Don Paolo Zamengo,"Festa senza fine "














Festa senza fine     Gv 2, 1-11
II domenica – tempo ordinario – anno C 2016
C’è festa a Cana di Galilea. Due giovani hanno deciso di raccontare al mondo il loro sogno d’amore.
E giacché il matrimonio canta la bellezza e la grandezza dell’amore umano, più sono le voci del coro, tanto più sale alto, totale e libero il canto.

Questi due sposini, teneri e forse un po’ sprovveduti, hanno però un grande merito: non sbagliano la cosa più importante. Non sbagliano la lista degli invitati. Non dimenticano Maria e Gesù. E saranno proprio loro, Gesù e Maria, a rendere splendido e senza fine il loro amore.

Maria vigila sul buon esito del banchetto e, saggia e accorta com’è, non si lascia sfuggire l’improvviso inconveniente, e meno male! “Non hanno più vino”. Maria intuisce che c’è nell’aria un serio pericolo che potrebbe spegnere, fin dal suo inizio, questa festa di matrimonio.

Ci vuole un miracolo per impedire il dramma, miracolo che solo Gesù può fare. L’entrata in scena, di Gesù, non voluta forse, evita il peggio. Maria salva gli sposi dall’ironia degli invitati. Invece, per tutta la vita, questi due ragazzi fortunati sentiranno, con orgoglio, il ritornello che la loro festa non ha avuto uguali.

“Venuto a mancare il vino”. La festa di Cana, come ogni altra gioia umana, è fragile, esposta continuamente al rischio di una fine prematura o non prevista. Il vino assurge a simbolo. La sua mancanza segna il fallimento di ogni progetto solo umano.

L’esaurimento delle riserve conosce tante volte, anche nella nostra esperienza personale, il tragico esito di generare tristezza e frustrazione. I nostri giorni raccontano, con noiosa frequenza, lo spegnersi di tante esperienze d’amore. Ma l’amore non si rassegna a morire. Maria, la madre, non si rassegna e con la sua premurosa intercessione inverte la tendenza e riporta la festa.

Maria è l’immagine del volto di un Dio che ha a cuore la felicità degli uomini, forse ancor più degli uomini stessi. Questi due sposi non hanno fatto nulla per meritare questo miracolo eppure Gesù interviene senza guardare ai loro meriti. Così per noi. Maria ci assicura che, con Gesù, tutto è possibile.

La strada è segnata dall’invito che Maria rivolge ai servi: “Fate quello che vi dirà”. Sono le ultime parole di Maria nel vangelo. Le sue ultime ma le prime e uniche rivolte agli uomini. Lei che ha parlato con gli angeli e con il figlio di Dio, ci lascia il suo testamento, le sue volontà. Ci dice: Fate ciò che dice Gesù. Cioè: vivete il suo Vangelo e si riempiranno le anfore vuote della nostra vita”.

Possiamo offrire al Signore e mettere a sua disposizione soltanto la nostra povera acqua? Tranquilli! Dio compie il miracolo del vino grazie all’acqua. Grazie alla povera disponibilità umana.

Maria ci invita a non tacere e a presentare a Dio la nostra vita. Ma ad offrire anche la grandezza dei nostri sogni. Ci accorgeremo che noi, proprio noi, siamo la creta dei suoi miracoli.

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