MONASTERO DI RUVIANO, "...E ORA CI TENDE LA MANO"

...E ORA CI TENDE LA MANO
Veglia  MONASTERO DI RUVIANO, 
Gen 1, 1-2,2; Gen 22, 1-18; Es 14, 15-15,1; Is 54 ,5-14;Is 55, 1-11; Bar 3, 9-15.32-4,4;
Ez 36, 16-28; Rm 6, 3-11; Lc 24, 1-12
Messa del giorno
At 10, 34a.37-43; Sal 117; Col 3, 1-4 (opp.1Cor5, 6b-8); Gv 20 ,1-9 (sera Lc 24, 13-35)
Celebrare la Pasqua!
Lo abbiamo fatto nel Santo Triduo seguendo il Signore nei passi della sua Passione, dal Cenacolo al
Getsemani, dal Getsemani agli oltraggi e al processo iniquo, dalla Croce al sepolcro di Giuseppe d’Arimatea …
Abbiamo contemplato la Croce gloriosa in cui ci è stato raccontato tutto Dio, e abbiamo visto lì la sua gloria che è presenza che salva; la gloria, che è il sì incondizionato a Dio, è detta tutta in quella croce su cui lo Sposo ha donato tutto alla Sposa.

Noi lo abbiamo atteso questo Sposo, sceso per amore nelle profondità della morte e degli inferi; lo abbiamo atteso, a differenza dei discepoli che, in quei giorni di primavera dell’anno 30, nulla attendevano più. L’abbiamo atteso perché l’Evangelo, in un giorno benedetto della nostra vita, ci ha incontrati e trasformati e, su questo mistero di morte e di amore, abbiamo fondato tutta la nostra vita; abbiamo atteso la Pasqua, abbiamo atteso la santa notte di Risurrezione e questo Santo giorno di Pasqua! L’abbiamo atteso per esporre ancora le nostre vite alle potenti energie della Risurrezione, per immergere ancora le nostre storie nell’amore radicale del Padre, del Figlio e dello Spirito, in un rinnovato Battesimo che imbeva tutte le nostre fibre.

Ne abbiamo bisogno! La Pasqua di Gesù non è un fatto perduto oltre il fossato abissale di questi duemila anni; è invece evento che ci cerca ogni giorno e con cui - direi - “scontrarsi” ogni giorno, per chiederci se abbiamo assunto lo stile dell’uomo nuovo che Gesù ci ha mostrato, uno stile che, lungi dall’essere sovrumano, è invece pienamente umano … la Pasqua ci provoca e ci sfida … ogni anno, ogni giorno.

La Risurrezione di Gesù, avvenuta nel segreto del sepolcro di Gerusalemme in questa Santa Notte, si è manifesta negli incontri del Risorto con le donne e con i suoi … le apparizioni avvengono nel tempo e nello spazio della storia, della nostra storia umana e vengono a dirci che il nostro mondo è realmente toccato dal corpo del Risorto, una realtà del tutto nuova quel corpo, una realtà impensabile alla storia stessa. Il Signore Gesù, il Risorto, tende la mano verso di noi e verso questo mondo, e ci chiede un’obbedienza concreta, nel nostro corpo; ci chiede di seguirlo su questa via di novità possibile anche là dove si imporrebbe una assoluta impossibilità ed impotenza.

La sua Risurrezione al terzo giorno ci grida proprio che lì, dove ogni speranza pare morire, Dio risponde con il suo amore indefettibile e concretissimo che capovolge ogni “status” di morte, con il suo amore che si è “sporcato le mani” con la nostra carne e che non si accontenta di toccare le nostre “anime” ma ci vuole toccare in tutta la nostra corporea umanità per evitarci il rischio di una facile caduta verso vuoti e falsi spiritualismi. La Risurrezione al terzo giorno è proprio la risposta di Dio a ciò che a noi uomini pare perduto per sempre: se il primo giorno è il giorno del disastro irreparabile (la morte), il secondo giorno è il giorno della stasi che pare irreversibile (la tomba chiusa) ed è lungo questo secondo giorno, il terzo giorno è l’ora del “novum” inatteso e insperato.

La Risurrezione provoca la nostra carne a passare attraverso il dono totale di sé per giungere ad una vita colma di senso e di eterno. Il Risorto ci dice che la nostra carne può profumare di eternità a patto di scegliere la via costosa della Pasqua.

L’alleluia pasquale di questa notte e di questi cinquanta giorni non è un canto di gioia beneaugurante, ma è la dichiarazione di voler essere, come il Cristo, gloria di Dio che racconta il primato del Padre, di voler davvero appartenere a questo mondo toccato dalle energie del Risorto!

Rivestiti dal Risorto, fin dal giorno del Battesimo, in ogni Pasqua ridiciamo il nostro sì a questa veste luminosa da custodire nella fede in ogni giorno della nostra vita.

p. Fabrizio Cristarella Orestano

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