Dalle «Omelie sul Levitico» di Origene,"Cristo Pontefice è la nostra propiziazione"
Dalle «Omelie sul Levitico» di Origene, presbitero
(Om. 9, 5. 10; PG 12, 515. 523)
Cristo Pontefice è la nostra propiziazione
Una volta all'anno il sommo sacerdote, lasciando fuori il popolo, entra nel luogo dove sta il
propiziatorio con i cherubini su di esso. Entra nel luogo dove c'è l'arca dell'alleanza e l'altare dell'incenso. Là a nessuno è permesso di entrare fuorché al Pontefice.
Ora se considero che il mio vero Pontefice, il Signore Gesù Cristo, vivendo nella carne, durante tutto l'«anno stava col popolo, quell'«anno, di cui egli stesso dice: Il Signore mi ha mandato a predicare la buona novella ai poveri, a promulgare un anno di grazia del Signore e il giorno di remissione (cfr. Lc 4, 18-19) noto che una volta sola in quest'anno, nel giorno cioè dell'espiazione, entra nel santo dei santi, il che significa che, eseguito il suo compito, penetra nei cieli e si pone davanti al Padre per renderlo propizio al genere umano, e per pregare per tutti coloro che credono in lui.
Conoscendo questa sua propiziazione con cui rende il Padre benevolo verso gli uomini, l'apostolo Giovanni dice: Questo dico, figlioletti miei, perché non pecchiamo. Ma anche se siamo caduti in peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre, Gesù Cristo giusto, ed egli stesso è il propiziatore per i nostri peccati (cfr. 1 Gv 2, 1).
Ma anche Paolo ricorda questa propiziazione, quando dice di Cristo: Dio lo ha posto quale propiziatorio nel sangue di lui mediante la fede (cfr. Rm 3, 25). Perciò il giorno della propiziazione durerà per noi fino a che non abbia fine il mondo.
Dice la parola divina: E imporrà l'incenso sopra il fuoco davanti al Signore, e il fumo dell'incenso coprirà il propiziatorio che è sopra l'arca dell'alleanza, e non morirà, e prenderà del sangue del vitello, e col suo dito lo spargerà sul propiziatorio sul lato orientale (cfr. Lv 16, 12-14).
Insegnò agli antichi Ebrei come si doveva celebrare il rito della propiziazione per gli uomini, che si faceva a Dio. Ma tu che sei venuto dal Pontefice vero, dal Cristo, il quale col suo sangue ti rese propizio Dio e ti riconciliò col Padre, non fermarti al sangue della carne, ma impara invece a conoscere il sangue del Verbo, ed ascolta lui che ti dice: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati» (Mt 26, 28).
Non ti sembri poi senza senso il fatto che è sparso sul lato orientale. La propiziazione ti è venuta dall'oriente. Di là è infatti il personaggio che ha nome Oriente, e che è diventato mediatore di Dio e degli uomini. Sei invitato quindi per questo a guardare sempre ad oriente, da dove per te sorge il sole di giustizia, da dove per te sempre nasce la luce, perché tu non abbia mai a camminare nelle tenebre, né quell'ultimo giorno ti sorprenda nelle tenebre. Perché la notte e l'oscurità dell'ignoranza non ti si avvicinino di soppiatto; perché tu abbia a trovarti sempre nella luce della conoscenza, e nel giorno luminoso della fede e sempre ottenga il lume della carità e della pace.
(Om. 9, 5. 10; PG 12, 515. 523)
Cristo Pontefice è la nostra propiziazione
Una volta all'anno il sommo sacerdote, lasciando fuori il popolo, entra nel luogo dove sta il
propiziatorio con i cherubini su di esso. Entra nel luogo dove c'è l'arca dell'alleanza e l'altare dell'incenso. Là a nessuno è permesso di entrare fuorché al Pontefice.
Ora se considero che il mio vero Pontefice, il Signore Gesù Cristo, vivendo nella carne, durante tutto l'«anno stava col popolo, quell'«anno, di cui egli stesso dice: Il Signore mi ha mandato a predicare la buona novella ai poveri, a promulgare un anno di grazia del Signore e il giorno di remissione (cfr. Lc 4, 18-19) noto che una volta sola in quest'anno, nel giorno cioè dell'espiazione, entra nel santo dei santi, il che significa che, eseguito il suo compito, penetra nei cieli e si pone davanti al Padre per renderlo propizio al genere umano, e per pregare per tutti coloro che credono in lui.
Conoscendo questa sua propiziazione con cui rende il Padre benevolo verso gli uomini, l'apostolo Giovanni dice: Questo dico, figlioletti miei, perché non pecchiamo. Ma anche se siamo caduti in peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre, Gesù Cristo giusto, ed egli stesso è il propiziatore per i nostri peccati (cfr. 1 Gv 2, 1).
Ma anche Paolo ricorda questa propiziazione, quando dice di Cristo: Dio lo ha posto quale propiziatorio nel sangue di lui mediante la fede (cfr. Rm 3, 25). Perciò il giorno della propiziazione durerà per noi fino a che non abbia fine il mondo.
Dice la parola divina: E imporrà l'incenso sopra il fuoco davanti al Signore, e il fumo dell'incenso coprirà il propiziatorio che è sopra l'arca dell'alleanza, e non morirà, e prenderà del sangue del vitello, e col suo dito lo spargerà sul propiziatorio sul lato orientale (cfr. Lv 16, 12-14).
Insegnò agli antichi Ebrei come si doveva celebrare il rito della propiziazione per gli uomini, che si faceva a Dio. Ma tu che sei venuto dal Pontefice vero, dal Cristo, il quale col suo sangue ti rese propizio Dio e ti riconciliò col Padre, non fermarti al sangue della carne, ma impara invece a conoscere il sangue del Verbo, ed ascolta lui che ti dice: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati» (Mt 26, 28).
Non ti sembri poi senza senso il fatto che è sparso sul lato orientale. La propiziazione ti è venuta dall'oriente. Di là è infatti il personaggio che ha nome Oriente, e che è diventato mediatore di Dio e degli uomini. Sei invitato quindi per questo a guardare sempre ad oriente, da dove per te sorge il sole di giustizia, da dove per te sempre nasce la luce, perché tu non abbia mai a camminare nelle tenebre, né quell'ultimo giorno ti sorprenda nelle tenebre. Perché la notte e l'oscurità dell'ignoranza non ti si avvicinino di soppiatto; perché tu abbia a trovarti sempre nella luce della conoscenza, e nel giorno luminoso della fede e sempre ottenga il lume della carità e della pace.
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