dom Luigi Gioia " Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!"

dom Luigi Gioia  
II Domenica di Avvento (Anno C) (06/12/2015)
Vangelo: Lc 3,1-6 
E' splendida l'ultima frase del vangelo di oggi: «Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio». Ogni uomo farà l'esperienza della salvezza di Dio.
L'intervento, l'azione di Dio diventerà evidente in modo nuovo, acquisirà una forza nelle nostre vite, qualcosa cambierà in modo decisivo.
Dio si occupa di noi. Si può dire, in un certo senso, che si pre-occupa per noi. Non però come noi ci preoccupiamo del futuro, cioè cercando di prevederlo senza però avere nessuna reale capacità di esercitare un controllo su di esso. Dio si preoccupa nel senso che da tutta l'eternità, da sempre, opera in vista della nostra salvezza.
Le nostre vite per lui sono importanti. Sono importanti a tal punto che ancora prima che esistessero lui le ha pensate, le ha desiderate, le ha volute. Quando ci ha creati, ci ha messi in un giardino, ci ha circondato della sua benevolenza e del suo amore. E anche quando ci siamo allontanati da lui ha continuato a occuparsi di noi. Non ha mai permesso che il male che noi stessi avevamo scelto giungesse alle conseguenze estreme di quello che poteva produrre, cioè il nostro annientamento. Ha sempre posto un limite alle acque del mare, simbolo del male. Ha sempre posto un limite a tutto quello che poteva farci del male e a quello che di male prendevamo su di noi.
Le nostre vite per lui sono importanti. E' importante ciò che viviamo, ciò che diventiamo. Vuole che la nostra vita diventi bella. Vuole lui stesso dare una bellezza alla nostra vita, come lo dice la prima lettura: Rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio da sempre. Rivestiti della bellezza, dello splendore, della gloria che ti viene da Dio. La sola nostra vera bellezza, la nostra sola vera gloria, il nostro solo vero splendore è quello che ci viene da Dio.
Per il Signore, ciò che viviamo è importante. E' importante ciò che diventiamo. Vede, il Signore, quanto tortuose sono le nostre vie, quanto incerti sono i nostri sentieri, quanto facilmente ci smarriamo, ritorniamo indietro, oppure pur avanzando, lo facciamo a tentoni, spesso perdendoci per strada, scoraggiandoci, perdendo la speranza. Sembra che non ci sia rimedio alla solitudine, al senso di inutilità, alla routine. Sembra che nulla possa proteggerci dai tanti mali in agguato su questo cammino. Sembra che nulla possa salvarci dal destino inesorabile che caratterizza la nostra vita sulla terra, la morte.
In che modo la parola di Dio ci mostra che Dio si occupa, che si pre-occupa di noi? In che modo ci insegna a riconoscere la salvezza di Dio, ci aiuta a fare l'esperienza della salvezza di Dio?
Il passaggio del vangelo di oggi che abbiamo appena letto non è di facile comprensione. In esso ci è chiesto di raddrizzare i sentieri attraverso i quali il Signore viene da noi. Tale richiesta ci disorienta perché se è vero che magari una strada la sappiamo raddrizzare è difficile capire cosa questo voglia dire quando si tratta di andare a Dio o di lasciare che Dio venga a noi? Non sappiamo neanche quale sia questa strada, come possiamo riconoscere il cammino attraverso il quale il Signore viene verso di noi? Sulle acque - dice un salmo - passava il suo cammino. Si sa bene che sulle acque non si lasciano impronte, non si lasciano orme. Come riconoscere un cammino sulle acque? Non sappiamo neanche attraverso quale strada il Signore venga da noi, come lo riconosce Tommaso che dice a Gesù: Non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via? E ancor più come possiamo prepararla?
La risposta di Gesù a Tommaso ci fornisce la chiave per interpretare il vangelo di oggi: «Io sono la via, la verità e la vita». La via è Gesù.
Quando Luca dunque ci dice nel vangelo di oggi che ogni dirupo sarà riempito, ogni monte e colle sarà abbassato, le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie spianate, non parla veramente di una strada ma fornisce un'immagine. In realtà sta parlando di Gesù, perché solo lui è la via. Tutta la nostra vita è un cammino. La via diritta, il cammino diritto, senza dirupi, senza pericoli, è Gesù stesso.
