Missionari della Via II Domenica di Quaresima (Anno C)


Commento su Luca 9,28-36
Missionari della Via  
II Domenica di Quaresima (Anno C) (21/02/2016)
Vangelo: Lc 9,28-36 
Perché nella seconda settimana di Quaresima meditiamo sulla trasfigurazione? Perché ci ricorda la
meta del nostro cammino, il motivo per cui vale la pena combattere spiritualmente, affrontando prove e tentazioni: la Pasqua di risurrezione, ossia passare da una vita incolore alla vita nuova di Cristo, dalla mediocrità alla bellezza, dalla menzogna alla verità, dalla vanagloria del mondo alla vera gloria di Dio, dall'egoismo del all'amore vero, dalla morte alla vita eterna, al cielo!
Nella trasfigurazione Gesù mostra la verità che è in Lui: si trasfigura, diventa sfolgorante, soprannaturale; per un attimo "apre il sipario" e Gesù mostra chi è: Dio! Vogliamo considerare due aspetti.
Il primo: Gesù trasfigurandosi, cioè mostrando la sua divinità, prepara i suoi discepoli a vivere e affrontare la sua passione mostrandogli a cosa porterà: alla gloria. Semina nel loro cuore la bellezza di questa scena perché davanti alla bruttezza del male non si arrendano, non pensino che sia più forte dell'amore o che non valga la pena essere fedeli alla verità. Spesso le prove e le difficoltà sono un vaglio, un crogiuolo, uno scalino prezioso per salire ad una qualità di vita più alta. Spesso le cose serie della vita si raggiungono passando attraverso momenti di dolore; senza sacrificio non si arriva a niente di autentico. Ci son momenti bui, difficili, in cui facciamo esperienza del dolore, o semplicemente del nulla: sembra che nulla cambi, che nulla si muova. La tentazione è lì a suggerirci di buttarci giù e deprimerci. No! Il Signore ci mostra che quello non è il capolinea, ma una stazione intermedia; l'importante è non scendere dal treno della croce, restando "a bordo", fidandosi di Lui, perseverando nel bene, certi che quella prova ci porterà ad un bene più grande, ad una tappa più vicina alla meta della santità; proprio come Lui che attraversando la passione e la morte è giunto alla risurrezione, spalancandoci le porte del cielo!
Il secondo: ma per passare oltre, per scoprire questa bellezza che si "nasconde" in Gesù, così come per scoprire chi sono io e qual è il senso delle cose che vivo, devo avere una relazione con Dio: Gesù si trasfigura mentre prega. La preghiera a volte passa in secondo piano perché gli anteponiamo tante "cose da fare"; tutto ci sembra più urgente. E invece è nella preghiera che Dio mi illumina su ciò che è davvero importante, su come affrontare una situazione, su una scelta da prendere... per fare il salto di qualità, bisogna lasciarsi portare in disparte ed essere tolti dalla solita routine quotidiana e dalla marea di pregiudizi e banalità nelle quali sguazziamo.
Per andare un po' più in profondità nelle cose, per capire il progetto di Dio su di me; per scoprire nei miei limiti un'occasione per far esperienza della misericordia di Dio e in quelli degli altri delle occasioni per amarli gratuitamente; per scoprire come nella sofferenza vi sia un'occasione per crescere nella fede e nella carità... devo ascoltare Gesù, devo ritrovare la Sua Parola: ascoltalo, questo è mio figlio l'amato, dice Dio Padre! Solo allora scopro quanto sia bello Dio, quanto sia meraviglioso seguirlo e amarlo, quanto sia bella la mia vita, con tutte le sue contraddizioni e difficoltà.
Per imparare la bellezza vera bisogna ascoltare Gesù, passando dalla vista all'udito, senza fermarci a ciò che "vediamo" (o che vorremmo vedere) o ai nostri modi di vedere le cose: è importante ascoltare la Parola del Vangelo, farle scendere nel cuore, perché diventi il mio "centro decisionale", cercando poi di metterla in pratica. Tanti non seguono Gesù o non prendono sul serio la vita cristiana perché non ne capiscono la bellezza; si sono fermati in superficie. Solo se apro il cuore alle Parole di Dio e all'insegnamento della Chiesa posso entrare in questa bellezza; una bellezza non apparente da "centro di estetica", ma la bellezza della verità, di chi sa amare veramente, di chi sa spendersi per gli altri. Il cristianesimo non ha al centro un dovere, una convinzione filosofica: ha al centro la bellezza, la gioia dell'uomo, il suo sapersi amato, destinato a una missione grande, a un luogo bello, in cui poter stare per sempre con Qualcuno con cui è bello stare.

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