Don Enzo BIANCO sdb"TENTAR NON NUOCE?"

14 febbraio 2016 | 1a Domenica T. Ordinario - Anno C | Omelia
 TENTAR NON NUOCE?
L'umorista Achille Campanile ha scritto un teatro, un "dramma in due battute", con due singolari
protagonisti: il diavolo e un teologo. Il teologo domanda al diavolo: "Ma dimmi, perché tenti gli uomini?". E il diavolo, con finto candore: "Perché tentar non nuoce".
La risposta del diavolo è astuta e bugiarda, ma ha anche un fondo di verità. A voler sottilizzare, ciò che infatti nuoce non è la tentazione, ma il cedere alla tentazione.

Che cos'era davvero avvenuto?

Il Vangelo oggi propone il racconto delle tentazioni di Gesù: racconto complesso, di cui non risulta facile cogliere il nucleo storico. Che cos'era avvenuto?
- Forse si sono davvero verificati tutti i fatti con tutti i particolari come risultano nel racconto dell'evangelista.
- Alcuni studiosi della Bibbia propendono invece per una vicenda che dovette dipanarsi non nella materialità di luoghi e di cose, ma come in una visione, nella coscienza di Gesù.
- Altri studiosi pensano che la Chiesa delle origini abbia fatto ricorso a questo racconto per esprimere - come è possibile con il povero linguaggio umano, cioè mediante immagini e simboli forti - l'atteggiamento che Gesù ha adottato per sé, per le scelte che opererà nella sua esistenza terrena, di fronte al mondo creato, e al Padre.
* Di sicuro il racconto delle tentazioni lascia trasparire quali furono gli atteggiamenti e le scelte che Gesù davvero compirà nella vita terrena. E sembra anche suggerire indirettamente quali scelte possono e devono fare i discepoli del Signore, i cristiani, nella loro vita.
In proposito le domande fioccano. Per esempio…
- È giusto per noi fare progetti in una dimensione puramente materiale, solo dai tetti in giù? Eppure tanti si fermano lì.
- È giusto che ognuno collochi se stesso al centro dell'universo? Che viva in modo egoistico, strumentalizzando gli altri?
- O non sarà più giusto se diamo alla vita un orientamento aperto, generoso, facendo spazio al prossimo, con l'occhio rivolto a Dio nostro padre comune?

Quelle tre proposte, prendere o lasciare

Dunque, Gesù nel racconto di Luca risulta tentato riguardo alle scelte di fondo della vita. Il tentatore, Satana, gli presenta tre proposte. Prendere o lasciare.
Prima offerta, Satana gli prospetta il dominio sui beni materiali: "Di' a questa pietra che diventi pane". Le pietre, simbolo delle cose, delle realtà materiali. Solide, pesanti, massicce. E comode.
Seconda offerta, Satana propone a Gesù il dominio sugli uomini: "Ti darò tutto questo potere, e la loro gloria... se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me".
E terzo, Satana offre al Signore il dominio sulle forze invisibili, misteriose del creato: sui puri spiriti. "Gèttati giù di qui", dal pinnacolo del tempio, e "gli angeli ti porteranno sulle loro mani".
* In sostanza, come prospettiva di vita, Gesù si vede offrire il possesso dei beni materiali, il dominio sui regni umani, e nel mondo dello spirito sugli angeli di Dio. Neanche Obama e Putin oserebbero aspirare a tanto.
Ma a ben guardare, in fondo le tre tentazioni ne formano una sola, globale: organizzarsi l'esistenza in senso egoistico, materialista, dai tetti in giù, fuori da ogni riferimento ai valori spirituali, al divino. Il proprio io viene collocato al centro dell'universo. I punti cardinali diventano questi quattro: io, io, io, io. Cioè io, un dio decapitato.
* Ma risulta che Gesù non si è lasciato ingannare da quelle offerte. E ha replicato al tentatore con tre risposte che in pratica ne formano anch'esse una sola, globale. E definitiva. Dice ogni volta Gesù: "Sta scritto!". Scritto dove? Nella Legge di Mosè, nell'alleanza che Israele nella notte dei tempi aveva contratto con il Signore.
In quei testi il popolo eletto riconosceva il primato assoluto di Dio. Per esempio nella Prima Lettura odierna è descritto in rito delle primizie: la cesta contenente le primizie dei campi offerta a Dio. Essa significava il riconoscimento della regalità e paternità di Dio, del Dio dell'Alleanza. Si affermava il primato dello spirito e del divino.
Ora, Gesù semplicemente si allinea.

Qualcosa di più importante della roba

Tutto questo ha un significato anche per noi. Una volta una pubblicità invitava le massaie a fare l'esame finestra. Suggeriva di controllare il pulito del bucato guardandolo in trasparenza. Occorrerebbe fare così anche per il bucato dell'anima. Percepire nella trasparenza che quanto è materiale rimanda allo spirituale, il finito all'infinito, il creato all'increato, l'umano al divino.
* Gesù tutto questo lo sapeva, e l'ha ricordato e ribadito al tentatore, mettendolo a tacere. Ma l'insegnamento del Signore è per tutti i suoi discepoli. Nell'universo c'è qualcosa di più importante della roba, delle cose. C'è l'invisibile. C'è un Tu con l'iniziale maiuscola: Dio, che ha creato per amore, e dà un senso vero e pieno all'esistenza. È il Padre. Padre di Gesù, che preghiamo dicendo "Padre nostro". A lui va il nostro amore.
* Sappiamo: nella vita tutti sono tentati, i veri tentati siamo noi. Tentati di voltare le spalle a Dio Creatore. E in tanti modi. Qualcuno ha detto con ironia: "Uno dei nostri maggiori problemi è che ogni giorno ci troviamo davanti così tante tentazioni, che non abbiamo il tempo di cedere a tutte" (Aldo Cammarota).
Tentazioni di egoismo, prepotenza, dominio; tentazioni dei sensi, della carriera, dell'odio. Ma davvero, come sosteneva il diavolo di Achille Campanile, in sostanza "tentar non nuoce". Mette solo alla prova la nostra volontà di bene. E se si vince, si esce più forti.
* Che ne sappiamo della robustezza delle nostre virtù? Una virtù che non ha mai subito una tentazione, non è una virtù ma solo un'ipotesi. Da verificare. Invece, come diceva un proverbio dei nostri vecchi, "Chi inciampa senza cadere fa il passo più lungo".
In questa Quaresima, tempo di conversione, ci aiuti il Signore.
Don Enzo BIANCO sdb
Fonte:  www.donbosco-torino.it

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