P. Ermanno Rossi O.P.“Fate quello che vi dirà”

II - V Domenica del Tempo Ordinario – Anno C
II Domenica Ordinaria – Anno C
(Gv 2,1-12)
Oggi, con questa celebrazione, si chiude il ciclo delle tre festività dedicate alla manifestazione di Gesù.
La prima festa, l'Epifania, sottolineava - con la venuta dei magi - l'universalità della missione di Gesù, salvatore dell'uomo, a qualunque razza, sesso, epoca o religione egli appartenga.
La seconda, il Battesimo, con la testimonianza del Padre - “Questi è il mio Figlio diletto…” - metteva in luce il Figlio di Dio e, nello stesso tempo, la sua profonda realtà umana.
La festa odierna offre alla nostra meditazione l'inizio della vita pubblica di Gesù.
Si tratta ancora di un episodio in cui Gesù si manifesta al mondo. Non è tanto il miracolo del vino, in se stesso, che interessa l'evangelista, quanto il manifestarsi di Cristo e l'adesione dei discepoli a Lui nella fede.
Tre frasi di Giovanni c’introducono nel mistero di Gesù e di Maria:
- “Che ho da fare con te, o donna?”;
- “Non è ancora giunta la mia ora”; [1]
- “Fate quello che vi dirà”.
Tre semplici frasi, ma quale abisso! Nascondono il rapporto di Gesù con la sua madre: un rapporto apparentemente duro, tagliente, maschio, che indulge poco al sentimentalismo.
Ma la risposta di Maria ai servi dà una pennellata che trasforma, come per incanto, quest’impressione.
Per nulla offesa o scoraggiata, Maria sembra, al contrario, una regina che, sicura di sé, comanda e non solo ai servi - ai quali dice “Fate quel che vi dirà” -, ma anche al Figlio: sa di poterci contare; quasi, direi, di disporne. Ed ottiene! Gesù fa il miracolo: anticiperà la sua ora, quell’ora segnata dall'eternità e attesa da lunghissimi secoli.
È sintomatico che il primo intervento pubblico della potenza amorosa di Gesù sia avvenuto nel corso di un matrimonio, a favore di due sposini e dei loro invitati. Gli episodi più belli della vita pubblica di Gesù avvengono nel seno della famiglia, tra i suoi amici di Betania: Marta, Maria e Lazzaro. Lì, compie la risurrezione di Lazzaro. È durante una cena che s’incontra con Maria - la peccatrice -, con Matteo - il pubblicano -, con Zaccheo, capo dei pubblicani.
Quale discrezione e concretezza nell’intervento di Maria!
Si accorge che questi sposini non hanno più vino, nota il loro imbarazzo - neanche il maestro di tavola se n’era accorto - e interviene quasi in punta di piedi, non richiesta.
E quale potere su Gesù! fino al punto da causare un intervento che accelera i tempi. E con quali conseguenze!
Forse da ciò possiamo capire la vigilanza materna di Maria su di noi, e il perché dei suoi interventi lungo la storia della chiesa, le sue apparizioni, il suo potere reale d’intercessione a nostro favore.
Questo apre il nostro cuore alla fiducia. Abbiamo una tale madre che vigila su di noi, intercede per noi, anche non richiesta. Chissà quanto dobbiamo a lei per tutte le grazie che abbiamo ricevute!
Da lei dobbiamo imparare come amare i nostri fratelli, le nostre sorelle, con quale sollecitudine impegnarci senza aver paura d'essere coinvolti nel dolore altrui, di pagare di persona quando siamo certi che il fratello ha bisogno di noi e che da solo non ce la farà.
Dobbiamo imparare da lei anche la discrezione
Dobbiamo saper camminare anche noi sulla punta dei piedi.
Che cosa avverrà se faremo ciò? Saremo veramente altre piccole Maria, in tutto simili a lei, e comporremo in vera unità la sua famiglia, perché regnerà la carità, quella vera, quella che è non fatta di sole parole.

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