Don Gianni MAZZALI sdb"L'INNOCENTE SOFFRE PER TUTTI"
20 marzo 2016 | 6a Domenica di Quaresima: Le Palme - Anno C | Omelia
L'INNOCENTE SOFFRE PER TUTTI
Vangelo: Lc 22,14-23,56
In questa domenica, forse più di ogni altra nell'anno, la gente corre verso la Chiesa e tanti partecipano
alla benedizione degli ulivi e alla Messa delle Palme. C'è chi criticamente vi scorge una forma di superstizione popolare. Andando più a fondo ci rendiamo conto tutti di quanto abbiamo bisogno di segni, di cose tangibili che indicano una presenza spirituale invisibile, un contatto con chi ci rasserena e ci infonde quella fiducia che a volte abbiamo perso. Il ramo di ulivo ci fa sentire Gesù vicino, ci mette in contatto con l'innocente figlio di Dio che ha sofferto per tutti noi. Recando in mano il ramo d'ulivo sentiamo di essere anche noi presenti tra coloro che hanno acclamato Gesù, che lo hanno abbandonato e che, nonostante ciò, hanno ricevuto il perdono e la salvezza.
UNA SOFFERENZA ANNUNCIATA
Ci commuove leggere e lasciarci ispirare da quanto più di 500 anni prima di Cristo ha scritto il secondo autore del Libro di Isaia. C'è una disponibilità a tutta prova da parte del profeta a mettersi in ascolto di Dio per trasmettere al popolo sfiduciato un messaggio di consolazione e di speranza. Incomprensibilmente le sue parole non vengono accolte e il profeta è oggetto di ingiuste accuse, di violenza: Ma, nonostante tutto, ciò egli sente la vicinanza di Dio che lo assiste e che farà svanire ogni contraddizione e confusione. I Vangeli hanno letto l'esperienza del profeta come un anticipo dell'esperienza di Gesù, il Messia. Gesù è il Servo Sofferente per eccellenza che è venuto per liberare l'umanità dalla schiavitù, che è stato rifiutato dai suoi fino a subire, più ancora del profeta, una morte infame. Eppure vi è in Gesù una consapevolezza di aver compiuto in questo modo la sua missione e, secondo quanto ci riferisce Luca, prima di spirare sulla croce si consegna totalmente al Padre: "Padre nella tua mani affido il mio spirito". C'è una sofferenza grande e annunciata nella nostra religione cristiana che non è indice di maledizione e di abbandono, ma al contrario di redenzione e di liberazione. Troviamo in questa verità, unica tra le fedi, una risposta e un senso alla nostra sofferenza, alle ingiustizie, alle condanne degli innocenti, alle violenze di ogni genere e alle morti assurde. La tentazione della disperazione o del nichilismo è superata dalla percezione che ogni esperienza umana, anche la più assurda e contraddittoria, trova un senso misterioso, ma vero, nella sofferenza di Dio stesso, che, nella carne umana di Gesù, viene rifiutato dai suoi, soffre e muore di una morte scandalosa ed incomprensibile.
OBBEDIENTE FINO ALLA MORTE
Paolo, nella Lettera ai Filippesi, accoglie un inno tra i più antichi sul mistero dell'incarnazione di Cristo. La liturgia lo propone per questa Domenica delle Palme. E' una lettura che diventa spontaneamente preghiera e contemplazione. Il mistero che viene annunciato è un abisso insondabile alla nostra ragione. E' nella fede che lo accogliamo e ce ne lasciamo avvolgere. Contempliamo lo svuotamento di Cristo, la sua rinuncia totale alla gloria della divinità per essere visto e considerato uomo tra i tanti: "(…) svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini". Gesù è il figlio del falegname, l'uomo che riesce a parlare alle folle, che compie prodigi, ma anche l'impostore, il bestemmiatore, il pericolo per tutta la nazione. E il suo svuotarsi giunge fino alla morte di Dio! Con il suo totale annullamento paga il prezzo del nostro riscatto e ci consegna a Dio come suoi figli.
PADRE, PERDONA LORO
Luca non si tradisce, nel suo tocco personalissimo anche nella narrazione della Passione del Signore. Abbiamo già detto della commovente consegna di Gesù al Padre, ma, seguendo Gesù verso il Calvario possiamo rilevare alcune caratteristiche tipicamente lucane. Gesù per Luca è il Servo, è Dio fatto uomo che serve: "Chi è più grande chi sta a tavola o chi serve?". E poi in Gesù, il Figlio sconfitto, Dio è accanto "agli sconfitti", a coloro che sono ingiustamente condannati, agli innocenti perseguitati: "Egli non ha fatto nulla di male". Ma è la misericordia il tratto più evidente nella Passione secondo Luca: "Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno". Prima di spirare Gesù abbraccia l'umanità con il perdono di Dio, del Padre e promette il Paradiso al ladrone: "Oggi sarai con me in Paradiso".
"Io, in quanto cattolica e credente,
mi attacco a un pezzo di legno,
mi afferro a una mano sanguinante,
prendo forza e coraggio
per andare avanti dall'annuncio di un giovane:
"Colui che era morto... non è qui"
.(Ragazza di 18 anni, da "Mettici il cuore" di Carla Zichetti).
