Don Mario MORRA sdb"Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato"

14 febbraio 2016 | 1a Domenica di Quaresima - Anno C | Omelia Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato
Nella Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia, Papa Francesco ci dice:
"La Quaresima di questo Anno Giubilare sia vissuta più intensamente come momento forte per celebrare e sperimentare la misericordia di Dio … Con le parole del profeta Michea possiamo anche noi ripetere: Tu, o Signore, sei un Dio che toglie l'iniquità e perdona il peccato, che non serbi per sempre la tua ira, ma ti compiaci di usare misericordia. Tu, Signore, ritornerai a noi e avrai pietà del tuo popolo. Calpesterai le nostre colpe e getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati".
La Parola di Dio di questa domenica ci offre dei buoni spunti di riflessione e delle indicazioni pratiche molto preziose per impostare bene la nostra vita spirituale, per "non accogliere invano la grazia di Dio" in questo "momento favorevole" che è la Quaresima. (2Cor 6,1-2)
La prima lettura ci presenta la fede del popolo di Israele, riconoscente a Dio per la liberazione dall'Egitto e per il dono della terra promessa; ogni anno il popolo ebreo offriva a Dio le primizie dei frutti della terra. E con questo gesto molto significativo, intendeva riconoscere che tutto era dono di Dio creatore, anche i prodotti della terra. Ma soprattutto intendeva esprimere la sua riconoscenza a Dio per tutti i benefici che gli aveva elargito durante la sua storia, in modo particolare per l'intervento strepitoso con cui li "fece uscire dall'Egitto con mano potente e con braccio teso… operando segni e prodigi, e ci condusse in questo luogo e ci diede questo paese, dove scorre latte e miele".
Anche noi, credenti di oggi, dobbiamo avere questo atteggiamento di fede: riconoscere e non dimenticare mai i benefici ricevuti da Dio, soprattutto il dono della misericordia nel suo figlio Gesù.
S. Paolo, nella lettera ai Romani, (2a lett.) ci ricorda che il centro della nostra fede cristiana è un fatto storico: la passione, morte e risurrezione di Gesù. Egli è la nostra Pasqua che ci libera dalla schiavitù del peccato e ci dona ogni bene che viene dal Padre. "Se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo". Gesù è il risorto, il vivente, colui che è presente nella storia del mondo e nella storia di ogni singolo uomo. "Chiunque crede in Lui non sarà deluso"; tutti possono essere salvati, anche gli Ebrei, correligionari di Paolo, ed i pagani, purché accolgano il dono di Dio in Gesù, perché "lui stesso è il Signore di tutti, ricco (di misericordia) verso tutti quelli che l'invocano. Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato". 
Non si tratta però di credere o di professare la fede in Gesù solo con le labbra, bisogna credere e professare la propria fede con il cuore; non solo a parole, ma con i fatti. 
Certo bisogna professare la fede anche con la bocca, cioè dichiararla apertamente, pubblicamente, senza rispetto umano; ma bisogna credere soprattutto "col cuore", con la volontà, con la convinzione profonda dell'anima, ed esprimerla con le opere e con la vita.
La Quaresima ci interpella sulla qualità della nostra fede, e ci impone una verifica su di essa. È una fede di parole, evanescente e inconsistente? O è una fede che si concretizza nelle opere e che ama dichiararsi di fronte a tutti? Sappiamo essere coerenti con il nostro credo nelle azioni ordinarie, quotidiane, come nelle scelte importanti della nostra vita? Che cosa c'è che non quadra con la volontà di Dio nel nostro comportamento? Dobbiamo chiedercelo seriamente se vogliamo operare un vero rinnovamento della nostra vita.
Certo non è facile aderire a Gesù con tutta la nostra vita, essere in perfetta armonia con la volontà di Dio, poiché siamo fragili, inclini al male, soggetti alla tentazione. 
Anche Gesù, in quanto uomo, fu tentato dal diavolo, come ci dice il Vangelo di oggi, nei quaranta giorni di digiuno e di preghiera passati nel deserto, come pure nel resto della sua vita "è stato provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato" (Eb 4, 15).
Le tre tentazioni di Gesù, che vengono presentate dal Vangelo di Luca, possono essere sintetizzate in un'unica tentazione: il diavolo "suggerisce a Cristo di percorrere una via messianica conforme alle pretese popolari, cioè scartando la via dell'obbedienza al Padre, la via dell'umiltà, della sofferenza e della croce, per preferire la strada del successo, dell'affermazione di sé, del potere. Conformarsi alle attese del popolo (che attendeva un Messia potente e dominatore) oppure attenersi alla Parola di Dio (alla volontà del Padre)?: ecco la prova!"(S. Leone Magno)
È la tentazione fondamentale cui è soggetto l'uomo da sempre, è l'alternativa perenne per la quale l'uomo è chiamato a decidersi: "percorrere la via di Dio, tracciata dalla sua Parola, oppure percorrere la via del mondo, dell'egoismo".
È la scelta radicale a cui ci chiama la Quaresima: vuoi seguire Dio o vuoi seguire il mondo? Devi deciderti. Se vuoi seguire Dio devi essere coerente. Non puoi tenere i piedi in due staffe. Devi uscire dalle tue ambiguità e dalle tue contraddizioni.
Gesù dopo il Battesimo, pieno di Spirito Santo, è condotto dallo Spirito nel deserto, e con la forza dello Spirito supera le sue tentazioni messianiche; anche per noi, fin dal nostro battesimo, lo Spirito Santo ha programmato le nostre nobili battaglie e le vittorie per il Regno di Dio. Se non ci staccheremo da lui, vinceremo sempre. 
Ravviviamo dunque, ogni giorno, lo Spirito Santo che è in noi.
Ci aiuti Maria la Sposa dello Spirito Santo!

Don Mario MORRA sdb
Fonte:  www.donbosco-torino.it  

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