Don Domenico MACHETTA "Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe"
27 dicembre 2015 | Santa Famiglia Anno C | Appunti per Lectio
Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
Anticamente questa festa era celebrata dopo l'Epifania e si contemplavano i nostri tre soprattutto nel lungo periodo di nascondimento a Nazareth. Ora, in obbedienza alla Chiesa, la celebriamo nel cuore del tempo natalizio.
"A Betlemme nasce l'uomo". È un'espressione di Giovanni Paolo II. Potremmo anche dire: "A Betlemme nasce la famiglia". I pastori trovarono Maria, Giuseppe e il bambino deposto nella mangiatoia. Trovarono dunque una famiglia.
La radice teologica di questa festa sta nel fatto che Dio è comunità di amore, Dio è famiglia. Nei "tre" di Nazareth si compie in pienezza la richiesta del "Padre nostro": sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
1ª LETTURA: 1 Sam 1,20-22.24-28
Si parla di una famiglia: quella di Samuele, profeta al tempo in cui Israele passa alla monarchia con il primo re Saul. Samuele è un dono che Dio fa a una madre sterile, Anna, che sente il bisogno, al momento dello svezzamento, di consacrarlo al Signore davanti al sacerdote Eli al tempio di Silo.
Emergono subito due grandi messaggi per le famiglie: la vita e la maternità sono un dono di Dio.
I genitori sono per i figli, non i figli per i genitori. I figli appartengono a Dio: sono affidati (quasi "imprestati"!) ai genitori per la crescita e la formazione.
VANGELO: Lc 2,41-52
Il Vangelo dell'anno C presenta la Santa Famiglia nel lungo tempo di Nazareth, un silenzio "provocatorio", rotto solo dall'episodio sconcertante della perdita e del ritrovamento di Gesù al tempio di Gerusalemme. Una lezione che si fatica ad accogliere, malati come siamo di efficientismo, pronti a misurare una persona da ciò che realizza, da ciò che fa, non da ciò che è.
Contempliamo "i nostri tre" con calma e con affetto, modello per le famiglie e per ogni tipo di comunità, perché è un modello unico, irripetibile: una famiglia di vergini. La verginità, in senso evangelico, è il punto culmine, il traguardo del cammino dell'umanità, dove Dio sarà tutto in tutti, vertice dell'amore gratuito. È un modello costante per tutte le famiglie, perché crescano nel legame spirituale, l'unico che resta oltre la morte ed è un invito costante a stare all'erta per non essere frenati dalla carne e dalle cose materiali. Il voto di verginità infatti è profezia dell'aurora che sta davanti a tutti gli uomini.
Il messaggio del Natale rimane la regola d'oro per ogni famiglia: se Dio ha gloria, regna la pace.
Il tempo più lungo è stato dedicato dal Verbo incarnato alla vita nascosta, al quotidiano, al nulla di straordinario, all'essere più che al fare, scandalizzando i grandi del mondo.
A Nazareth il Figlio di Dio salva il mondo piallando. Il discorso della montagna è il programma della famiglia di Nazareth. La Passione è l'esegesi dell'abbassamento di Nazareth. È una rivoluzione copernicana: il Golgota spiega Nazareth!
Dopo ogni discorso di Gesù, Matteo dice: "Terminati questi discorsi...". Dopo l'ultimo, il quinto, dice: "Terminati tutti questi discorsi...", e poi c'è la Passione. Come dire: insomma, si fa così! Basta parole, ora vi faccio vedere io.
È la dinamica del chicco di frumento. Il lungo silenzio di Nazareth continua ad accusare e giudicare il mondo.
L'episodio dello smarrimento al tempio, come la vita di Betlemme, dell'Egitto e di Nazareth, è in pieno mistero pasquale. Luca ci dà una notizia estremamente importante: dopo la risposta di Gesù a sua madre, dice: "Maria e Giuseppe non compresero...". È dunque necessario passare attraverso l'oscurità del "non capire"! E subito dopo:
"Scese dunque con loro e venne a Nazareth e stava loro sottomesso": un altro versetto "bomba" su cui occorre bloccarsi.
E Maria custodiva nel suo cuore... Ecco la maestra della "lectio divina"!