Don Gianni MAZZALI sdb
L'INNOCENTE SOFFRE PER TUTTI
Vangelo: Lc 22,14-23,56
In questa domenica, forse più di ogni altra nell'anno, la gente corre verso la Chiesa e tanti partecipano
alla benedizione degli ulivi e alla Messa delle Palme. C'è chi criticamente vi scorge una forma di superstizione popolare. Andando più a fondo ci rendiamo conto tutti di quanto abbiamo bisogno di segni, di cose tangibili che indicano una presenza spirituale invisibile, un contatto con chi ci rasserena e ci infonde quella fiducia che a volte abbiamo perso. Il ramo di ulivo ci fa sentire Gesù vicino, ci mette in contatto con l'innocente figlio di Dio che ha sofferto per tutti noi. Recando in mano il ramo d'ulivo sentiamo di essere anche noi presenti tra coloro che hanno acclamato Gesù, che lo hanno abbandonato e che, nonostante ciò, hanno ricevuto il perdono e la salvezza.
UNA SOFFERENZA ANNUNCIATA
Ci commuove leggere e lasciarci ispirare da quanto più di 500 anni prima di Cristo ha scritto il secondo autore del Libro di Isaia. C'è una disponibilità a tutta prova da parte del profeta a mettersi in ascolto di Dio per trasmettere al popolo sfiduciato un messaggio di consolazione e di speranza. Incomprensibilmente le sue parole non vengono accolte e il profeta è oggetto di ingiuste accuse, di violenza: Ma, nonostante tutto, ciò egli sente la vicinanza di Dio che lo assiste e che farà svanire ogni contraddizione e confusione. I Vangeli hanno letto l'esperienza del profeta come un anticipo dell'esperienza di Gesù, il Messia. Gesù è il Servo Sofferente per eccellenza che è venuto per liberare l'umanità dalla schiavitù, che è stato rifiutato dai suoi fino a subire, più ancora del profeta, una morte infame. Eppure vi è in Gesù una consapevolezza di aver compiuto in questo modo la sua missione e, secondo quanto ci riferisce Luca, prima di spirare sulla croce si consegna totalmente al Padre: "Padre nella tua mani affido il mio spirito". C'è una sofferenza grande e annunciata nella nostra religione cristiana che non è indice di maledizione e di abbandono, ma al contrario di redenzione e di liberazione. Troviamo in questa verità, unica tra le fedi, una risposta e un senso alla nostra sofferenza, alle ingiustizie, alle condanne degli innocenti, alle violenze di ogni genere e alle morti assurde. La tentazione della disperazione o del nichilismo è superata dalla percezione che ogni esperienza umana, anche la più assurda e contraddittoria, trova un senso misterioso, ma vero, nella sofferenza di Dio stesso, che, nella carne umana di Gesù, viene rifiutato dai suoi, soffre e muore di una morte scandalosa ed incomprensibile.
OBBEDIENTE FINO ALLA MORTE
Paolo, nella Lettera ai Filippesi, accoglie un inno tra i più antichi sul mistero dell'incarnazione di Cristo. La liturgia lo propone per questa Domenica delle Palme. E' una lettura che diventa spontaneamente preghiera e contemplazione. Il mistero che viene annunciato è un abisso insondabile alla nostra ragione. E' nella fede che lo accogliamo e ce ne lasciamo avvolgere. Contempliamo lo svuotamento di Cristo, la sua rinuncia totale alla gloria della divinità per essere visto e considerato uomo tra i tanti: "(…) svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini". Gesù è il figlio del falegname, l'uomo che riesce a parlare alle folle, che compie prodigi, ma anche l'impostore, il bestemmiatore, il pericolo per tutta la nazione. E il suo svuotarsi giunge fino alla morte di Dio! Con il suo totale annullamento paga il prezzo del nostro riscatto e ci consegna a Dio come suoi figli.
PADRE, PERDONA LORO
Luca non si tradisce, nel suo tocco personalissimo anche nella narrazione della Passione del Signore. Abbiamo già detto della commovente consegna di Gesù al Padre, ma, seguendo Gesù verso il Calvario possiamo rilevare alcune caratteristiche tipicamente lucane. Gesù per Luca è il Servo, è Dio fatto uomo che serve: "Chi è più grande chi sta a tavola o chi serve?". E poi in Gesù, il Figlio sconfitto, Dio è accanto "agli sconfitti", a coloro che sono ingiustamente condannati, agli innocenti perseguitati: "Egli non ha fatto nulla di male". Ma è la misericordia il tratto più evidente nella Passione secondo Luca: "Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno". Prima di spirare Gesù abbraccia l'umanità con il perdono di Dio, del Padre e promette il Paradiso al ladrone: "Oggi sarai con me in Paradiso".
"Io, in quanto cattolica e credente,
mi attacco a un pezzo di legno,
mi afferro a una mano sanguinante,
prendo forza e coraggio
per andare avanti dall'annuncio di un giovane:
"Colui che era morto... non è qui"
.(Ragazza di 18 anni, da "Mettici il cuore" di Carla Zichetti).
Don Gianni MAZZALI sdb
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