Mons.Antonio Riboldi,"Vi do la mia pace"
Un augurio per Capodanno
Omelia del 1° gennaio 2016
Vi do la mia pace
Oggi, solennità che la Chiesa dedica a Maria Madre di Dio e Giornata della pace, seppure in mille modi diversi, tutti, ma proprio tutti, abbiamo bisogno di ritrovare la pace.
Vi sono tante domande nel nostro cuore che, umanamente, restano senza risposte; tanti ‘perché’, che paiono non avere un senso. Spesso restiamo frastornati, confusi, e qualcuno angosciato, dalle tante notizie, a volte agghiaccianti, che rendono l’aria irrespirabile.
Qualcuno, anche tra noi, discepoli di Gesù, può giungere a chiedersi: ‘Ma Dio dov’è?’.
Carissimi, Dio è qui, è in mezzo a noi, continua a prendersi cura di ciascuno di noi, come solo un Padre tenerissimo può fare, ma mai rinuncerà a desiderare da noi un amore corrisposto, libero. È il più grande dono che ci ha fatto: la libertà, di cui l’amore vero si nutre nella verità.
Non ci tratta come ‘burattini’, perché per Lui siamo figli!
Oggi, nel Vangelo, proprio attraverso la Madre del Suo figlio e nostra Mamma celeste, ci offre un esempio di come imparare ad essere figli. Dopo la nascita di Gesù, di fronte a quello che i pastori avevano riferito di ‘ciò che del bambino era stato detto loro … Maria da parte sua custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore’. (Lc 2, 16-21)
Non è facile imparare a leggere nella storia e nelle nostre vicende personali con occhi di fede. È necessario contemplare il Bambino e Sua Madre e Sua Discepola nella fede. Occorre lasciare che la Luce dissipi le nostre tenebre, nel silenzio della preghiera e nella carità operosa, chiedere di essere illuminati interiormente e rafforzati nella speranza. Solo lo Spirito di Dio può operare il grande miracolo di saperci fidarsi di Dio e credere senza tentennamenti che ‘tutto coopera al bene per chi Lo ama’. Questa è la via, come scrive S. Paolo ai Galati, per sentirci ed essere figli:
“E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del Suo Figlio, il quale grida: ‘Abbà! Padre!’. Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio”. (Gal. 4, 4-7)
La consapevolezza di essere figli ci rassicura, perché significa ‘essere custoditi’ dal Padre, che è fedele e Misericordioso, sempre, nonostante tutte le nostre miserie, e desidera con tutto se stesso di poterci ‘concedere la Pace’, perché possiamo diventare ‘operatori di pace’.
Ricordiamo le parole iniziale di Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata mondiale della Pace, che vi invito a leggere: “Dio non è indifferente! A Dio importa dell’umanità, Dio non l’abbandona! All’inizio del nuovo anno, vorrei accompagnare con questo mio profondo convincimento gli auguri di abbondanti benedizioni e di pace, nel segno della speranza, per il futuro di ogni uomo e ogni donna, di ogni famiglia, popolo e nazione del mondo, come pure dei Capi di Stato e di Governo e dei Responsabili delle religioni. Non perdiamo, infatti, la speranza che il 2016 ci veda tutti fermamente e fiduciosamente impegnati, a diversi livelli, a realizzare la giustizia e operare per la pace. Sì, quest’ultima è dono di Dio e opera degli uomini. La pace è dono di Dio, ma affidato a tutti gli uomini e a tutte le donne, che sono chiamati a realizzarlo.
E seguendo il suo esempio affidiamoci ‘all’intercessione di Maria Santissima, Madre premurosa per i bisogni dell’umanità, affinché ci ottenga dal suo Figlio Gesù, Principe della Pace, l’esaudimento delle nostre suppliche e la benedizione del nostro impegno quotidiano per un mondo fraterno e solidale.’
Questo è il mio augurio più sincero, nella preghiera, per il nostro 2016, ringraziando il Signore del tempo che ci concede per imparare a vivere da figli e poter, un giorno, esserlo in pienezza.
