D. Gianni MAZZALI sdb"CRISTO VIENE PER CAMBIARE IL NOSTRO CUORE"

6 dicembre 2015 | 2a Domenica di Avvento - Anno C | Omelia
CRISTO VIENE PER CAMBIARE IL NOSTRO CUORE
La Parola di Dio di questa Seconda Domenica di Avvento incrocia un bisogno profondo del nostro cuore e della nostra anima: fare chiarezza
nella nostra vita, riuscire a raddrizzare ciò che è contorto in noi, colmare un vuoto che talvolta sembrerebbe ingoiarci, smussare gli spigoli che urtano e ci urtano. E' confortante il messaggio che Gesù viene soprattutto per nascere dentro di noi, per trasformarci con la sua grazia, per schiuderci ad una nuova stagione di amore.

LA GRAZIA DI DIO CI PREPARA

Ci sono momenti di maggior disagio in cui nostri nodi esistenziali vengono al pettine e ci sentiamo afflitti, sconfortati, quasi sopraffatti da una peso negativo che fatichiamo a scrollarci di dosso. Sentiamo l'affanno della vita e il bisogno forte di una boccata di ossigeno, di un sollievo che ci sottragga al lento assorbimento di queste pericolose sabbie mobili. Il brano del profeta Baruc è un gioiello di apertura, di ottimismo, di uno sguardo che incrocia lo sguardo di Dio: "Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell'afflizione (…) perché Dio mostrerà il suo splendore a ogni creatura sotto il cielo".
Ci conforta soprattutto la cura particolare di Dio per ogni creatura e quindi anche per me, per te, per i gruppi umani che migrano, vittime dell'ingiustizia, della violenza, dell'oppressione. La spiritualità dell'Avvento, il clima spontaneo di preparazione, di attesa, si caratterizza soprattutto per questa incrollabile certezza: è Dio che agisce in noi, è la sua grazia, il suo amore misericordioso che ci prepara, che ci dà sollievo dal peso della nostra esistenza. Dio lavora, se glielo permettiamo, dentro di noi per rendere il nostro cuore semplice, per colmare le nostre lacune, per lenire le nostre impertinenze, la nostra suscettibilità, per allentare le nostre chiusure e smuovere i macigni dell'orgoglio e della sensualità che ci soffocano: "Perché Dio ricondurrà Israele con gioia, alla luce della sua gloria, con la misericordia e la giustizia che vengono da lui".

CI PREPARIAMO COOPERANDO PER IL VANGELO

La consapevolezza del nostro accidentato percorso esistenziale non ci impedisce d'altro canto di apprezzare il fatto che la grazia di Dio non agisce in noi passivamente. E' impossibile subire la grazia di Dio! C'è un frammento di protagonismo che, per quanto piccolo, ci appartiene e di cui Dio si serve per operare meraviglie. Il Vangelo, la Buona Notizia di Gesù, non può raggiungere il cuore dell'uomo senza la sua collaborazione. E ciò è vero per ciascuno di noi, nel suo essere di Cristo e nell'impegno che mette per diffondere nell'ambiente in cui vive, nella società di oggi, la Buona Novella di Gesù.
Paolo, nello scrivere ai Filippesi, dice loro: "E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio". Sentiamo che la preghiera di Paolo è anche per noi che viviamo in una società laica, con espressioni laiciste, in cui si stringono gli spazi per la presenza di Dio e della sua verità sull'uomo e sulla storia. Corriamo tutti il rischio di cadere o in un atteggiamento fondamentalista e intollerante, dettato dal bisogno di difendere le ragioni di Dio o, e forse più spesso, ci sentiamo legittimati a fare tante distinzioni, a non prendere posizione, in fondo ad assumere toni di distacco e di indifferenza.
Il clima di preparazione dell'Avvento ci invita a sentire che il nostro coinvolgimento è indispensabile, necessario per il Vangelo. Nella preghiera e nella carità tentiamo di discernere quale sia il percorso, forse un po' accidentato, che ci aspetta per essere fedeli a Dio e all'uomo contemporaneo. Prendere le distanze, sostare in una "nobile equidistanza", "smarcarci" corrisponde a perdere il senso più profondo dell'incarnazione, di Dio che si è fatto carne.

IL BATTISTA CI INVITA A PREPARARE LA VENUTA DI GESU'

Se abbiamo bisogno di esempi convincenti, di testimonianze stimolanti, lasciamoci coinvolgere dalla figura di Giovanni Battista che la Liturgia ci presenta oggi nella sua forza e nel suo dinamismo. Dio lo raggiunge nel deserto, dove Giovanni, con uno stile di vita semplice e austero, sta cercando che cosa Dio voglia da lui. Suo padre Zaccaria aveva pronunciato parole misteriose sul figlio appena nato: "Andrai innanzi al Signore a preparare le sue strade".
Giovanni stimola e rappresenta tutti noi, credenti in Cristo. Ci rappresenta in quanto dedica tutto se stesso ad annunciare il Cristo che deve arrivare. Non si sottrae, non verifica quanto opportuno ed inopportuno ciò possa essere. Che bello pensare che anche ciascuno di noi può essere una "voce" che parla, che grida il Cristo con la parola e con la vita. Lo stimolo che il Battista ci offre è di "preparare la via del Signore", oggi come genitori, come educatori, come responsabili della cosa pubblica, come pastori d'anime, come catechisti, come animatori, come fedeli. L'Avvento ci parla di autenticità e di generosità nel preparare la via del Signore.

"Avete taciuto abbastanza. E' ora di finirla di stare zitti! Gridate con centomila lingue. Io vedo che a forza di silenzio il mondo è marcito".
                                                                                           (S. Caterina da Siena)

 D. Gianni MAZZALI sdb

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