JUAN J. BARTOLOME sdb, LECTIO DIVINA-Santa Maria Madre di Dio

1 gennaio 2016 | Santa Maria Madre di Dio - Anno C | Lectio Divina
Lectio Divina su: Lc 2,16-21
Iniziamo un nuovo anno, nel quale sicuramente abbiamo qualche speranza di miglioramento. Se il passato non è stato tutto buono, se non si sono compiute le nostre previsioni, abbiamo una nuova opportunità, e dobbiamo coglierla ... Sarebbe più logico, nonché desiderabile, iniziare così l'anno. Ma non ci deve bastare: come credenti sarebbe sbagliato se non dovessimo chiederci quali siano le aspettative che Dio ha su di noi per questo nuovo anno. La Chiesa vuole che
iniziamo il nuovo anno con l'attenzione rivolta a Maria, la Madre di Dio. Maria ci insegna a non pianificare la propria esistenza prescindendo dai disegni di Dio, non serve una vita in cui Dio non viene preso in considerazione. Questo non è tutto, in Maria Dio ci ricorda che sarebbe disposto a fare miracoli in noi e attraverso di noi, se noi li avessimo dato più spazio e una migliore cura, la nostra vita non vale, se Dio non conta su di essa.


In quel tempo
16 [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia..
17 E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
18 Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.
19 Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
20 I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
21 Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo.
  I. LEGGERE: capire quello che dice il testo facendo attenzione a come lo dice

In Lc 2 la presenza ed il protagonismo di Maria è più evidente che in Lc 1. Gli eventi ricordati sono anche meno portentosi, più vicini alla realtà quotidiana, redatti dentro la storia mondiale (Lc 2,1-5), come lo è la cronaca della nascita di Gesù (Lc 2,6-20), un racconto che loda l'obbedienza di Maria: Maria ha 'compiuto' Dio, dando alla luce Gesù. Con tutto ciò, è curioso, che non è la madre di Gesù la protagonista nella cronaca dell'annunciazione. Maria appare solo all'inizio (Lc 2,5-7) ed alla fine (Lc 2,16-19.21).
Dopo aver narrato la nascita di Gesù a Betlemme (Lc 2,1-7) e l'annuncio angelico ai pastori (Lc 2,8-14), questi costatano quello che è successo e testimoniano il suo significato (Lc 2,15-20, trovandosi col bambino) come era stato detto loro (Lc 2,12.16); smettono di essere semplici uditori e si convertono in 'evangelizzatori' dei genitori di Gesù. Come Maria prima, scoprono nella rivelazione angelica un compito immediato; e mentre gli angeli ritornano al loro mondo (Lc 1,38) essi partono per Betlemme (Lc 2,15). I pastori vogliono vedere quello che è stato loro annunziato. Senza dilazione, seguono le indicazioni di Dio (Lc 1,39) vanno all'incontro di quell'annunciato; non cercano qualcosa di sconosciuto, seguono un'indicazione precisa. Ma non si imbatterono solo con quello che gli fu predetto (Lc 2,12): il neonato è circondato da una famiglia (Lc 2,16), nella quale risalta, contro ogni logica, Maria (Lc 2,7.19.34-35.48.51). Simile messia, un bambino disteso in un presepe, risulterebbe inimmaginabile. Comprovata la veracità dell'annuncio (Lc 2,17), si trasformano in annunciatori: la famiglia di Dio è evangelizzata da alcuni pastori (Lc 2,18)! Coloro che furono illuminati dalla gloria di Dio portano quella luce dove abita la famiglia di Dio. La reazione generale è di sorpresa: tutti, beneficiari di quello che è successo, si meravigliano (Lc 1,18).
Ora la scena si incentra in Maria, segnalando la sua reazione (Lc 2,19). Conserva quell'accaduto meditandolo nel suo cuore; non respinge quello che non comprende, sopporta quello che non riesce a capire. Nel suo intimo, cerca di mettere in ordine quello che succede, trovare la sua logica. Invece di rimanere semplicemente ammirata, sorpresa dal suo Dio, cerca di entrare nel mistero, attiva l'intelligenza del cuore. Continua a meditare, facendola sua, una posizione di fede (Lc 1,45) e, senza dubbio, ora più che la prima volta. Perché deve lasciarsi dire da alcuni estranei il senso dell'avvenimento che sta vivendo. Prima della concezione, ebbe un inviato di Dio; dopo l'annunciazione, compiuta la missione, gli sono inviati alcuni uomini; evangelizzata da Dio per arrivare ad essere madre; dopo esserlo stato, è evangelizzata da alcuni pastori. A maggiore familiarità con Dio, sperimenta minore vicinanza di Lui.
I pastori ritornano ai loro lavori lodando Dio; quello che è stato loro annunciato e che hanno visto li ha convertiti all'adorazione ed alla testimonianza (Lc 2,20); sono già come angeli per Dio (Lc 2,13). Furono evangelizzati, per mezzo dell'ascolto e la visione; fu loro imposto un sforzo di obbedienza che porta ora alla glorificazione del Dio ubbidito, perché compie quello che annuncia e lascia vedere la salvezza a chi gli crede. I pastori ritornano all'anonimato e alla notte, alla veglia ed al lavoro; ma la loro esperienza e la loro testimonianza non si sono perse. Vivono nel cuore di Maria e vivranno nel seno della comunità cristiana per sempre.
 II. MEDITARE: applicare quello che dice il testo alla vita