Antonio Riboldi - Vescovo
Omelia del 1° gennaio 2016
Vi do la mia pace
Oggi, solennità che la Chiesa dedica a Maria Madre di Dio e Giornata della pace, seppure in mille modi diversi, tutti, ma proprio tutti, abbiamo bisogno di ritrovare la pace.
Vi sono tante domande nel nostro cuore che, umanamente, restano senza risposte; tanti ‘perché’, che paiono non avere un senso. Spesso restiamo frastornati, confusi, e qualcuno angosciato, dalle tante notizie, a volte agghiaccianti, che rendono l’aria irrespirabile.
Qualcuno, anche tra noi, discepoli di Gesù, può giungere a chiedersi: ‘Ma Dio dov’è?’.
Carissimi, Dio è qui, è in mezzo a noi, continua a prendersi cura di ciascuno di noi, come solo un Padre tenerissimo può fare, ma mai rinuncerà a desiderare da noi un amore corrisposto, libero. È il più grande dono che ci ha fatto: la libertà, di cui l’amore vero si nutre nella verità.
Non ci tratta come ‘burattini’, perché per Lui siamo figli!
Oggi, nel Vangelo, proprio attraverso la Madre del Suo figlio e nostra Mamma celeste, ci offre un esempio di come imparare ad essere figli. Dopo la nascita di Gesù, di fronte a quello che i pastori avevano riferito di ‘ciò che del bambino era stato detto loro … Maria da parte sua custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore’. (Lc 2, 16-21)
Non è facile imparare a leggere nella storia e nelle nostre vicende personali con occhi di fede. È necessario contemplare il Bambino e Sua Madre e Sua Discepola nella fede. Occorre lasciare che la Luce dissipi le nostre tenebre, nel silenzio della preghiera e nella carità operosa, chiedere di essere illuminati interiormente e rafforzati nella speranza. Solo lo Spirito di Dio può operare il grande miracolo di saperci fidarsi di Dio e credere senza tentennamenti che ‘tutto coopera al bene per chi Lo ama’. Questa è la via, come scrive S. Paolo ai Galati, per sentirci ed essere figli:
“E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del Suo Figlio, il quale grida: ‘Abbà! Padre!’. Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio”. (Gal. 4, 4-7)
La consapevolezza di essere figli ci rassicura, perché significa ‘essere custoditi’ dal Padre, che è fedele e Misericordioso, sempre, nonostante tutte le nostre miserie, e desidera con tutto se stesso di poterci ‘concedere la Pace’, perché possiamo diventare ‘operatori di pace’.
Ricordiamo le parole iniziale di Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata mondiale della Pace, che vi invito a leggere: “Dio non è indifferente! A Dio importa dell’umanità, Dio non l’abbandona! All’inizio del nuovo anno, vorrei accompagnare con questo mio profondo convincimento gli auguri di abbondanti benedizioni e di pace, nel segno della speranza, per il futuro di ogni uomo e ogni donna, di ogni famiglia, popolo e nazione del mondo, come pure dei Capi di Stato e di Governo e dei Responsabili delle religioni. Non perdiamo, infatti, la speranza che il 2016 ci veda tutti fermamente e fiduciosamente impegnati, a diversi livelli, a realizzare la giustizia e operare per la pace. Sì, quest’ultima è dono di Dio e opera degli uomini. La pace è dono di Dio, ma affidato a tutti gli uomini e a tutte le donne, che sono chiamati a realizzarlo.
E seguendo il suo esempio affidiamoci ‘all’intercessione di Maria Santissima, Madre premurosa per i bisogni dell’umanità, affinché ci ottenga dal suo Figlio Gesù, Principe della Pace, l’esaudimento delle nostre suppliche e la benedizione del nostro impegno quotidiano per un mondo fraterno e solidale.’
Questo è il mio augurio più sincero, nella preghiera, per il nostro 2016, ringraziando il Signore del tempo che ci concede per imparare a vivere da figli e poter, un giorno, esserlo in pienezza.
Antonio Riboldi - Vescovo
Commenti
Posta un commento