Appena usciti dal seno materno, Dio, il Padre ci ha presi con le sue mani. Con il battesimo siamo diventati figli di Dio e siamo stati messi in questa via che è Gesù stesso, questa via nella quale i dirupi sono riempiti, i colli sono abbassati, le vie tortuose sono raddrizzate e quelle impervie sono spianate. Uniti strettamente a Cristo, attraverso la fede, quello che succede a Cristo succede a noi, perché siamo diventati una sola cosa con lui e partecipiamo a questa sua unione con il Padre. Grazie a lui - come lo dice la lettera agli Ebrei - abbiamo accesso al Padre.
Quindi, il vangelo di oggi ci promette che ogni uomo vedrà la salvezza di Dio. Il problema è che quello che sperimentiamo nella nostra vita spesso sembra contraddire questa promessa. Occorre riconoscere che poco nella vita del cristiano differisce da quella di ogni altra persona. Il cristiano vive le stesse preoccupazioni, le stesse prove, le stesse malattie, la stessa solitudine, incontra la stessa morte di ogni altra persona. Il cristiano è esposto, come ogni altro uomo sulla terra, alla non evidenza di Dio: Dio nessuno lo ha mai visto e nessuno lo vedrà, almeno fino al momento nel quale egli ritornerà in gloria.
I cristiani sono esposti agli stessi idoli, alle stesse tentazioni di tutti gli altri uomini. Sembra che la fede non cambi nulla a questo riguardo. Anche se siamo su questa via sicura che è Cristo, perché con il battesimo siamo stati uniti a lui; anche se la salvezza di Dio si è manifestata, è presente, è in azione; anche se il regno di Dio è stato inaugurato, sembra che nulla cambi nella vita del cristiano. Se però abbiamo questa inevitabile impressione che nulla cambi nella nostra vita, è perché non apriamo gli occhi a questa salvezza, non riusciamo a discernerla. C'è una cecità in noi che ha bisogno di essere guarita, e ciò che guarisce questa cecità è la fede.
Tutto cambia quando, per fede, sappiamo che Dio si occupa, si pre-occupa di noi, cioè da sempre e per sempre ha cura di noi. Tutto cambia quando sappiamo che non siamo più soli su questo cammino, anche quando abbiamo l'impressione di esserlo. Tutto cambia quando impariamo ad affidarci a colui che può tutto: Nulla è impossibile a Dio. Tutto cambia soprattutto quando impariamo che neanche le nostre debolezze, neanche il nostro peccato possono separarci da Cristo - come lo dice Paolo: Chi potrà separarmi dall'amore di Cristo?
Questa via del Signore attraverso la quale andiamo verso il Padre, è Cristo. Camminare lungo questa via è restare uniti a lui per mezzo della fede. Quello che potrebbe separarci da Cristo, quello che potrebbe metterci ai margini di questo cammino è il peccato. Ma occorre precisare: l'ostacolo non è il peccato in sé. Infatti, quando il peccato è riconosciuto, quando è confessato allora diventa via di accesso al perdono. Il peccato riconosciuto, confessato e perdonato diventa anzi un'occasione di balzare in avanti, di avvicinarsi ancora di più a Dio, di guadagnare del terreno in questo cammino.
Cristo è la via e, uniti a lui per mezzo della fede, avanzando un passo dopo l'altro, lasciandoci condurre dallo Spirito Santo, magari non faremo esperienze straordinarie, non vedremo nulla di particolare, avremo il sentimento che nulla sia cambiato nelle nostre vite, ma in realtà lo sguardo del cuore si affinerà e vedremo la salvezza di Dio.
La prima lettura si conclude oggi con una bellissima promessa: Dio ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria, con la misericordia e la giustizia che vengono da lui. Il modo attraverso il quale Dio ci conduce nel cammino verso di lui è la sua misericordia. Per questo il peccato non può essere un ostacolo, perché è con il suo perdono, è con il costante perdono di ogni nostra resistenza, di ogni nostra cecità, di ogni nostro ritardo che il Signore ci conduce. E' tale e tanta la cura che il Signore ha per noi in questo cammino che, ancora come lo dice la prima lettura, le selve ed ogni albero odoroso faranno ombra a noi sul nostro cammino come hanno fatto ombra ad Israele nel suo cammino nel deserto.
Forti di questa promessa, di questa speranza, rinnoviamo la nostra fede. Non stiamo andando alla deriva. La nostra vita non è abbandonata al nonsenso. Siamo in un cammino nel quale i dirupi sono stati riempiti, i colli abbassati, le vie tortuose raddrizzate, le vie impervie spianate. Siamo nel cammino più diritto, più sicuro verso il Padre. Questo cammino è Gesù. E anche se nella nostra vita a volte abbiamo l'impressione che nulla cambi, la fede ci dà la grazia, la possibilità di vedere, di riconoscere presente, attiva nella nostra vita la salvezza di Dio.

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