, il secondo uomo, e i segni dei tempi, cioè
quanto avviene nel mondo e nella Chiesa, segnano in qualche modo il cammino che Cristo
prenderà per venire a noi. Non solo ce ne ricordiamo, ma meditiamo con amore sulla sua prima
venuta e aspettiamo con speranza il suo ritorno nella gloria. Noi crediamo che Cristo vive e
agisce nella Chiesa. Se non impariamo ad incontrarlo qui e ora, la sua seconda venuta potrebbe
essere per noi una tragedia, mentre Cristo vuole che sia l'avvenimento più bello della nostra
vita.
TADEUSZ LOSKA
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