Il Vangelo racconta due eventi diversi in cui la maternità di Maria è un marchio per entrambi le affermazioni sul suo figlio Gesù. I pastori trovano il Messia dove e quando si imbattono in Maria, non importa se è stata una mangiatoia dove giaceva il bambino. L'umiltà del luogo non è ostacolo per incontrare Gesù se li c'è Maria. Persone semplici e vigili, come i pastori, non si scandalizzano nel vedere il Salvatore in simile posto e in tale compagnia. Per trovarci con un Dio così umano e impotente si devono vedere le cose con il cuore, e gli eventi con la fede. L'essere madre di Gesù, ha supposto per Maria un percorso ininterrotto di obbedienza a Dio. Non c'è altro modo per arrivare a Dio. C'è l'ha ricordato il Vangelo; appena il bambino è stato adagiato nella mangiatoia, quando deve sentire da estranei quanto gli angeli avevano detto loro, e mentre i pastori ritornano a casa glorificando Dio, Maria rimane stupita di quello che è successo, meditandolo nel suo cuore. Come ogni credente, Maria doveva accogliere col cuore quello che ha visto e vissuto con suo figlio, il neonato figlio di Dio. Maria, santa donna che era riuscita ad avere Dio nel suo seno, dovrà diventare testimone silenziosa ed ascoltatrice attenta quando ebbe davanti in carne ed ossa, il Dio che aveva concepito; il contatto quotidiano con il Dio al quale aveva dato vita, ha fatto di essa, senza dubbio, una esperta in Dio, l'ha obbligata a contemplarlo nella vita quotidiana.
A chi si sapeva che doveva essere 'madre del Signore', doveva sembrare, per lo meno strano che la nascita di Dio passasse così inosservata. Se il concepimento di Dio è stata una sorpresa enorme, la sua natività, inaspettata nel mondo, ha dovuto causare una grande delusione: come era possibile che nessuno aspettasse il Salvatore? Solo alcuni pastori dei dintorni, che erano in vigilia quella notte, conobbero la grande gioia. Prima di diventare madre, Maria ha ricevuto il messaggio di un angelo, e poi la visita di alcuni pastori. Gente poco affidabili, come erano i pastori in quel tempo, sono stati scelti per ricevere il Vangelo, mentre la gente dormiva. Il primo evangelizzato è sempre colui che si conosce povero davanti a Dio e al mondo, senza risorse e senza aiuti, che vivono all'intemperie, senza ulteriore assistenza che quella che può offrire Dio. Sono stati scelti per confermare alla madre di Dio che quello che stava accadendo era stato previsto da Dio.
Non c'è da stupirsi, dunque, che Maria, con Dio fra le sue braccia, capisca appena qualcosa di ciò che stava accadendo attorno a lei. Quindi non dimentichiamo, la madre serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. Davanti al mistero di Dio, di un Dio che è nato in povertà, di un Dio a portata di mano dei più semplici, di un Dio che è, dove si trova Maria, non vi è altra scelta che prendere la posizione di sua madre: guardare tutto con amore e conservarlo con cura. Davanti ad un Dio che può arrivare come un bambino, del quale ci possono parlare persone che non conosciamo o valorizziamo, nessun altra reazione è possibile che quella di Maria: in silenzio, arrendersi davanti alla grandezza di un Dio così piccolo, e lasciare soltanto che parli il cuore. Il Dio che non si capisce può risultare insignificante e inutile, sempre che non si abbia il coraggio di contemplarlo: guardare tutto con affetto e conservarlo con attenzione è il metodo mariano di rimanere con il Dio che, per farsi per noi piccolo o troppo normale, non riusciamo a capire.