Don Domenico MACHETTA
Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
Anticamente questa festa era celebrata dopo l'Epifania e si contemplavano i nostri tre soprattutto nel lungo periodo di nascondimento a Nazareth. Ora, in obbedienza alla Chiesa, la celebriamo nel cuore del tempo natalizio.
"A Betlemme nasce l'uomo". È un'espressione di Giovanni Paolo II. Potremmo anche dire: "A Betlemme nasce la famiglia". I pastori trovarono Maria, Giuseppe e il bambino deposto nella mangiatoia. Trovarono dunque una famiglia.
La radice teologica di questa festa sta nel fatto che Dio è comunità di amore, Dio è famiglia. Nei "tre" di Nazareth si compie in pienezza la richiesta del "Padre nostro": sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
1ª LETTURA: 1 Sam 1,20-22.24-28
Si parla di una famiglia: quella di Samuele, profeta al tempo in cui Israele passa alla monarchia con il primo re Saul. Samuele è un dono che Dio fa a una madre sterile, Anna, che sente il bisogno, al momento dello svezzamento, di consacrarlo al Signore davanti al sacerdote Eli al tempio di Silo.
Emergono subito due grandi messaggi per le famiglie: la vita e la maternità sono un dono di Dio.
I genitori sono per i figli, non i figli per i genitori. I figli appartengono a Dio: sono affidati (quasi "imprestati"!) ai genitori per la crescita e la formazione.
VANGELO: Lc 2,41-52
Il Vangelo dell'anno C presenta la Santa Famiglia nel lungo tempo di Nazareth, un silenzio "provocatorio", rotto solo dall'episodio sconcertante della perdita e del ritrovamento di Gesù al tempio di Gerusalemme. Una lezione che si fatica ad accogliere, malati come siamo di efficientismo, pronti a misurare una persona da ciò che realizza, da ciò che fa, non da ciò che è.
Contempliamo "i nostri tre" con calma e con affetto, modello per le famiglie e per ogni tipo di comunità, perché è un modello unico, irripetibile: una famiglia di vergini. La verginità, in senso evangelico, è il punto culmine, il traguardo del cammino dell'umanità, dove Dio sarà tutto in tutti, vertice dell'amore gratuito. È un modello costante per tutte le famiglie, perché crescano nel legame spirituale, l'unico che resta oltre la morte ed è un invito costante a stare all'erta per non essere frenati dalla carne e dalle cose materiali. Il voto di verginità infatti è profezia dell'aurora che sta davanti a tutti gli uomini.
Il messaggio del Natale rimane la regola d'oro per ogni famiglia: se Dio ha gloria, regna la pace.
Il tempo più lungo è stato dedicato dal Verbo incarnato alla vita nascosta, al quotidiano, al nulla di straordinario, all'essere più che al fare, scandalizzando i grandi del mondo.
A Nazareth il Figlio di Dio salva il mondo piallando. Il discorso della montagna è il programma della famiglia di Nazareth. La Passione è l'esegesi dell'abbassamento di Nazareth. È una rivoluzione copernicana: il Golgota spiega Nazareth!
Dopo ogni discorso di Gesù, Matteo dice: "Terminati questi discorsi...". Dopo l'ultimo, il quinto, dice: "Terminati tutti questi discorsi...", e poi c'è la Passione. Come dire: insomma, si fa così! Basta parole, ora vi faccio vedere io.
È la dinamica del chicco di frumento. Il lungo silenzio di Nazareth continua ad accusare e giudicare il mondo.
L'episodio dello smarrimento al tempio, come la vita di Betlemme, dell'Egitto e di Nazareth, è in pieno mistero pasquale. Luca ci dà una notizia estremamente importante: dopo la risposta di Gesù a sua madre, dice: "Maria e Giuseppe non compresero...". È dunque necessario passare attraverso l'oscurità del "non capire"! E subito dopo:
"Scese dunque con loro e venne a Nazareth e stava loro sottomesso": un altro versetto "bomba" su cui occorre bloccarsi.
E Maria custodiva nel suo cuore... Ecco la maestra della "lectio divina"!
Don Domenico MACHETTA
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