Domenico MACHETTA SDB Domenica della gioia, chiamata "Gaudete" (Rallegratevi!).

13 dicembre 2015 | 3a Domenica di Avvento Anno C | Omelia
Domenica della gioia, chiamata "Gaudete" (Rallegratevi!).
1ª LETTURA: Sof 3,14-18
In una società infedele, pronta per il giudizio di Dio, che viene
annunciato come tremendo, "giorno d'ira (dies irae)", Sofonia ha l'audacia di lanciare per i "piccoli del Signore" parole piene di tenerezza: "Gioisci... rallegrati con tutto il cuore... non temere, non lasciarti cadere le braccia!".
Il popolo è sempre malato di sclerocardia (durezza di cuore), i capi hanno sempre condotto verso l'infedeltà il loro gregge, ma i profeti, contro ogni speranza, hanno sempre gridato al piccolo resto d'Israele: "Rallegratevi!".
Oggi Sofonia dice con vigore inaudito: "Il Signore tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia".
Parla della gioia e dell'esultanza di Dio! Dio gioisce per me!
Impegno radicale per la Chiesa: essere un popolo esultante.
Impegno radicale per ogni cristiano: essere nella gioia. Arriva puntuale la frase di Domenico Savio: "Noi qui all'oratorio facciamo consistere la santità nello stare molto allegri".
Una gioia difficile, frutto di una fede robusta, che rimane e si acuisce nell'ora del dolore.
È l'esultanza degli umili, che trova il suo vertice in Maria di Nazareth.
La figlia di Sion che esulta è dunque Maria, è la Chiesa, è ciascun'anima.

VANGELO: Lc 3,10-18

Ecco Giovanni, austero e gioioso.
Sembrano in antitesi queste due caratteristiche; in realtà, se andiamo a fondo negli scritti di Luca, vediamo come la gioia sia direttamente proporzionale a una vita di radicalismo evangelico, di austerità e di silenzio. Egli conclude il racconto del Battista dicendo: "Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo".
Evangelizzare significa annunciare la bella notizia. Giovanni è l'amico dello Sposo, che esulta quando lo vede apparire. "Ora la mia gioia è giunta al colmo. Lui deve crescere e io, invece, diminuire", dice ai suoi discepoli che si lamentano perché tutti vanno da Gesù.
E ci dà così la chiave segreta della gioia cristiana: l'umiltà. Giovanni è l'uomo della gioia, contrariamente a una certa letteratura che ci presenta il Battista solo come un severo e accanito predicatore del deserto. Appare all'orizzonte danzando di gioia (è il verbo greco usato da Luca) nel grembo di Elisabetta quando arriva Maria, Arca della nuova alleanza, come Davide danzava davanti all'arca antica. E quando viene alla luce ridona la parola a suo padre, che era rimasto muto. Ecco perché anticamente San Giovanni era patrono del canto sacro. Il nome delle nostre note musicali deriva dalla prima strofa dell'inno liturgico della festa di San Giovanni Battista.

Nella domenica "Gaudete", questa pagina evangelica ci insegna la pista giusta per trovare la vera gioia. È necessario fare una domanda: "Che cosa dobbiamo fare?".
Che cosa, Signore, desideri da me?
Se facciamo con serietà questa domanda, non passeranno cinque minuti e avremo la risposta.
Alle folle, ai pubblicani, ai soldati che fanno questa domanda Giovanni dà delle risposte molto pratiche. La conversione si misura dai propositi concreti, verificabili: più sorrisi in famiglia, controllo della lingua, tagli sui programmi televisivi, moderazione nella gola, più minuti alla preghiera...
È tutta questione di amore. È felice chi ama.

Domenico MACHETTA

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