Non possiamo, come Maria, dare corpo a Dio, ma almeno potremmo osare di guardarlo ed adorarlo con il cuore: un Dio così caro nasce nel cuore. Se guardiamo ciò che accade nella nostra vita, quel che ci circonda, per banale e insignificante che sia, con l'atteggiamento di Maria, presto scopriremmo Dio li dove ci siamo incontrati con essa, come fecero i pastori. Non possiamo, come Maria, dare vita e sangue a Dio, ma almeno possiamo osare guardarlo ed adorarlo con il cuore, in modo da ottenere di portarlo dentro di noi, nella nostra vita.
Dovrebbe meravigliarci, come Maria, che i primi ascoltatori e i primi testimoni della nascita di Gesù fossero i pastori: Dio sceglie come portavoce della sua gioia e scopritori del suo Figlio delle persone trovate a vegliare nella notte. A loro ha affidato il suo messaggio ed il compito di identificare Dio, furono coloro che hanno sentito gli angeli e il loro canto: la gloria di Dio in cielo e la pace tra gli uomini è stata assicurata in quel neonato. E i poveri, che hanno poco e niente da perdere, hanno potuto puntare tutto su questo incredibile Dio: andiamo a Betlemme e vediamo cosa è successo. Non si sono pentiti: hanno trovato Maria e il bambino.
Soltanto i semplici possono identificare Dio nel bambino che giace in una mangiatoia, senza perdere la loro fede, nel vedere un Dio così insignificante diventano evangelizzatori di Maria. Soltanto i poveri possono riconoscere nella povertà di una mangiatoia e la solitudine dei genitori senza dimora fissa, la presenza di Dio sulla terra: inventare Dio, nella scoperta di un neonato è impresa di vergini madri e pastori vigili, cioè, di chi, conoscendo la propria disabilità e povertà, non si scandalizzano di un Dio così piccolo e insignificante; è necessario, infatti, tanta fede da non vergognarsi di un Dio 'bambino in una mangiatoia.' L'abbiamo, questa fede mariana, che, di quanto vede non capisce nulla, ma ritiene nel suo cuore? Abbiamo qualcosa di questa credulità di poveri pastori, che devono vegliare per vedere Dio nato, mentre gli altri dormono? I Pastori hanno svelato quello che loro era stato detto: evangelizzati sono diventati evangelizzatori; proclamarono quello che avevano sentito, e quanti li hanno ascoltati si sono meravigliati, e lodavano Dio. Dalla paura passarono alla fede, dall'ascolto del messaggio dell'angelo alla testimonianza. Qui abbiamo percorso tutto un cammino di fede. Magari lo prendessimo come compito di quest'anno! ci troveremmo già al traguardo, come i pastori, con Dio reso accessibile alla nostra piccolezza, e con Maria, sua madre. Il vero credente, proprio perché è povero, è obbediente e fa tutto quello che gli è detto e loda facilmente il suo Signore. Chi ha trovato Dio nel grembo di Maria, anche se una sola volta, diventa orante, sempre grato e felice di avere un Dio bambino.
Come i pastori, è l'obbedienza a Dio che ci farà trovare con Gesù e Maria sua madre: agli obbedienti non da fastidio il vedere in una mangiatoia il loro Dio, un Dio così povero, così impotente, familiare ai poveri. Il Dio che ha partorito Maria, quello che è dove è Maria, è un piccolo Dio, la grande gioia di colui che si fida di Dio è trovare Maria e, con essa, un Dio alla sua altezza.
All'inizio dell'anno, chiediamo a Maria che diventi maestra di vita di quest'anno: che vediamo con gli occhi del nostro cuore quanto non riusciamo a raggiungere con la visione o la ragione, che arriviamo al cuore delle cose, in cui Dio Padre si nasconde, e conserviamo fedeli, il suo insegnamento, con il cuore.

[Traduzione di don Nino Zingale sdb]

Juan J. BARTOLOME sdb

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