Don Arnaldo SCAGLIONI sdb "In principio era il Verbo…"

3 gennaio 2016  |  2a Domenica di Natale - Anno C  |  Omelia
"In principio era il Verbo…" Gv 1.1-18
In principio, ovvero da dove incominciare?
La liturgia di queste domeniche dopo il Natale affronta e approfondisce questa domanda:

chi è Gesù?
I 4 evangelisti rispondono univocamente: Gesù è la Parola fatta carne.
Per ognuno di loro cambia il punto di vista, il punto di partenza.
* Marco parte dalla fede in Gesù Figlio di Dio
"Vana sarebbe la nostra fede se Cristo non fosse risorto" - commenta Paolo.
* Luca prende il via dal canto degli Angeli:
   Gloria a Dio nell'alto dei cieli e Pace in terra agli uomini di buona volontà".
* Matteo si aggancia alla PROMESSA fatta ad Abramo e ripetuta di generazione in generazione fino ad arrivare a Giuseppe, lo sposo di Maria.
*Giovanni risale su su fino all'Amore di Dio che si Parola, carne.

Gesù è la dimensione umana di Dio.
Su Gesù Dio si fa dono, Parola.

1. La Parola è Rivelazione
Dio non sta sulle sue, chiuso in se stesso.
Dio non è l'aristotelico "MOTORE IMMOBILE" dell'universo.
Si rivela. Si fa conoscere: è uno e trino. E' Padre. E' Figlio, è Spirito Santo.
Rivela l'uomo all'uomo. Fa sentire ognuno di noi "creatura", "figlio" "a sua immagine e somiglianza".
E' verità!
Che cos'è la verità? Si sente chiedere Gesù da Pilato nei giorni della sua passione…
La verità è Gesù! La verità è davanti a Pilato; a tutti noi Gesù sta di fronte…

2. La Parola è Relazione
Dio non è solo, non è SINGLE.
E' comunione. E' Amore. E' misericordia.
Si fa uomo. Vive a tu per tu con ognuno di noi.
In Gesù si dona fino a morire perché la vita sia in noi.

"Gesù, sii Gesù per me!"
E' l'invocazione in bocca a S. Filippo Neri che voleva essere aiutato
dallo stesso Gesù ad amarlo, a seguirlo.
Ama ciò che sei! Sono amato da Dio!

3. La Parola è Dono
La Parola è rugiada, spruzzo di pioggia. Arriva dovunque.
Feconda ogni terreno. Fa frutti in abbondanza ad ogni stagione.
E' un albero sempre verde, non teme la siccità, le sue foglie non ingialliscono.
Affonda le sue radici a ridosso dell'acqua che scorre.

Gesù conosce l'arte di saper parlare.
Sa arrivare al cuore del povero, del pubblicano.
La sua parola guarisce, consola, conforta la peccatrice,
risveglia la samaritana all'Amore vero,
ridà la vita all'amico Lazzaro, fa scendere Zaccheo dall'albero…

Una domanda mi è lecita

"Come ci comportiamo con la Parola di Dio?"
Come Pietro siamo in grado di esprimerci: "Sulla tua Parola… getto la mia rete in mare"?

In principio c'è sempre la tua Parola:

in S. Francesco: "Ripara la mia Chiesa"
in S. Ignazio: "Ad majorem Dei gloriam"
in S. Agostino: "Si isti et illae, cur non ego"?
in Don Bosco: "Renditi umile, forte e robusto"
in Papa Giovanni: "Oboedientia et pax".

"Essere di parola" è un impegno.
"Ti basta la mia parola" è una professione di fede.
"Parola" coincide con una stretta di mano. E' una promessa da mantenere e osservare.
E' come dire "lo giuro".
"Sono di parola" è la soddisfazione di aver eseguito un compito.

La Parola data - è ricca di sollecitazioni
- fa del bene. E' un punto di appoggio
- incoraggia, aiuta, dà senso e vita
- è coerenza, fiducia, stima.

Esiste tutta una serie di modi di dire che vanno fatti riemergere, rivivere.
Non dovrebbero invecchiare o scomparire.
Purtroppo la parola sta cambiando pelle: da verbale sta diventando digitale.
Chi parla più in treno? Ognuno è chiuso sul proprio telefonino o sul proprio smartphone.
Quando sei in strada, tanti parlano da soli.
La conversazione a tu per tu a tavola, in pizzeria sta perdendo i colpi.

L'analisi è impietosa, ma l'invito va fatto:

Rimettiamo la Parola di Dio al primo posto. Gli compete.
Ridiamo voce alla parola, alla conversazione, alla confidenza.
Dimmi come parli e ti dirò chi sei.

Don Arnaldo SCAGLIONI sdb

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