P. Paolo Berti,“Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose”

Omelia  Solennità Maria SS. Madre di Dio        Lc.2,16-21
“Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose”
La nostra realtà umana dopo il peccato originale è tale che non possiamo più sperimentare la
condizione dell'innocenza primordiale, dove la carne era assopita, docile alla ragione, in armonia con lo spirito. Con ciò non voglio dire che la natura umana sia ora colpita in modo tale che su di essa regni sovrano il senso. Non è così. Ciascuno di noi, tuttavia, sperimenta come la carne non sia assopita, ma ben desta. Vorremmo che essa di nuovo risultasse assopita, ma dobbiamo dire con san Paolo (Rm 7,16-17.20): "Io faccio non quello che io voglio, ma quello che detesto (...) Ora se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me". Ecco, Paolo voleva essere sempre assorto nella preghiera senza la minima distrazione, ma ciò non avveniva. Non voleva sentire i morsi della carne ma, nonostante che li detestasse e li combattesse con fermissima volontà, li avvertiva. Non assecondava la carne, san Paolo, ma pur ne sentiva il peso.
Come fare? Come fare a dare una direzione alla carne, visto che la strada di ritorno all'antico stato paradisiaco è impossibile? Ecco, la carne se dominata diventa occasione di crescita in Cristo.
La direzione da prendere è Cristo! La strada è Cristo! Questa strada è talmente bella e alta, che non si deve provare - noi che siamo in grazia di Dio - nostalgia verso l'antico stato, verso il giardino dove gli uomini erano incoronati di ingenue corone, ma dobbiamo invece desiderare il giardino della Redenzione, dove tra i dolci frutti dello Spirito Santo ci sono le gemme luminose delle corone di spine; le corone della partecipazione alla passione di Cristo per poter ottenere poi le corone di gloria del cielo (Cf. 1Pt 5,4).
All'inizio di un anno nuovo gli uomini incalliti nel peccato, sovrastati dalla carne, non desiderano di certo le innocenti corone del paradiso terrestre, del resto ormai perdute, ma si dispongono ad andare avanti nella costruzione di un loro paradiso terrestre, dove regnano idoli subdoli, che dopo aver dato un attimo di insana ebbrezza, danno orrore. Loro non guardano indietro, ma avanti. Il loro progresso è segnato dalla costruzione di un paradiso terrestre, magari spaziale con la fondazione di stazioni orbitanti o planetarie. Ma anche noi, che siamo in Cristo, guardiamo in avanti, sapendo che non un voltafaccia di Dio ci ha allontanati dall'antico stato, ma un nostro peccato. Non una crudeltà di Dio il conseguente castigo, ma una misericordia per farci rientrare in noi stessi. Non una disperata strada nella quale vennero incamminati gli uomini, ma una strada di speranza, di salvezza eterna. Nella "pienezza dei tempi", dice san Paolo, Dio mandò il suo Figlio. "Pienezza dei tempi" nella quale l'antica strada, ha il suo punto di arrivo, il suo scopo, per una partenza nuova, lunisossima. La strada diventa nuova, ricca di novità, è una Persona, è incontro con una Persona, prima di essere percorso spirituale. E' Cristo con il suo esempio, la sua Parola, il suo Sangue. E' percorso spirituale in Cristo, sole sorto dall'alto che guida il suo popolo verso la Gerusalemme celeste, dove lui è salito glorioso. Il cammino nuovo compenetra la storia per mezzo della Chiesa, e diventa civiltà.
Nella "pienezza dei tempi", nel punto di arrivo della vecchia strada, non per una sosta, ma per attuare tutto il significato della vecchia strada, non per una conclusione, ma per una partenza nuova.
C'era pace su tutta la terra, nella "pienezza dei tempi"; pace, che era assenza di guerra per l'abilità del re romano e la provvidenza di Dio, ma non pace vera. Non pace vera, ma solo presupposto per facilitare l'accoglienza della vera Pace che è data dalla riconciliazione con Dio operata da Cristo.
Ci domandiamo se verrà un'altra pienezza dei tempi, un'altra pax sulla terra, una pax che faciliti la diffusione del Vangelo in tutta la terra. Verrà! Verrà quando gli uomini sperimenteranno il fallimento della costruzione del loro idolatra giardino terreste.
"Nato da donna", ci proclama san Paolo, per dire che Cristo non è sceso dal cielo con un corpo creato dal nulla, ma che ha voluto condividere la nostra condizione umana, le tappe della nostra esistenza, anche quella della dipendenza dalle cure di una madre. Il suo è stato un ingresso indubitabile nel tempo e nello spazio: "Nato da donna". Il suo ingresso nel tempo e nello spazio ha segnato la storia poiché di lui rimane una presenza stabile: lui vivente nella Chiesa.
La Chiesa, che trova il suo più alto modello nella figura di Maria, e oggi guarda a lei per meglio trovare sé di fronte all'anno che è cominciato.
Noi, guardiamo a Maria all'inizio di un nuovo anno.
Cosa ci aspetta? Questo: continuare a seguire Cristo. Continuare a parlare d'amore, di pace, di vita. Continuare a testimoniare Cristo senza sgomenti e senza stolte fiducie nel mondo.
Continuare a discernere le cose buone da quelle cattive; le cose utili dateci dalla scienza e dalla tecnica, senza esserne coinvolti e catturati.
Quante cose gli uomini hanno fatto, mossi dalla volontà di essere come Dio: velocità sempre più forti, scalate di pianeti verso il cielo, manipolazioni genetiche per impadronirsi - se fosse possibile - delle chiavi della vita. Ordigni terribili per essere i "signori della morte". Strategie di avversione alla vita nascente, per essere gli arbitri della vita. Strategie per la fine della vita, per essere i padroni della vita e anche della morte. Diluvi culturali densi di errori per sommergere e soffocare quanto sa di Dio. In tutto questo la Chiesa, noi, dobbiamo camminare, e camminare positivamente.
E così guardiamo a Maria, la Madre di Dio, la Madre della Chiesa.
Il Corpo, la Chiesa, non può avere altra Madre che quella che ha generato il Capo.
Chi ha Dio per Padre non può non avere Maria per madre.
Nostra più che mai deve essere l'invocazione del salmista:
"Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra".
Noi diremo ad ogni uomo:
"Ti benedica il Signore e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace".
Chiediamo che il Signore benedica ogni uomo. Cristo ci ha comandato di benedire e non di maledire (Lc 6,28; Rm 12,14). Dio solo, in quanto giudice, può maledire, e lo fa quando la misura del delitto ha sorpassato quella misura che solo lui può valutare. Noi dobbiamo dire sempre ad ogni uomo: Dio ti benedica. Amen. Ave Maria. Vieni, Signore Gesù.

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