fr. Massimo Rossi," Un falegname che dà consigli a dei pescatori…"

V DOMENICA PER ANNUM - 7 febbraio 2016
Is 6,1-2a.3-8; Sal 137/138; 1Cor 15,1-11; Lc 5,1-11
Dio di infinita grandezza, che affidi alle nostre labbra impure e alle nostre fragili mani il compito di
portare agli uomini l’annuncio del Vangelo, sostienici con il tuo Spirito, perché la tua parola, accolta da cuori aperti e generosi, fruttifichi in ogni parte della terra.
“Chi manderò e chi andrà per noi? Eccomi, manda me!”
“A voi ho trasmesso quello che anch’io ho ricevuto…”

Un falegname che dà consigli a dei pescatori…
Ma, già, Gesù era Dio, e Dio si intende di tutto: dalla teologia alla medicina, dalla falegnameria alla pesca, …e non dimentichiamo la ceramica e la sartoria – Genesi docet! –.
Secondo la redazione di san Luca, coloro che sarebbero poi diventati i primi apostoli, conoscevano già di fama il Signore; non abbiamo elementi per intuire se Gesù avesse con loro una relazione particolare, prima ancora di chiamarli a sé; ma non possediamo neanche elementi per pensare il contrario.  Questione di carisma?  Chissà, forse…: Gesù ordina, Gesù chiama… e subito gli obbediscono, che siano uomini, o spiriti immondi.
Colpisce sempre il fatto che Gesù, a volte amabilmente, altre volte senza fare troppi complimenti, si intrometta nella vita degli uomini, interrompa il tran tran quotidiano e, mandi all’aria progetti e sogni;  è così per il presente caso:  Simon Pietro stava lavorando alle reti, dopo aver faticato in mare tutta la notte; è normale per un pescatore, oggi come allora: di giorno rammenda le reti e prepara le esche, la notte prende il largo, getta le reti e infine le raccoglie con il pescato… sempre che abbia pescato qualcosa.  Ma quando dormono i pescatori?  forse nel pomeriggio, prima di partire per un’altra notte di fatica…
In alcune culture, prima di uscire in mare, i pescatori celebrano un rito di propiziazione, affinché Dio benedica il loro lavoro con il dono di una pesca abbondante: alla sera, l’intero villaggio partecipa alla liturgia, e all’alba accorre per aiutare i pescatori a trascinare le reti a riva…
C’è qualcosa di sacro nel mestiere del pescatore…  Il mare è venerato come un Dio di fecondità, da ringraziare, ma anche da temere! Un solo respiro del mare e la morte si porta via uomini, donne e bambini.
Deve esserci un motivo speciale, che ispirò il Signore a scegliere proprio la pesca come similitudine per indicare l’opera dell’apostolo.
Fin dal primo secolo, uno dei simboli più diffusi per indicare la persona del Cristo era proprio il pesce; all’inizio, il termine greco ictüs era soltanto l’acronimo di “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore”;  poi si sostituirono le cinque lettere con il disegno stilizzato di un pesce: due semplici linee curve, intersecatesi in un punto.  E così, l’affermazione di Gesù, “Vi farò pescatori di uomini” introdusse per così dire l’uso del simbolo nel contesto liturgico; la disciplina dell’arcano che si sviluppò durante la grande stagione delle persecuzioni, ne potenziò il significato, legando alle lettere che componevano la parola l’essenza stessa della fede cristiana: “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore”.
L’arte fece il resto.
Tornando ai Vangeli, gli episodi in cui il Signore ha a che fare con la fauna ittica, sono parecchi: dalle moltiplicazioni dei pani e dei pesci, narrate ben 6 volte (cfr. Mt 14 e 15; Mc 6 e 8; Lc 9; Gv 6); all’episodio della moneta nel ventre del pesce con la quale Gesù paga la tassa del tempio (cfr. Mt 17); fino al pasto consumato da Gesù Risorto con i suoi discepoli, sulla spiaggia (cfr. Gv 21). Nelle sue parabole, Gesù paragona spesso il Regno di Dio a una rete gettata, che raccoglie ogni genere di pesce (cfr. Mt13).
La simbologia delle reti da pesca che quasi si strappano per l’abbondanza del pescato, allude all’universalità della Salvezza, le cui porte sante Cristo ha spalancato, spalancando le braccia sulla croce.  Porte sante come quelle aperte in tutte le grandi basiliche del mondo, in occasione dell’Anno giubilare della Misericordia.
Dedico l’ultima parte della presente riflessione alle parole di Simon  Pietro.
Al comando di gettare le reti, il pescatore di Galilea reagì: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte, invano…  Ma sulla Tua parola, getteremo le reti”.
Senza la fede, rischiamo di sprecare le nostre energie migliori, senza sortire alcun risultato…  Quando uniamo le forze umane a quelle di Dio, i risultati arrivano, eccome!!
Ma la lezione non finisce lì, cioè qui…
Non solo Gesù mostra a Pietro e compagni che, a fidarsi di Lui, ci si guadagna sempre: “Ora che avete toccato con mano il vantaggio di  lavorare con me – dice il Signore – che ne direste di fare un passo avanti e lavorare per me?”
“E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.”:  Ciascuno di noi, a modo suo, ha deciso di seguire il Signore…  Ma la decisione iniziale non basta: la vicenda di Pietro e degli Undici è emblematica.  L’entusiasmo del primo istante non dura per sempre; specie quando scaturisce da una circostanza del tutto eccezionale, come, appunto, una pesca miracolosa, il classico colpo di fulmine…  E come capita quando si decide di sé sullo slancio di un momento, quel colpo di fulmine avrebbe potuto rivelarsi un fuoco di paglia.
Ci vuole perseveranza, il coraggio di decidere per Cristo, con Cristo e in Cristo, tutti i giorni della vita. Chiediamo allo Spirito Santo questo coraggio…
E così sia!

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