Don Bruno FERRERO sdb"L'UOMO CHE VOLEVA INCONTRARE DIO"

6 gennaio 2016 | Epifania di Gesù - Anno C | Omelia
Oggi è una giornata bellissima: celebriamo la festa dell'infanzia missionaria e quella dei cercatori di
Dio. Cercare Dio è il compito più importante della nostra esistenza e dobbiamo decidere con urgenza: "Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce".

L'UOMO CHE VOLEVA INCONTRARE DIO

C'era una volta, tanto tempo fa, un uomo semplice e buono. Era un buon marito, un papà premuroso, un vicino generoso, un contadino onesto. E moglie e figli lo circondavano di tenerezza. Tuttavia l'uomo trovava che il destino era stato duro con lui. Non faceva che lamentarsi della sorte che gli era toccata. Invano la moglie cercava di farlo riflettere: "Dio sa quello che fa, fidati!".
"Hai ragione. Dio sa il perché di tutto questo. Posso fare una cosa sola: andare a cercarlo e chiederlo a Lui".
Così, un bel giorno, l'onesto padre di famiglia che non era mai uscito dal suo villaggio si mise in cammino alla ricerca di Dio.
Una sera sentì la gelida lama di un coltello appoggiata alla gola. La brandiva un bandito dagli occhi di fiamma. "Dammi i soldi! Ho già rapinato novantanove persone e tu sei la centesima!". Il pover'uomo vuotò il sacco e le tasche, dicendo con voce tremante: "Se vuoi, prendimi tutto, ma lasciami andare. Voglio incontrare Dio per chiedergli perché l'uomo onesto è così spesso povero e il disonesto ricco". Il bandito cambiò atteggiamento e gli disse: "Ti chiedo solo un favore. Uno solo. Quando troverai Dio, chiedigli se un uomo che ha assalito novantanove volte il suo prossimo, ma ha sentito pietà per il centesimo, merita ancora il suo perdono".
"Non mancherò", disse l'uomo prima di ripartire.
Dopo alcuni giorni, l'uomo fu coperto dalla polvere sollevata da un superbo cavallo. Il cavaliere dagli abiti sfarzosi chiese al polveroso viandante: "Dove vai?". "Vado a cercare Dio", spiegò l'uomo un po' intimidito. "Devi farmi un favore", proseguì il ricco a bassa voce. "Quando incontrerai Dio, non dimenticare di raccontargli che io sono molto ricco, ma anche molto pio e buono. Chiedigli se per questo mi riserva un buon posto in cielo". Il pellegrino promise che l'avrebbe fatto e riprese il cammino.
A un certo punto vide andargli incontro una strana figura. Era un vecchio, o meglio un uomo senza età, scarno e miseramente vestito.
"Fermati e riposati un po'", disse il vecchio. L'uomo si sentì avvolto dalla dolcezza che emanava da quello sconosciuto e si fermò. "Sono io colui che cerchi...", gli disse sorridendo il vecchio. "Guardami bene: io ho creato tutto e non possiedo niente. Perfino tu sei più ricco di me, come vedi".
Il pellegrino si buttò in ginocchio e vuotò il suo cuore, con tutti i suoi dubbi e tutti i suoi perché. "Tu sei ricco, tanto ricco", gli disse Dio abbracciandolo dolcemente. "Io ti ho dato un'altra ricchezza, quella del cuore, che il ricco non possiede, perché neanche sa che esista. È quella che ti fa indignare di fronte alle ingiustizie del mondo. Io ti ho evitato il fardello della fortuna che corrompe e rende l'uomo cieco nel cuore e nello spirito. Ti ho donato il coraggio di cercarmi e anche l'occasione di trovarmi. Ora ti do un'ultima ricchezza, la più rara: la felicità di accettare ciò che si è. E ora, torna a casa e vivi in pace. Tornando, dirai al ricco che il mio Paradiso non si compra con l'oro e al bandito che è perdonato perché ha scoperto la via giusta. Va'. Quando sarà il momento, verrò a prenderti e ti terrò accanto a me per sempre".
E il vecchio svanì, come una brezza calma, serena, limpida, immensa.

I Magi ci vengono proposti come modello. Vengono da Oriente, un luogo misterioso per il mondo biblico, incarnano l'universale bisogno che l'umanità intera ha di salvezza.
Cercano

Non sono ebrei, ma Dio non chiede la tessera a nessuno, non guarda le etichette e soprattutto si fa trovare. Dio ha disseminato il mondo di segni per indicare la strada. A tutti.
"Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo",

dicono i Magi. La stella è tutto ciò che ci porta a Gesù. Esistono molte stelle che portano a Gesù. Nella vita di tutti i giorni è facile smarrirle. I Magi ci sono di esempio con la loro tenacia, che li aiuta a non desistere dalla loro ricerca.

Il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme…

I potenti sui troni e i superbi nei pensieri del loro cuore cominciano ad agitarsi e ad avere paura: l'inno di Maria comincia ad avverarsi. Sono i primi di una schiera che continua ad ingrossarsi anche ai nostri giorni. I segni di Dio non sono facilmente percepibili. Erode e i saggi ebrei sanno esattamente dove trovare il Messia, ma non si muovono, anzi, escogitano piani per eliminarlo. Sono pieni di preconcetti e pregiudizi, soprattutto non vogliono essere disturbati ed eventualmente allontanati dal tranquillo e arrogante modo di vivere che hanno architettato.
I Magi invece fanno un lungo viaggio, certamente disagevole, vanno dritti alla meta, sono pronti alle sorprese, come quelal di trovare il Re dei Re in una stalla, seguono la loro guida con abbandono sereno, si fidano (sono pronti a fidarsi addirittura di Erode) e sono premiati.

C'è una curiosa leggenda

I tre Re Magi provenivano da parti diverse del mondo. Due erano bianchi, il terzo era nero. I tre re seguivano la stella che li guidava dall'alto del cielo. Una notte però la persero di vista. Invano scrutavano il cielo: quell'astro splendente che li aveva guidati per notti e notti non c'era più.
I due Re Magi bianchi, saggi e matematici insigni della Mesopotamia, subito cominciarono a tracciare linee e cerchi nella sabbia con i loro bastoni. Poi si immersero in calcoli ed equazioni sempre più approfonditi e complicati. Tenevano lontano il Re nero. Secondo loro, non sapeva nulla della vera scienza.
Il Re nero approfittò della pausa imprevista. I cammelli erano stanchi e assetati. "Dovremmo pensare anche a questi poveri animali", pensò. Si procurò un secchio e cercò l'acqua alla fonte di un villaggio. Poi tornò e porse il secchio al primo cammello.
Mentre teneva il secchio sotto il muso dell'animale, ritrovò la stella.
Si rispecchiava nell'acqua del secchio. Danzava in silenzio, sull'acqua che il cammello avidamente beveva. Così i tre Re Magi ritrovarono la strada per Betlemme.

Al vedere la stella provarono una gioia grandissima.

Ci capita così di rado di provare una gioia totale non sciupata da contrattempi e non offuscata dal timore della breve durata. Per quanti, oggi, avvicinarsi a Gesù è una vera gioia, un profondo piacere?
I Magi sono i veri puri di cuore delle Beatitudini di Gesù e perciò vedono Dio. Sono l'avanguardia del grande popolo di cui ci ha parlato San Paolo.
Don Bruno FERRERO sdb

Commenti

Post più popolari