don Luigi Trapelli"La Miseria e la Misericordia"
La Miseria e la Misericordia
don Luigi Trapelli
V Domenica di Quaresima (Anno C)
Vangelo: Gv 8,1-11
Il primo pensiero di questa omelia va al nostro nuovo Papa Francesco che con semplicità, umiltà e
fermezza si è presentato ai fedeli. Dio lo benedica e doni alla Chiesa la capacità di cogliere nella sua figura l'azione costante dello Spirito Santo.
Nella prima lettura, si parla dell'incontro tra Mosè e Dio.
Mosè parla a Dio come ad un amico. E' la definizione massima per una persona di Israele, ma anche per noi oggi, perché finché non cogliamo Dio come amico, difficilmente comprendiamo cosa significhi essere cristiani.
Nel Vangelo abbiamo un brano stupendo, ma non facile da vivere: l'incontro tra Gesù e una donna sorpresa in flagrante adulterio.
E' il simbolo di una umanità peccatrice, debole, fragile che Gesù restituisce alla sua dignità.
Tutto avviene nell'atmosfera santa del tempio.
Gli scribi e i farisei arrestano solo la donna e la portano a Gesù nel tempio come per affermare: "Gesù, cosa puoi dire davanti a questo fatto così eclatante? Noi siamo a posto, mentre questa donna come potrai perdonarla?"
Gesù si curva, si china, non dice nulla, si mette semplicemente a scrivere col dito per terra, forse perché in quei momenti guardarla in faccia voleva significare umiliarla ancora di più.
E' l'unica volta in cui vediamo Gesù scrivere.
Alcuni Padri della Chiesa dicono che stava scrivendo i peccati di coloro che accusavano tale donna.
Gesù pensa a non offendere la donna.
Davanti alle insistenze afferma: "Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra."
L'invito è di entrare in noi stessi, perché è dentro l'uomo che avviene la vera liberazione.
Solo entrando in noi e riconoscendo i nostri peccati, possiamo cambiare la realtà.
La vera liberazione, la vera rivoluzione cristiana, nasce dal di dentro.
E poi sarebbe interessante capire come mai non si parla dell'uomo che ha peccato e si considera solo il ruolo della donna.
Anche se, come sempre, bisogna entrare nella mentalità ebraica del tempo.
Gesù supera tutti questi pregiudizi e rimane lui solo con la donna dopo che tutti, dai più anziani ai più giovani, se ne sono andati.
Si parte dagli anziani perché ci si accorge che più si cresce in età e maggiori sono i peccati.
Agostino pone quella stupenda frase: RIMANGONO LA MISERIA E LA MISERICORDIA.
Gesù chiama quella adultera donna come sua Madre sotto la croce, le rida dignità, la rende libera.
Lui libero, lei libera.
Con l'invito finale: "Va' e d'ora in poi non peccare più."
don Luigi Trapelli
V Domenica di Quaresima (Anno C)
Vangelo: Gv 8,1-11
Il primo pensiero di questa omelia va al nostro nuovo Papa Francesco che con semplicità, umiltà e
fermezza si è presentato ai fedeli. Dio lo benedica e doni alla Chiesa la capacità di cogliere nella sua figura l'azione costante dello Spirito Santo.
Nella prima lettura, si parla dell'incontro tra Mosè e Dio.
Mosè parla a Dio come ad un amico. E' la definizione massima per una persona di Israele, ma anche per noi oggi, perché finché non cogliamo Dio come amico, difficilmente comprendiamo cosa significhi essere cristiani.
Nel Vangelo abbiamo un brano stupendo, ma non facile da vivere: l'incontro tra Gesù e una donna sorpresa in flagrante adulterio.
E' il simbolo di una umanità peccatrice, debole, fragile che Gesù restituisce alla sua dignità.
Tutto avviene nell'atmosfera santa del tempio.
Gli scribi e i farisei arrestano solo la donna e la portano a Gesù nel tempio come per affermare: "Gesù, cosa puoi dire davanti a questo fatto così eclatante? Noi siamo a posto, mentre questa donna come potrai perdonarla?"
Gesù si curva, si china, non dice nulla, si mette semplicemente a scrivere col dito per terra, forse perché in quei momenti guardarla in faccia voleva significare umiliarla ancora di più.
E' l'unica volta in cui vediamo Gesù scrivere.
Alcuni Padri della Chiesa dicono che stava scrivendo i peccati di coloro che accusavano tale donna.
Gesù pensa a non offendere la donna.
Davanti alle insistenze afferma: "Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra."
L'invito è di entrare in noi stessi, perché è dentro l'uomo che avviene la vera liberazione.
Solo entrando in noi e riconoscendo i nostri peccati, possiamo cambiare la realtà.
La vera liberazione, la vera rivoluzione cristiana, nasce dal di dentro.
E poi sarebbe interessante capire come mai non si parla dell'uomo che ha peccato e si considera solo il ruolo della donna.
Anche se, come sempre, bisogna entrare nella mentalità ebraica del tempo.
Gesù supera tutti questi pregiudizi e rimane lui solo con la donna dopo che tutti, dai più anziani ai più giovani, se ne sono andati.
Si parte dagli anziani perché ci si accorge che più si cresce in età e maggiori sono i peccati.
Agostino pone quella stupenda frase: RIMANGONO LA MISERIA E LA MISERICORDIA.
Gesù chiama quella adultera donna come sua Madre sotto la croce, le rida dignità, la rende libera.
Lui libero, lei libera.
Con l'invito finale: "Va' e d'ora in poi non peccare più."
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