Don Mario MORRA sdb"Mi ha mandato a promulgare l'anno di misericordia del Signore"

24 gennaio 2016 | 3a Domenica T. Ordinario - Anno C | Omelia
3a Domenica del Tempo Ordinario
"Mi ha mandato a promulgare l'anno di misericordia del Signore"
Rientrato il popolo di Israele dalla schiavitù di Babilonia, con l'autorizzazione di Ciro il Grande, Re di Persia, e ricostruite con tanta fatica le mura della città di Gerusalemme, Neemia, il governatore, si preoccupa di ricostruire anche la comunità religiosa degli israeliti. Per questo convoca, all'inizio dell'anno 444 a. C., una solenne celebrazione durante la quale il sacerdote Esdra legge la Torah, il Libro della legge che Dio aveva dato a Mosé sul Sinai; la trasgressione della Parola di Dio aveva portato il popolo in schiavitù a Babilonia, la sua osservanza ricostruirà nuovamente il popolo di Israele.

La certezza della presenza di Dio in mezzo all'assemblea porta gioia, perché essa significa protezione, difesa, sicurezza. "La legge del Signore è perfetta, rinfranca l'anima; gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi"
Il brano del Vangelo di oggi ci presenta un'altra celebrazione, simile a quella descritta nella prima lettura. Là era Esdra, sacerdote e scriba, che leggeva e spiegava la parola di Dio, qui è Gesù che legge e commenta.
Questo episodio ci dimostra ancora una volta come in Gesù si fondino in unità l'Antico ed il Nuovo Testamento; come in Lui si realizzino le parole dei profeti.
Le scritture antiche avevano come oggetto il Messia che in Gesù trovano la loro completa realizzazione.
Nell'episodio del vangelo, Gesù stesso dichiara realizzato in sé quanto il Profeta Isaia dice del Messia futuro, secoli prima.
Dopo la terribile invasione di Sennacherib, e la seconda deportazione in Babilonia, del regno di Giuda rimane la sola capitale Gerusalemme, devastata e con pochissimi abitanti. Ma da "questo tronco di Iesse" il profeta Isaia vede spuntare "un germoglio-virgulto", il Messia, che cambierà la situazione perché "su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore" (Is 11, 2-3).
Il Messia è l'Unto, il Consacrato del Signore, nel senso che possiede la pienezza dello Spirito di Dio: "Lo Spirito del Signore Dio è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l'anno di misericordia del Signore". (Is 61, 1s)

Arrotolato il libro, Gesù comincia a dire: "Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi". In altre parole Gesù dichiara di essere lui il Messia del quale parla il Profeta; il tempo delle attese, delle promesse di Dio è finito, ora inizia la loro realizzazione. È Lui, Gesù, la "buona notizia"; il lieto messaggio che è venuto a portare si chiama guarigione e liberazione, libertà e grazia, e ne sono destinatari i poveri, i contriti di cuore, gli oppressi; "l'anno di misericordia del Signore", che Egli inaugura, è il tempo del perdono di Dio, della misericordia, della pace e della riconciliazione, che vengono dati a quanti si accostano a Lui con sentimenti di umiltà e di povertà.

Talvolta per noi, le parole della Bibbia rimangono astruse ed incomprensibili; dobbiamo leggerle alla luce del Vangelo nel quale Gesù ce le illumina e chiarisce.
L'evangelista Luca, storico diligente nel ricercare le fonti e nel vagliare le testimonianze di quanto scrive, nel brano del vangelo di oggi ci traccia, con il riferimento alle parole del Profeta Isaia, quasi il programma di tutta la missione di Gesù.
In questo programma trova posto particolarmente il tema della povertà e della predilezione che Gesù ha per i poveri; ha molto rilievo la misericordia di Gesù verso i peccatori, la sua sollecitudine verso tutti i sofferenti, i disprezzati, gli emarginati.
Inoltre Luca dedica anche largo spazio all'azione che lo Spirito Santo ha nell'opera di Gesù, ci indica quanto Gesù stimi e quanto si dedichi alla preghiera; ci aiuta quindi ad approfondire meglio la nostra conoscenza della persona e dell'opera di Gesù.
Ogni domenica, noi ci riuniamo in assemblea liturgica ed ascoltiamo la proclamazione della Parola di Dio. Anche a noi Gesù parla e spiega le Sacre Scritture, come ha fatto con i due discepoli di Emmaus, e con gli Apostoli dopo la sua risurrezione. Anche a noi mostra che tutte le Scritture si riferiscono a Lui e si compiono in Lui, che è il Messia, il Salvatore promesso.
Anche noi dovremmo, ogni domenica, sentire ardere una nuova fiamma d'amore e di fervore nel nostro cuore, come accadde ai due discepoli di Emmaus. Dovremmo ogni domenica uscire dalla chiesa rinfrancati nella nostra fede e sempre più convinti che Gesù è davvero l'inviato del Padre, il nostro Salvatore.
Preghiamo allora lo Spirito Santo che ci faccia comprendere, in questo anno santo della misericordia, il valore della Parola di Dio che abbiamo ascoltato, e soprattutto ci faccia sentire Gesù come nostro Salvatore, venuto a predicare anche per noi l'"anno di misericordia del Signore".
Ci accompagni Maria, la Madre di Gesù e Madre nostra.

Don Mario MORRA sdb

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