PARROCCHIA S.MARIA DEGLI ANGELI, Omelia III^ DOMENICA DI AVVENTO

Omelia III^ DOMENICA DI AVVENTO- ANNO C 2015-
S.Messa vespertina Domenica 13 dicembre
Siamo ormai prossimi al  Natale,  alla festa che  viviamo con il segno della Carità  non solo  attraverso la colletta che svolgeremo tra poco, ma anche con i l segno del campo INSIEME  con i disabili.

Perché la carità?
Perché essa è la risposta  di Giovanni il Battista alla domanda di coloro che desideravano fare un cambiamento nella loro vita:" Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?»
Il profeta dà alcune indicazioni:" Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
La carità deve legare, innanzitutto, con la giustizia. Come diceva  l'Abbè Pierre:"La vera carità non è piangere o donare, ma agire contro l'ingiustizia".
Il povero è il frutto dell'ingiustizia e perché ci sia giustizia non  dovrebbero esserci i poveri.
 Stiamo attenti a non cadere anche noi in una carità di assistenza invece che di promozione dell'umano.
La vera risposta non è un gesto di elemosina, ma  una sequela della vita:" Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
La venuta di Cristo è l'avvenimento della giustizia, è l'avvenimento della Verità che l'uomo brama, desidera e cerca ardentemente.
 Il dono di questa Grazia ci è stato dato con il Battesimo. Oggi  è anche la festa di Santa Lucia che, insieme a tante altre ragazze, ha dato la sua vita, nel martirio. Perché  hanno vissuto questa scelta completa? Perché hanno lasciato che la Grazia dello Spirito Santo fosse la loro forza.
Mentre preparavo l'omelia di oggi, leggevo la testimonianza su Rita Fossaceca, la dottoressa uccisa in Africa il 28 novembre scorso. Vi leggo un passo dell'omelia di don Angelo Sceppacerca, che conosceva la donna:«Oggi inizia l'Avvento, il tempo di attesa del Natale. In un'altra scuola di bambini – dove non manca il latte,  nell'interland milanese, mancherà il presepe, i canti natalizi, il crocifisso. Vorrei suggerire a quelle famiglie di esporre almeno la foto sorridente di Rita  con sotto  la spiegazione. La Fede è questo amore e per capire come è possibile un amore che ti porta in quei luoghi a rischio della vita, serve proprio un crocifisso. Non lo possiamo rimuovere».

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