Don Gianni MAZZALI sdb"LE NOSTRE TENTAZIONI"

14 febbraio 2016  |  1a Domenica di Quaresima - Anno C   |   Omelia  LE NOSTRE TENTAZIONI
Vangelo: Lc 4,1-13 
La pagina delle tentazioni di Cristo, letta nella giusta filigrana, ci riguarda direttamente. Satana è
all'opera. Ci ha provato maldestramente con Gesù. Lo fa costantemente con noi, adeguandosi con estrema abilità ai tempi e alle mode, adescandoci e puntando sui nostri lati deboli: la ricerca del piacere, l'orgoglio, il potere, l'apparire importanti, l'eccessiva preoccupazione per noi, il nostro benessere, la stima e benevolenza di tutti a tutti i costi. La Parola ci invita a seguire Gesù nel deserto, a stargli accanto, ad affrontare di petto il Maligno, a riconoscere senza veli le nostre tentazioni e soprattutto a vincere il Tentatore con la nostra fede.

UN CAMMINO DI LIBERAZIONE

Nel suo lungo testamento al popolo Mosè propone la preghiera da recitarsi in occasione dell'offerta delle primizie. I primi studiosi di questo testo vi hanno intravvisto l'antico "credo" degli ebrei che riconoscono la diretta azione di Dio nelle vicende storiche di Israele. In questo testo infatti, divenuto preghiera quotidiana, si evidenzia il protagonismo di Dio. E' Lui che misteriosamente ha scelto una tribù di Aramei per farne un popolo, una nazione. E' Yahweh che interviene nella liberazione dalla schiavitù sofferta in Egitto e che guida il popolo errante alla Terra Promessa: "Il Signore ci fece uscire dall'Egitto (…) ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra".
La preghiera, recitata certamente anche da Gesù sull'uscio di casa, esprime in sintesi un cammino di liberazione il cui protagonista non è il popolo stesso, ma Dio. Dio ha scelto di farlo e lo ha fatto. E' una verità profonda che illumina e orienta il nostro perergrinare nei quaranta giorni della Quaresima. Così preoccupati di affermare il nostro diritto alla libertà, non ci accorgiamo della schiavitù che ci tengono soggiogati. Talvolta abbiamo bisogno di toccare il fondo, di scoprire i legami, le dipendenze che, malgrado noi, ci schiavizzano, ci costringono, ci dominano. L'errore in cui possiamo incorrere è quello di ritenere di poterci liberare da soli, di rifiutare ingerenze, di non umiliarci a chiedere aiuto. Dio è sempre pronto a liberarci, ma rispetta la nostra libertà e attende, come avvenne per Israele, che ci rivolgiamo a lui, riconosciamo la nostra impotenza, la nostra inadeguatezza: "Io dico al Signore: mio rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido" E il Signore prontamente ci risponde: "Nell'angoscia io sarò con lui, lo libererò e lo renderò glorioso".

TENTATI DI RITORNARE SCHIAVI

La narrazione delle tentazioni di Cristo è davvero eloquente perché ci riguarda direttamente. E' vero, Luca ci presenta le tentazioni che Cristo subisce da parte di Satana. E questo ci colpisce perchè riconosciamo che Gesù ha accettato di vivere la sua esperienza umana anche nei suoi aspetti di fragilità, di debolezza, di pericolo. Ma ci accorgiamo che nelle tentazioni rivolte a Cristo c'è la nostra esperienza di tentazione, di debolezza, forse anche di malvagità e di conseguente peccato. Le tentazioni di Cristo sono un paradigma per noi. Cristo ci ha salvati, ma la nostra natura umana corrotta continua a recalcitrare. Non solo siamo tentati di tornare alle nostre schiavitù, diamo l'impressione di volerle perpetuare per affermare paradossalmente la nostra libertà. Satana in fondo tenta Gesù perché si ribelli, perché non riconosca i limiti della sua natura umana e Gesù afferma con chiarezza il primato di Dio, del Padre: "Il Signore Dio tuo adorerai: a lui solo renderai culto". Nelle nostre reiterate ribellioni si radicano le nostre schiavitù che fatichiamo a chiamare con il loro nome e che ci impediscono di respirare libertà e di allontanare il Tentatore.

CREDERE CON IL CUORE

Paolo, nel breve brano proposto oggi, ci propone il rimedio per ovviare alle nostre schiavitù. Non si tratta di un atto di volontà, della determinazione, per quanto ferma, di voler essere liberi. Diventiamo giusti, liberi dalle schiavitù, soprattutto le più subdole, attraverso la fede in Gesù, il Signore, Colui che ha allontanato e sconfitto Satana: "con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia" perché "Gesù è il Signore".
In questa prima domenica di Quaresima ci vengono proposti i parametri per vivere in pienezza il nostro pellegrinaggio di liberazione, il nostro cammino spirituale verso la Pasqua:
- Vivere con il cuore la fede in Gesù il Signore, il Liberatore
- Snidare e riconoscere le nostre schiavitù
- Avere il coraggio di riprendere ogni giorno il cammino verso la liberazione.

"Il tentatore è subdolo:
non spinge direttamente verso il male, ma verso un falso bene,
facendo credere che le vere realtà sono il potere
e ciò che soddisfa i bisogni primari.
In questo modo, Dio diventa secondario, si riduce a un mezzo,
in definitiva diventa irreale, non conta più, svanisce.
In ultima analisi, nelle tentazioni
è in gioco la fede, perché è in gioco Dio".
(Benedetto XVI - Angelus 17 febbraio 2013)
Don Gianni MAZZALI sdb
 Fonte:  www.donbosco-torino.it

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