D. Arnaldo SCAGLIONI sdb"Perché mi cercavate?"

27 dicembre 2015  |  S. Famiglia di Gesù, Maria, Giuseppe - Anno C  |  Omelia- Lc 2.41-52
L'evangelista Luca è un abile narratore.

In più di una circostanza propone un testo con una duplice lettura:
Una prima ufficiale: "Gesù tra i dottori nel tempio"
Una seconda, sotto traccia: l'angoscia di Maria e Giuseppe, non solo e lo sconfinamento dello stesso Gesù in quello che sarà l'evento cruciale della sua vita.
L'evangelista è abile nei dettagli non a caso affidati a questa pagina.

* Lo smarrimento di Gesù, la sua scomparsa è un segnale di quello che avverrà come atto finale della sua vita.
* L'episodio circoscritto alla città di Gerusalemme interrompono i trent'anni di silenzio prima della vita pubblica di Gesù.
E' la città della sua passione e morte. L'ombra del calvario incombe su Gesù tutta una vita.
* Il tempio fa da cassa di risonanza nella profezia di Simeone sul bambino "segno di contraddizione" e sulla madre che avverte fin da principio l'angoscia di una spada che le attraversa il cuore.
* I tre giorni di assenza dagli occhi di Giuseppe e di Maria anticipano il vuoto che Gesù lascia alla sua morte nei tre giorni del sepolcro.
* I dodici anni dicono molto di più di quanto noi possiamo pensare per un ragazzo di quell'età.

Perché Luca sente il bisogno di esplicitare l'età di Gesù?
Gesù ha la testa sul collo
E' grande e non solo la pretesa di comportarsi come i grandi.
E' l'età della sua maturità.
Fatte le debite proporzioni, i dodici anni di allora corrispondono ai nostri diciotto.
Le decisioni passano dalla mano dei genitori a quelle riconosciute responsabili dei figli.
Il progetto di vita diventa di fatto un itinerario.
Gesù ufficialmente si incammina verso Gerusalemme, la città della sua missione.

"Perché mi cercavate?"
Non è un'impertinenza, un colpo di testa verso i genitori che ama, cui si sottomette per 30 anni.
E' la volontà del Padre ad esprimersi come sua volontà. Non prende le distanze da Maria e Giuseppe, ma fa sentire la sua unità col Padre.
Gesù sembra ribadire ai genitori che "non comprendono", che ha una casa, un Padre cui obbedire. Un Padre vero.

C'è tanto mistero in tutto questo.
E' un figlio "incomprensibile" Gesù. E' tanto chiaro in quel che dice e nello stesso tempo tanto oscuro per chi lo sente.
Una sola è la via d'uscita: "custodire tutte queste cose nel cuore".

* Il ritrovamento di Gesù provoca un respiro di sollievo. L'angoscia si sgonfia, la serenità ritorna, la luce ritorna. La vita riprende. C'è il profumo di una risurrezione.

Si torna a casa.
Giuseppe riprende il suo ruolo di Padre.
Maria è di nuovo mamma.
Nazareth rimane il paese delle meraviglie.
La famiglia rimette tutti insieme appassionatamente.

C'è un detto: "Tre indizi fanno una prova".

Gesù si presenta per quello che è fra i dottori del tempio:
E' il tempio
E' la parola
È la sapienza
E' la verità.

Gesù nel tempio si presenta al tempo stesso come sacerdote, vittima, altare.
E' l'amore di Dio che si fa misericordia per la salvezza dell'uomo.

A ruota libera

*Maria non pretende spiegazioni di fronte la difficoltà di capire.
Tiene per preziose le parole di Gesù e le custodisce in cuor suo.

*Tanti i perché nella vita di tutti i giorni:
fidiamoci di Dio, confidiamo nella sua misericordia,
affidiamoci alla sua provvidenza.

*La famiglia è scuola, è palestra, è ospedale, è tempio, è chiesa,
è il comandamento dell'amore, è la santità del quotidiano.

*Ritorniamo a casa, alla tenerezza, alla educazione dei sentimenti, alla formazione del cuore, all'accoglienza, al sostegno reciproco, alla comprensione, all'"aggiungi un posto a tavola".

*Prendiamoci cura della famiglia e la famiglia si prenderà cura di noi.
La famiglia è terapia. La famiglia è guarigione.

D. Arnaldo SCAGLIONI sdb

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