Don Domenico MACHETTA"Farlo fuori".Appunti per Lectio

31 gennaio 2016 | 4a Domenica Tempo Ordinario Anno C | Appunti per Lectio
4ª Domenica del Tempo Ordinario C
1ª LETTURA: Ger 1,4-5.17-19
Geremia racconta la sua "chiamata", facendo vedere la sua sensibilità e la sua timidezza. Non ha mai desiderato né voluto il compito che Dio gli affidava. L'obbedienza fu tanto più forte quanto più sentiva ribellione interna. Arriva a maledire il giorno della sua nascita. Arriva a credersi abbandonato da Dio. Un uomo desideroso di amare ed essere amato, è costretto a "sradicare e demolire, distruggere e abbattere" (1,10). Viene soprannominato "Magòr missavìv", terrore all'intorno! Eppure Geremia che demoliva ogni falsa speranza, aveva il coraggio di annunciare un futuro glorioso. Nel
momento più tragico della storia d'Israele vengono pronunciati gli oracoli più carichi di ottimismo (30-33). Parla di una "alleanza nuova" (31,3134) che Dio avrebbe scritto direttamente nel cuore degli uomini. Non una nuova Toràh: quella del Sinai rimane definitiva. Il fatto nuovo consisterà nel modo in cui la volontà divina si manifesterà. Dio sta per intervenire non più per mezzo dei profeti, ma direttamente; sta per scrivere i suoi voleri nel cuore del suo popolo. Intuizione del tempo messianico dello Spirito!

VANGELO: Lc 4,21-30

Gesù, il carpentiere, il figlio di Giuseppe, sta diventando un fatto di cronaca. Nazareth è in subbuglio. Quando Gesù, commentando Isaia, apre bocca, tutti gli occhi sono puntati su di lui. Quando poi pronuncia quella parola:
"Oggi si è compiuta questa Scrittura...", allora capita il finimondo.
Prima di vedere come va a finire, facciamo una piccola riflessione. Lo Spirito del Signore di cui si parla qui farà sì che la Chiesa sia il prolungamento della vita di Gesù nella storia (tema degli Atti degli Apostoli). La Chiesa dunque avrà il compito di evangelizzare i poveri. Ma qui sorge subito uno dei grandi problemi che scottano nella comunità di Luca: la sterilità dell'apostolato. Luca dialoga sempre con la sua Chiesa e in tutto il Vangelo sembra che si cerchino le cause di questa sterilità dell'annuncio. La risposta che appare è questa: se gli evangelizzatori, prima di evangelizzare gli altri, si preoccupassero di essere loro per primi "evangelizzati"... I poveri, gli affranti di cuore, i prigionieri da scarcerare, i ciechi da guarire non siamo prima di tutto noi? Allora la Chiesa deve specchiarsi in questo testo di Isaia. C'è un "oggi" che dura. Chiudiamo la parentesi e torniamo a Nazareth.
Gesù si presenta come "compimento" delle profezie, "profeta definitivo": per questo si appella alla sorte dei grandi profeti antichi, Elia ed Eliseo, costretti a cercare altrove la fede, e non "in patria". Rifiutato dunque, proprio dai suoi, pietra di scandalo, diventa insopportabile, fastidioso: bisogna "farlo fuori". Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andava. Misteriosa questa finale, e affascinante. Nessuno riesce a toccare Gesù, fin quando non scoccherà "l'ora". Egli ha comunque la regia degli eventi, e per il momento se ne va...

Don Domenico MACHETTA
 Fonte:  www.donbosco-torino.it

Commenti

Post più popolari