Don Attilio GIOVANNINI sdb"Dio sorride."

24 gennaio 2016 | 3a Domenica T. Ordinario - Anno C | Appunti per Lectio
Dio sorride.
Giosuè figlio di Nun, succeduto a Mosè nella guida del popolo, una volta entrato nella terra promessa
raduna tutte le tribù a Sichem e le mette davanti a una scelta radicale: o adorare JHWH, il dio che li ha liberati dall'Egitto, o servire altri dei. Ottenuta l'adesione al Dio di Mosè, egli consegna loro la Legge.
Ottocento anni dopo il re Giosia, a seguito degli scavi per il tempio ritrova il rotolo della Legge. Convoca anche lui un'assemblea e ne dà lettura pubblica integrale, dopo di che fa proclamare la loro fedeltà ad essa.
Duecento anni dopo, al ritorno dall'esilio, il sacerdote e scriba Esdra porta il rotolo della Legge davanti a tutto il popolo che si è radunato spontaneamente e la legge tutta intera. L'effetto è enorme. Il popolo sente che quella è la voce del suo Dio, che in quelle parole di giustizia Dio si fa conoscere. La sua promessa di salvezza li commuove e la sua santità li getta in ginocchio, ma i suoi precetti poi li ascolta in piedi, come chi è pronto a eseguire gli ordini.
È quella parola che li unisce e dà loro la forza di ricostruire il paese.
In quella parola scoprono che il primo a gioire del loro ritorno dall'esilio è Dio, il più contento della loro riconquistata libertà è il loro Signore, colui che già li ha liberati dalla schiavitù d'Egitto, colui che li ha difesi dagli attacchi dei Filistei, e poi dagli Assiri, e ora li ha riportati da Babilonia. Egli sempre li libera e li libererà, finché verrà il grande liberatore... il messia.
Ebbene, quando arriva il Messia Gesù, ecco che comincia anche lui dal rotolo, da quelle parole antiche in cui si legge la promessa di liberazione dei prigionieri, di emancipazione degli oppressi, di fuoruscita dalle celle buie della prigione.
Gesù legge quelle parole e assicura che davvero Dio non è il padrone severo e suscettibile che possiamo costruirci nelle nostre paure, ma è il Padre che rassicura gli umili, fascia i cuori feriti, difende i diritti dei poveri; il Padre che sempre ci dà il modo di rialzarci e ricominciare; il Padre che, quando le cose sono arrivate al peggio, lui proclama un nuovo anno di grazia, un giubileo di misericordia che azzera gli squilibri, cancella le sconfitte, ridona la volontà di andare avanti a edificare un mondo migliore.
Tutto questo Gesù non lo proclama a parole: lo dimostra con la sua stessa vita, lo rivela in se stesso. Egli vive da povero che non dubita dell'assistenza del Padre, vive da libero che non flette davanti a nessun potere, da Figlio che persegue il progetto predisposto dal Padre e non vacilla di fronte a nessun ostacolo o tentazione, e così dimostra che è possibile e reale un mondo nuovo. Quando Gesù dice:

* Oggi si compie questa Scrittura

non sta facendo retorica vuota, ma garantisce che l'anno di grazia è cominciato. Adesso davvero i poveri ritrovano una dignità, gli schiavi sono liberati, chi ha sbagliato ritrova un nuovo inizio, chi è solo scopre tanti fratelli.
Con Gesù infatti nasce il nuovo popolo di Dio, il popolo della nuova Alleanza, quella che non fallisce perché stabilita nei cuori per mezzo dello Spirito.
Lo Spirito compie il prodigio di unire i diversi lasciandoli diversi. Giudei e greci, schiavi e liberi, uomini e donne, giovani e vecchi, poveri e ricchi, istruiti e semplici... lo stesso ed unico Spirito li fa membra dello stesso e unico corpo. L'importante è che gli uni vivono per gli altri, trasformando le diversità in risorse. E tutto in ordine e armonia, perché al vertice sta la carità. E tutto è fatto in nome di Gesù, di cui tutti sono membra.
Oggi tutto questo è reale. Naturalmente per chi prende sul serio la sua parola. Per chi la ascolta sempre, la legge tutta, non come un testo di dottrine, ma come il messaggio vivo di Gesù vivo.

La Parola è una persona!
Con quale attenzione l'abbiamo ascoltato oggi?
Con quale gioia abbiamo accolto il suo annuncio di una vita nuova?
Ci siamo accorti che Dio sorride?
Don Attilio GIOVANNINI sdb
 Fonte:  www.donbosco-torino.it

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