Don Paolo Zamengo SDB, "Vita da pastori "

Vita da pastori     Lc 2, 16-21  Maria Santissima Madre di Dio  (01/01/2016)
Una notte di veglia con i pastori ci aiuterebbe a vivere. Solitudine sconfinata, silenzi assoluti. Occhi
puntati sul lento vagare delle stelle. Orecchie tese a percepire i rumori della campagna e un freddo che spacca le ossa.

No, siamo sinceri, non siamo fatti per vivere da pastori. Al massimo sui pastori facciamo qualche inutile retorica poesia.

Ma a quei pastori, sentinelle dell’aurora, è stato concesso di essere gli occhi del mondo sulla nascita di Gesù. Il vangelo di oggi ci invita a guardare a questi pastori.

Erano giudicati talmente impuri da essere esclusi perfino dalla vita religiosa ufficiale. Ma lo sguardo di Dio si posa proprio su di loro e la notte si riempì di luce e la loro vita si riempì di senso. Questi umili, sporchi e puzzolenti guardiani di pecore, in quella notte, divennero i primi cristiani.

Ascoltano le parole dell’angelo, lasciano il gregge e in fretta vanno. I loro occhi alla grotta si riempiono di stupore. Vedono il bambino. “E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro”. I pastori hanno contemplato, hanno visto e ora si fanno missionari.

L’esistenza cristiana è racchiusa nella scena dei pastori di Betlemme e la loro vicenda è posta all’inizio del nuovo anno perché illumini i passi dei giorni che verranno. I nostri passi e quelli della nostra comunità parrocchiale.

Gli angeli avevano parlato del bambino ai pastori. Non mi sembra inverosimile che anche Maria lo abbia fatto quando quegli uomini giunsero alla grotta. Forse con Maria compresero di più del segreto che stava dischiudendosi davanti ai loro occhi.

Maria conosce bene il mistero del suo bambino perché ne è parte essenziale e perché “custodiva tutte queste cose nel suo cuore”. Lo stupore di Maria si distingue dalla generica sorpresa. Le parole negli altri suscitano meraviglia, in lei maturano l’ascolto e la consapevolezza.

C’è una parola che merita la nostra attenzione. Maria custodiva. Custodire. Non è semplicemente tenere a memoria. Custodire coinvolge il cuore e l’azione. Gli avvenimenti di Gesù hanno bisogno di essere collegati per capirne la logica e il significato, la direzione e la verità.

L’ascolto di Maria porta luce sul mistero di Gesù. Maria non è solo la madre, ne è anche l’interprete autentica.  Guardiamo Maria che veneriamo come la madre di Dio.

Maria non vive sola, lei porta in braccio Gesù. Maria continua a mostrare Gesù agli umili viandanti della fede di ogni tempo. Senza Gesù non c’è Maria: essa esiste per lui. Suo compito è generarlo nel mondo e indicarlo all’umanità. Nessuno più di lei può guidarci nell’impegno di conoscere e far incontrare Gesù.

Maria ci dona la forza indispensabile per ascoltare, annunciare e testimoniare il vangelo. Lei è il primo tabernacolo della storia. Con il suo atto di fede ha unito il cielo alla terra. Lei ci insegna a pronunciare il nostro sì a Dio. Come quello degli umili pastori, pieno di stupore e di gratitudine.

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