Mons.Antonio Riboldi,"Seguiamo Gesù nel deserto"

Omelia del 14 febbraio 2016(Lc 4, 1-13)
Seguiamo Gesù nel deserto
La Chiesa, come ogni anno, alza il sipario sul ‘prezioso tempo della Quaresima’, con il racconto di
una delle più sconcertanti, ma nello stesso tempo più umane, vicende vissute da Gesù.

“In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo.” (Lc 4, 1-13)

Su Gesù, nel Giordano, era disceso lo Spirito come a consacrarlo per la missione che stava per iniziare. Ed il Padre Lo aveva pubblicamente ‘riconosciuto’: ‘Questi è il mio figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuto: ascoltatelo’. Dio vuole ‘ricreare’ l’uomo in Cristo Gesù. Questa volta è Suo Figlio che si mette totalmente nei panni dell’uomo: su di Lui e quindi da Lui su tutta l’umanità, di tutti i tempi, si rivolge lo sguardo carico di amore misericordioso del Padre. Dal Primogenito il Padre si attende un ‘sì’ totale e definitivo al Suo Amore, perché da questo ‘sì’ possa realizzarsi il sogno del Suo Cuore: amare l’uomo ed essere riamato, gratuitamente e liberamente.

L’uomo Gesù, pieno di Spirito Santo, anzi ‘condotto dallo Spirito’, vuole capire fino in fondo come quel ‘sì’ dovesse essere reso ‘azione concreta’, ossia come potesse essere vissuto pienamente, secondo la volontà di Chi lo aveva mandato.

In quanto uomo, seppure perfetto e innocente, forse anche Gesù ‘correva dei rischi’.

Era facile farsi prendere dalle mille ambiguità che a volte tappezzano la nostra stessa vita, fino a imbrogliare la verità e quindi la direzione dei nostri passi; facile farsi ‘ammaliare’, in questo mondo, dalle mille voci; facile ‘inventare un piano di salvezza’ personale. Sotto le mille tentazioni, è facile prendere abbagli. A noi questo capita spesso, anche ad anime buone.

Gesù ‘fa deserto’ in se stesso: si spoglia di tutto ‘dentro e fuori’ fino a non sentire più voci che gli impediscano di andare diritto alla Voce del Padre.

‘Si fa lui stesso deserto’, perché nulla in Lui sia un ‘no’ al Padre che lo manda, perché sapeva che nella totalità del suo ‘sì’ vi era la totalità della ‘nuova creazione dell’intera umanità’: sorprendente, inaspettato, gratuito dono del ‘Padre di ogni misericordia’.

Satana prova a proporgli le sue ‘vie’, che, come al solito, sono ‘vie’ di superbia, su cui non si possono mai costruire esistenze di amore, che richiedono umiltà, povertà e docilità.

‘Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane’.

Sarebbe stato facile fare il Messia ‘riempiendo il mondo di pane’, ossia ‘facendo ricchi gli uomini’.

‘Ti darò tutto questo potere e la gloria di questi regni …  Se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo’.

Quante volte per voglia di potere gli uomini mandano a brandelli la propria dignità!

‘Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù … sta scritto infatti: ‘Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano’’.

In ultimo Satana cerca di mettere in crisi Gesù circa la Sua identità e la sua missione, come spesso fa anche con noi, discepoli del Maestro.

Gesù, ribattendo tentazione a tentazione, sceglie la via del ‘pane della Parola’, la via dell’umiltà, la via della povertà, che ignora il concetto di potere, ma percorre solo la via del servizio.

Alla fine ‘il diavolo si allontanò da Lui’.

Gesù ha detto ‘sì’ alla volontà del Padre. Quel momento è ‘la nuova creazione’ , che noi siamo chiamati a vivere, come dono meritato da Gesù nel compiere la volontà del Padre sulla croce, da dove affermerà: ‘Tutto è stato compiuto, come Tu, Padre, hai voluto’.

La Quaresima ci propone lo stesso ‘deserto’.

Anche noi, tutti, senza eccezioni, veniamo ogni giorno corteggiati da Satana, in mille modi, perché ignoriamo la volontà di Dio o mascheriamo il nostro sfacciato egoismo con una presunta volontà di Dio, ma siamo sicuri di vivere secondo Dio?

Siamo certi di percorrere le vie sulle quali il Signore ci chiede di camminare per vivere il nostro ‘sì’? C’è in giro troppa gente che rincorre potenza, prestigio, ricchezza, magari chiamando tutto quello un bene. Ma un bene di chi e per chi?

Non è piuttosto la tentazione di Satana, che si fa attuale in noi, cancellando il ‘sì’ che Gesù ha già detto una volta per tutte al nostro posto?

Sentiamo profondamente un forte bisogno di cambiamento: non fuori di noi, ma ‘dentro di noi’, seguendo Gesù, nella preghiera, che è il dialogo con Dio, da cui viene ogni verità e forza; nella penitenza, che è strapparci di dosso gli egoismi che impediscono di camminare sulla via della libertà; nella carità, che è via alla santità.

Cerchiamo in questo tempo prezioso, nell’anno straordinario del Giubileo della Misericordia, di trovare spazio per pregare, chiedere perdono a Dio e ai fratelli, amare, donare.

Voglio augurare a tutti i miei amici un santo cammino di Quaresima, che ci accosti di più al Bene di Dio, prendendo le distanze da noi stessi: è l’unico modo per resistere alle tante tentazioni che il mondo ci offre.

Viviamo il nostro ‘deserto’ con Gesù e … il deserto fiorirà!

Antonio, Vescovo

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