PARROCCHIA S.MARIA DEGLI ANGELI, IV DOMENICA DEL Tempo Ordianrio ANNO C

OMELIA IV DOMENICA DEL Tempo Ordianrio ANNO C 2016
S.Messa Vespertina
IV DOMENICA DEL Tempo Ordianrio ANNO C 2016 S. Messa Vespertina
Più volte noto che se discutiamo sulle negatività della vita, ognuno di noi si sente protagonista. Tutti diciamo:”Anch’io ho vissuto la solitudine. Mi hanno trattato male, non hanno capito quello che ho fatto per loro ecc…” Penso a cosa avrebbe detto Gesù quando  giocava, mangiava, lavorava insieme  con i suoi compaesani che sicuramente conosceva  da sempre. Magari c’erano anche i parenti. Penso  al momento riportato dal Vangelo appena ascoltato:”Si alzarono, lo cacciarono fuori della città e lo
condussero fin sul ciglio del monte sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù”.
Non si tratta di una semplice discussione. Volevano proprio toglierlo fuori dalla vita.
L’espressione che spesso ripetiamo in tante occasioni, soprattutto noi guide,  parroci,  presidi, o  direttori di un ufficio ripetiamo è: “Nessun profeta è bene accetto nella sua patria”.
Più volte sento dire anche da voi:”Siamo amanti del forestiero”.
Perché avviene questo?
Ci sembra talmente strano che possa avvenire un miracolo che lo rimandiamo ad altri. I primi a non credere ai miracoli, siamo noi credenti.
Cerco di spiegarmi meglio. Se io vedo che un uomo comune, diremmo come me, fa un vero cammino di fede, non voglio crederci perché anch’io dovrei mettermi in gioco. Allora rimando ad altri.
Di fronte ad una mamma o ad una moglie che si occupa del figlio disabile o del marito malato ripetete spesso: “Che coraggio”! Tale espressione, se si ha un   orecchio più attento, non è altro che un giustificarsi. La settimana scorsa leggevo un aforisma molto bello:”Non è che io non voglia credere, è che mi riesce più semplice dubitare”.(Francesco Saudino)
Gesù riporta alla memoria il momento storico in cui i due profeti Elia ed Eliseo, si rivolsero ai pagani per fare uno un miracolo  dalla carestia, l’altro per la guarigione dalla lebbra. Proprio questo paragone  fa arrabbiare i compaesani di Gesù perché hanno di fronte un fatto concreto di come Dio agisce. Quando hai di fronte un fatto concreto  devi fare una scelta.
A me stesso ripeto sempre la catechesi di martedì sull’opera della misericordia spirituale “Consigliare i dubbiosi”. Occorre accettare un consiglio per il vero bene dell’uomo e non  ascoltare ciò che piace sentire.
Se siamo desiderosi di  intraprendere  un cammino, allora iniziamolo, Come diceva Sant’Agostino e come riprenderemo nella Via Crucis del Venerdì santo:” Dio ci ascolta, quando nulla ci risponde. E’ con noi, quando ci crediamo soli. Ci ama, anche quando sembra che ci abbandoni”.

Commenti

Post più popolari