Movimento Apostolico "Voi stessi dite che io lo sono"

Voi stessi dite che io lo sono
Movimento Apostolico - rito romano  
Domenica delle Palme (Anno C) (20/03/2016)
Vangelo: Lc 22,14-23,56 
A nessuno è consentito leggere la passione del Signore con occhi umani. Dobbiamo chiedere allo
Spirito Santo che ci doni i suoi occhi. Solo con essi si potrà entrare nelle profondità del mistero e in esso fissare lo sguardo. Banalizzare la passione di Gesù per dare soluzione e anche sacra commiserazione ai mali che affliggono l'umanità è vero sacrilegio. Ancora una volta Cristo viene crocifisso dalle nostre molteplici, infinite strumentalizzazioni. Questo peccato mai va aggiunto alla passione del Signore.
Gesù non è venuto per risolvere i problemi sociali che affliggono l'umanità. Altrimenti sarebbe lui stesso sceso dalla croce. Avrebbe invitato i poveri alla rivolta contro i potenti della terra. Sarebbe stato un messia degli uomini, ma non del Padre suo. Gesù è venuto per dire al crocifisso di restare inchiodato sulla sua croce, al povero di rimanere nella sua povertà, all'assetato nella sua sete, al lebbroso di vivere la sua lebbra. È venuto perché ognuno potesse stare sulla propria croce, ma con il suo cuore, il suo Santo Spirito, inchiodati dall'amore purissimo del Padre.
Gesù è venuto non per mettere gli uomini gli uni contro gli altri, bensì in comunione gli uni con gli altri. Crocifissi in comunione con i crocifissi, poveri in comunione con i poveri, afflitti con gli afflitti. Questo è possibile se nel cuore dell'uomo vi è il cuore di Cristo Gesù, la ricchezza dell'amore del Padre, la sapienza e la santità dello Spirito di Dio. Cristo è venuto per fare all'uomo questi preziosi doni divini ed eterni, con i quali è possibile vivere ogni condizione umana, anche la più terrificante e impossibile.
La croce di Gesù non è il frutto di circostanze umane, di collisione tra poteri forti. Essa è il frutto di una obbedienza alla verità. Lui ha confessato dinanzi al sinedrio, sotto giuramento, chi è Lui secondo il Padre suo e per questa confessione è stato condannato alla crocifissione. Lui è stato inchiodato per aver reso testimonianza alla verità. Poiché alla verità siamo obbligati poveri e ricchi, sani e ammalati, dotti e semplici, sempre il mondo inchioderà sul legno quanti renderanno testimonianza alla loro verità. La croce è il frutto della verità. La verità è di Dio dalla quale è la verità dell'uomo. Nessuna croce umana genera salvezza se manca della testimonianza alla verità. Le croci di falsità, peccato, vizio, trasgressioni non generano alcuna salvezza.
Come il povero vive una croce di redenzione? Accogliendo la sua povertà e rimanendo inchiodato su di essa, così vale per l'afflitto, il derelitto, l'affamato, il perseguitato, il profugo, il forestiero, il pellegrino, ogni altro uomo. Come il ricco vive la sua croce di salvezza? Accogliendo la sua ricchezza come dono di Dio per spogliarsi di essa. Mentre il Signore prova il povero con la povertà perché si inchiodi su di essa, il ricco lo prova con la ricchezza perché si schiodi da essa. Si spogli. La usi solo per amare.
Il povero mai deve lasciarsi tentare dalla ricchezza del ricco. Deve rimanere inchiodato sulla sua croce per amore. Il ricco mai deve guardare il povero e lasciarsi commuovere dalla sua povertà. Non è questa la verità della sua vita. Lui deve rendere testimonianza al Signore che gli chiede di schiodarsi da essa facendone uno strumento di amore. È la testimonianza a questa verità che lo salva e che lo rende strumento di vera salvezza eterna. Cristo Gesù si crocifisse alla sua verità e fu crocifisso. Il ricco anche lui deve crocifiggersi alla sua verità e schiodarsi dalla ricchezza. La sua croce è salvezza.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, inchiodateci sulla nostra verità.

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