Don Domenico MACHETTA Appunti per Lectio"lasciarono tutto...".

7 febbraio 2016 | 5a Domenica Tempo Ordinario Anno C | Appunti per Lectio
5ª Domenica del Tempo Ordinario C
1ª LETTURA: Is 6,1-2a.3-8
Domenica della chiamata: chiamata di Isaia e chiamata dei primi discepoli.

Isaia racconta la sua vocazione: nel 740 a.C., anno della morte del re Ozia, ebbe nel tempio la sua visione. Il profeta sente la sua indegnità. Un serafino tocca la sua bocca con un carbone ardente.
Il sacerdote, nella Messa, è invitato, prima di proclamare il Vangelo, a inchinarsi profondamente e a recitare una preghiera, che in latino suonava così:
Munda cor meum ac labia mea, omnipotens Deus,
qui labia Isaiae prophetae cálculo mundasti igníto:
ita me tua grata miseratione dignare mundare,
ut sanctum Evangelium tuum digne valeam nuntiare.
Per Christum Dominum nostrum.
Purifica il mio cuore e le mie labbra, o Dio onnipotente, tu, che hai purificato le labbra del profeta Isaia con il carbone ardente: nella tua misericordia degnati di rendermi puro, affinché io possa annunciare degnamente il tuo santo Vangelo. Per Cristo nostro Signore.
Ed ecco la voce di Dio che cerca un volontario da mandare: "Chi manderò e chi andrà per noi?". Prontissima la risposta: "Eccomi, manda me!".
È l'inizio della sezione chiamata "libro dell'Emmanuele". Il tre volte "separato" (santo) diventerà Dio-con-noi.

VANGELO: Lc 5,1-11

Leggiamo e rileggiamo attentamente questa grande pagina ecclesiale, facendo emergere alcuni dati importanti.
1. C'è un'irruzione della gente ("cum turbae irruerent"), per ascoltare la parola. C'è fame di parola. Ricordiamo che l'ascolto della parola di Dio è il tema di fondo del Vangelo di Luca. C'è un'urgenza.
2. Gesù sale sulla barca di Simone (con intenzione), e insegna.
3. "Prendi il largo (Duc in altum) e calate le reti per la pesca". E poi la battuta di Simone che è centrale in tutto il testo: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". Un particolare molto interessante: il verbo greco usato per indicare la fatica è "kopiázo¯", usato normalmente per la fatica apostolica! Provetti pescatori, avrebbero potuto deriderlo...
4. La confessione di Pietro:
confessio fidei: lo chiama "Signore";
confessio culpae: si riconosce peccatore;
confessio laudis: era pieno di stupore.
5. La chiamata: "D'ora in poi sarai pescatore di uomini (interessante il verbo greco "zogréo¯" = pescare lasciando vivo). C'è una "translatio": da pescatore di pesci, pescatore di uomini; come Davide, da pastore di pecore...
6. "Lasciarono tutto...". Mentre gli altri evangelisti dicono: "lasciarono la barca e il padre...", Luca, sempre il più radicale, dice "lasciarono tutto...".

Quale "meditatio"? Indichiamo tre piste.

1. Calando questo testo nel nostro quotidiano, troviamo una luce per i problemi attuali della Chiesa. C'è una ricerca seria di parola di Dio e di preghiera, soprattutto tra i giovani. Mancano ovunque dei pastori, uomini della Parola, non tanto studiosi della Bibbia (quelli non mancano), quanto oranti della Bibbia, coloro che profeticamente sanno saldare i testi sacri con i fatti della storia, facendo "lectio divina".

2. L'esperienza della sterilità. Preti scoraggiati, gruppi che si sfasciano, religiosi che abbandonano, da una parte; e dall'altra gente goliardica che organizza convegni e parate liturgiche, senza preoccuparsi della mancanza di conversione o di chi vive nel "doppio messaggio" (di chi riesce, per esempio, a mettere insieme certe trasmissioni televisive con gli incontri di Chiesa). Si pesca tutta la notte senza prendere nulla. Allora eccolo qui il problema cruciale: il problema delle Chiese deserte, dei seminari senza vocazioni, dei cristiani che chiedono i sacramenti per pura formalità; il problema della pastorale sterile, dei catechismi che non cambiano niente. Non c'è Lui. "Sulla tua parola...". Con Gesù e in obbedienza a Gesù, il lavoro funziona.

3. Forse il segreto sta in quel "lasciarono tutto...". Il distacco più difficile rimane sempre quello dal proprio io. E in quell'"io" c'è tutta la sfera delle abitudini, del modo di pensare, il mondo delle relazioni... È un lavoro faticoso e perseverante che comporta tanta preghiera, umiltà del farsi guidare, fedeltà al sacramento della Confessione...
Don Domenico MACHETTA

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