Don Enzo BIANCO sdb" GESÙ CRISTO CI TRASFIGURERÀ"
21 febbraio 2016 | 2a Domenica T. Ordinario - Anno C | Omelia
GESÙ CRISTO CI TRASFIGURERÀ
Vangelo: Lc 9,28-36
I bambini a volte hanno curiose intuizioni. Un ragazzino delle elementari, spiegando a modo suo
sull'Incarnazione del Verbo, ha scritto nel quadernetto: "Gesù è Dio con la pelle sopra". Be', c'è del vero. L'episodio della Trasfigurazione presenta Gesù che - sotto gli occhi stupefatti di Pietro, Giovanni e Giacomo - lascia trasparire quello splendore della sua divinità che abitualmente celava sotto le pieghe della natura umana.
* Noi possiamo restare sorpresi dall'episodio della Trasfigurazione: così curioso, fuori del normale. Pare che gli apostoli in quei giorni fossero giù di morale, rattristati da Gesù che preannunciava la sua morte, e bisognosi di incoraggiamento. Di un tiramisù. E sul Tabor l'hanno avuto.
Ma possiamo anche a domandarci: quell'episodio tra le nuvole, a noi che cosa dice? A noi uomini d'oggi, immersi in tante occupazioni e preoccupazioni per tirare avanti? Potremmo faticare a capirlo.
"Cristo trasfigurerà il nostro corpo"
L'apostolo Paolo ci viene in aiuto. Abbiamo sentito nella seconda Lettura: "Il Signore Gesù Cristo trasfigurerà anche il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose". Dunque - dice Paolo - la Trasfigurazione di Gesù è destino che sarà condiviso anche da noi.
Se è così, se nel futuro dei redenti c'è questo stesso destino anticipato dal Signore sotto gli occhi di tre apostoli, è segno che la Trasfigurazione riguarda da vicino tutti i cristiani. Un giorno saranno trasfigurati anch'essi come Cristo, e con lui. E la prospettiva dilata la nostra speranza.
* Però è chiaro che questa realtà futura va meritata, che occorre provar a trasfigurare il proprio cuore a somiglianza del cuore di Gesù, di Dio. Mettere in armonia col Signore il pensiero, lo spirito, le azioni, la vita. Sant'Agostino spiegava: "Colui che ci ha creati senza di noi, non ci salva senza di noi". Il Curato d'Ars, ricco di tanta esperienza, indicava il percorso: "Non tutti i santi hanno cominciato bene, ma tutti hanno finito bene".
Il tempo: per crescere e maturare
Il tempo è donato all'uomo per consentirgli di crescere, maturare, e di concludere bene. Maturare nel Signore non è facile, ma è bello. Che cosa si dovrà fare? Proviamo a elencare.
* Primo, occorre imparare a conoscere il Signore. I personaggi della tv interessano tanto. Ma il Signore non merita da parte nostra un interessamento maggiore? Quindi sapersi mettere al suo ascolto.
E i modi sono tanti. Esistono libri, forse ne abbiamo in casa, almeno il Vangelo, da aprire ogni tanto. Poi il mondo dei media offre riviste come Famiglia Cristiana; programmi seri alla tv e alla radio (non sono pochi, basta cercarli). Internet contiene acque pulite e tranquille in cui è bello navigare.
Conoscendo meglio il Signore, si diventa suoi amici.
* Soprattutto si matura nel Signore vivendo in comunione con lui. Comunione di vita che comincia evidentemente con l'Eucaristia: è il sacramento per eccellenza della trasfigurazione in Cristo. Giudicando l'Eucaristia dall'esterno, dai gesti, da quella piccola particola bianca posata dal celebrante sul palmo della mano, può sembrare che sia il cristiano a prendere possesso di Cristo. In realtà è Cristo che coinvolge e trasforma in sé chi gli va incontro e si fa suo discepolo.
Non pochi cristiani trovano nella meditazione il colloquio interiore che approfondisce l'amicizia con Dio. I più bravi poi, si cimentano con la Lectio Divina, attraverso le sue tappe: lettura, meditazione, preghiera, contemplazione. Per poi concludere nell'azione.
* Infine, occorre l'impegno di imitare il Signore nella vita di ogni giorno. Certo non lo si imita nel compiere anche noi i suoi miracoli e prodigi. Però san Paolo suggeriva ai cristiani di Filippi: "Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù" (Fil 2,5). E Gesù stesso ha indicato quali sentimenti: "Imparate da me, che sono mite, e umile di cuore" (Mt 11,29).
* Si prova a fare la volontà di Dio. Si cerca di voler bene ai propri cari, si divide con loro le proprie cose, il tempo, l'affetto, anche l'abilità nel fare. Si impara a dare gratis, senza richiedere per ogni piccolo gesto un contraccambio.
Fin quando si arriva laggiù in fondo, dove la strada svolta. Alla fine della vita il Padre Celeste prenderà ciascuno con sé, per trasfigurare tutti a immagine del suo Figlio Gesù, amico e fratello.
