Don Paolo Zamengo"Che giorno quella notte! "

Che giorno quella notte!    Lc 5, 1-11
7 febbraio 2016 | 5a Domenica Tempo Ordinario - Anno C | Omelia  
Tanti lo circondano, si accalcano, lo spingono, qualcuno lo strattona. Tutti vogliono la prima fila, e
così Gesù rischia di finire in acqua. Per fortuna, a riva, ci sono due barche. Gesù sale sulla prima, forse la più grande. E solo ora realizza che quella è la barca di Pietro. Ma non c’è tempo per i convenevoli. Gesù deve parlare e parla a quella folla che si è assiepata per ascoltarlo.

Pietro è scuro in volto, scuro come la notte, amara e logorante. Una lotta contro il lago, il suo lago. Tanta fatica per niente. Ma ciò che gli rodeva dentro, ciò che gli bruciava in cuore era che il lago lo aveva tradito e proprio a casa sua, davanti a tutti. Non c’è sconfitta peggiore che quella subita in casa. E Gesù lo sa.

In quella notte senza luce, Pietro è costretto a leggere ben altre sconfitte e ben altre ferite: scelte sbagliate, giorni inutili, peccati ripetuti, vita noiosa. Un fallimento totale, se non ci fosse Gesù. Ma Gesù c’è. E Gesù gli ordina di ritornare al largo. Di ripartire.

Qualcosa si muove nel cuore di Pietro. Chi è questo Gesù che gli chiede l’ingiustificabile? è lo stesso che prima gli ha guarito la suocera gravemente malata? è lo stesso che, sotto i suoi occhi, aveva imposto le mani e guarito malati di ogni specie? È lo stesso che aveva scacciato i demoni e guarito il lebbroso e il paralitico che lui conosceva da tempo?  E, soprattutto, era lo stesso Gesù che aveva stravolto e cambiato la vita a Levi, il pubblicano, trasformandolo in apostolo? Sì, è proprio lui, Gesù. (vedi tutto il cap. 5) E allora Pietro dice: “Signore, sulla tua parola getterò le reti”.

Noi, ora, sappiamo come è andata a finire quella pesca. Reti al limite della resistenza, barche stracolme, occhi stralunati, grida di meraviglia a stento trattenute. Una pesca inverosimile, fuori da ogni statistica. Miracolosa appunto.  Ma noi, dobbiamo chiederci,  il miracolo sta proprio qui? Il miracolo è questo? È solo questo?  Questione di pesci? Di numeri?

Ripartiamo allora da Pietro. Dobbiamo ripartire dalla barca vuota di Pietro, dalla sua vita spenta, dal suo cuore disperato. Il miracolo è qui. Il vero miracolo non sono le barche tornate piene ma Gesù che non si arrende e non si lascia deludere dal passato né di Pietro né di nessun altro.

Gesù fa ripartire la vita proprio da dove Pietro pensava non potesse più ripartire. Pietro dice: “Abbiamo, ho faticato tutta la notte”. Che tradotto significa: “Nella mia vita non ho combinato niente, niente di niente! Sono un buono a nulla”.

Gesù non la pensa così. Ecco il miracolo. Questo è il miracolo della misericordia. Della misericordia di Gesù che disegna strade nuove e offre nuove possibilità, apre il futuro e  scommette su ciascuno.  “Prendi il largo”, cioè riparti, ora, subito, alzati e cammina, vai e non peccare più, non temere.  Questo è il miracolo. E Pietro non lo dimenticherà più. Che notte!

Da una notte di delusioni a un giorno di decisioni.  La decisione di Pietro ha un effetto ‘domino’, scatenante, per l’intera cooperativa dei pescatori. Andrea, Giacomo e Giovanni, diventeranno anch’essi, come Pietro, pescatori di uomini. E non sono gli unici e non sono gli ultimi.

Il miracolo di quella barca e di ogni pescatore nasce dalla parola di Gesù.  Nessuno è senza peccato e forse non lo sarà mai. Ma Pietro in ginocchio davanti a Gesù è l’immagine vera dell’uomo nuovo al quale Gesù chiede di rilanciare le reti.  Solo ora Pietro è pronto a diventare pescatore di uomini.

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