Don Enzo BIANCO sdb
Fonte: www.donbosco-torino.it
GESÙ CRISTO CI TRASFIGURERÀ
Vangelo: Lc 9,28-36
I bambini a volte hanno curiose intuizioni. Un ragazzino delle elementari, spiegando a modo suo
sull'Incarnazione del Verbo, ha scritto nel quadernetto: "Gesù è Dio con la pelle sopra". Be', c'è del vero. L'episodio della Trasfigurazione presenta Gesù che - sotto gli occhi stupefatti di Pietro, Giovanni e Giacomo - lascia trasparire quello splendore della sua divinità che abitualmente celava sotto le pieghe della natura umana.
* Noi possiamo restare sorpresi dall'episodio della Trasfigurazione: così curioso, fuori del normale. Pare che gli apostoli in quei giorni fossero giù di morale, rattristati da Gesù che preannunciava la sua morte, e bisognosi di incoraggiamento. Di un tiramisù. E sul Tabor l'hanno avuto.
Ma possiamo anche a domandarci: quell'episodio tra le nuvole, a noi che cosa dice? A noi uomini d'oggi, immersi in tante occupazioni e preoccupazioni per tirare avanti? Potremmo faticare a capirlo.
"Cristo trasfigurerà il nostro corpo"
L'apostolo Paolo ci viene in aiuto. Abbiamo sentito nella seconda Lettura: "Il Signore Gesù Cristo trasfigurerà anche il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose". Dunque - dice Paolo - la Trasfigurazione di Gesù è destino che sarà condiviso anche da noi.
Se è così, se nel futuro dei redenti c'è questo stesso destino anticipato dal Signore sotto gli occhi di tre apostoli, è segno che la Trasfigurazione riguarda da vicino tutti i cristiani. Un giorno saranno trasfigurati anch'essi come Cristo, e con lui. E la prospettiva dilata la nostra speranza.
* Però è chiaro che questa realtà futura va meritata, che occorre provar a trasfigurare il proprio cuore a somiglianza del cuore di Gesù, di Dio. Mettere in armonia col Signore il pensiero, lo spirito, le azioni, la vita. Sant'Agostino spiegava: "Colui che ci ha creati senza di noi, non ci salva senza di noi". Il Curato d'Ars, ricco di tanta esperienza, indicava il percorso: "Non tutti i santi hanno cominciato bene, ma tutti hanno finito bene".
Il tempo: per crescere e maturare
Il tempo è donato all'uomo per consentirgli di crescere, maturare, e di concludere bene. Maturare nel Signore non è facile, ma è bello. Che cosa si dovrà fare? Proviamo a elencare.
* Primo, occorre imparare a conoscere il Signore. I personaggi della tv interessano tanto. Ma il Signore non merita da parte nostra un interessamento maggiore? Quindi sapersi mettere al suo ascolto.
E i modi sono tanti. Esistono libri, forse ne abbiamo in casa, almeno il Vangelo, da aprire ogni tanto. Poi il mondo dei media offre riviste come Famiglia Cristiana; programmi seri alla tv e alla radio (non sono pochi, basta cercarli). Internet contiene acque pulite e tranquille in cui è bello navigare.
Conoscendo meglio il Signore, si diventa suoi amici.
* Soprattutto si matura nel Signore vivendo in comunione con lui. Comunione di vita che comincia evidentemente con l'Eucaristia: è il sacramento per eccellenza della trasfigurazione in Cristo. Giudicando l'Eucaristia dall'esterno, dai gesti, da quella piccola particola bianca posata dal celebrante sul palmo della mano, può sembrare che sia il cristiano a prendere possesso di Cristo. In realtà è Cristo che coinvolge e trasforma in sé chi gli va incontro e si fa suo discepolo.
Non pochi cristiani trovano nella meditazione il colloquio interiore che approfondisce l'amicizia con Dio. I più bravi poi, si cimentano con la Lectio Divina, attraverso le sue tappe: lettura, meditazione, preghiera, contemplazione. Per poi concludere nell'azione.
* Infine, occorre l'impegno di imitare il Signore nella vita di ogni giorno. Certo non lo si imita nel compiere anche noi i suoi miracoli e prodigi. Però san Paolo suggeriva ai cristiani di Filippi: "Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù" (Fil 2,5). E Gesù stesso ha indicato quali sentimenti: "Imparate da me, che sono mite, e umile di cuore" (Mt 11,29).
* Si prova a fare la volontà di Dio. Si cerca di voler bene ai propri cari, si divide con loro le proprie cose, il tempo, l'affetto, anche l'abilità nel fare. Si impara a dare gratis, senza richiedere per ogni piccolo gesto un contraccambio.
Fin quando si arriva laggiù in fondo, dove la strada svolta. Alla fine della vita il Padre Celeste prenderà ciascuno con sé, per trasfigurare tutti a immagine del suo Figlio Gesù, amico e fratello.
Don Enzo BIANCO sdb
Fonte: www.donbosco-torino.it
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