PANE QUOTIDIANO,«Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli»

La Liturgia di Lunedi 28 Marzo 2016  VANGELO (Mt 28,8-15)Commento: Rev. D. Joan COSTA i Bou (Barcelona, Spagna)
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare
l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.
Parola del Signore

Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli»
Commento: Rev. D. Joan COSTA i Bou (Barcelona, Spagna)
Oggi, l’allegria della risurrezione, fa delle donne che erano andate al sepolcro, delle coraggiose messaggere di Cristo. «Una grande allegria» sentono nei loro cuori per l’annuncio dell’ angelo sulla risurrezione del Maestro. Ed escono “correndo” dal sepolcro per annunciarlo agli Apostoli. Non possono rimanere inattive ed i loro cuori scoppierebbero se non lo annunciassero a tutti i discepoli. Risuonano nelle nostre anime le parole di Paolo: «L’amore di Cristo infatti ci possiede» (2 Cor 5,14).

Gesù finge di incontrarsi per caso: con Maria Maddalena e anche con l’altra Maria –così ringrazia Cristo e ricompensa la osadia di chi lo cerca di buon mattino-, e lo fa anche con tutti gli uomini e donne del mondo. Ancora di più, per mezzo della Sua Incarnazione, si è unito, in un certo modo, ad ogni essere umano.

Gli atteggiamenti delle donne, davanti la presenza del Signore, esprimono le attitudini più profonde dell’essere umano di fronte a Colui che è il nostro Creatore e Redentore: la sottomissione -«gli abbracciarono i piedi» (Mt 28,9)- e l’adorazione. Che grande lezione per imparare a stare davanti a Cristo Eucaristia!

«Non temete» (Mt 28,10), dice Gesù alle sante donne. Paura del Signore? Mai, se è l’Amore di ogni amore! Paura di perderlo? Sì, perché conosciamo la nostra debolezza. Perciò ci afferriamo fortemente ai Suoi piedi. Come gli Apostoli nel mare in tempesta e i discepoli di Emmaus Gli chiediamo: “Signore non lasciarci!”

E il Maestro invia le donne ad annunciare la buona novella ai discepoli. Questo è anche compito nostro e missione divina fin dal giorno del nostro battesimo: annunciare Cristo in tutto il mondo, «perché tutto il mondo possa trovare Cristo, perché Cristo possa percorrere con ciascuno di noi il cammino della vita, con la forza della verità (...) contenuta nel mistero dell’Incarnazione e della Redenzione, con la forza dell’amore che irradia da essa» (Giovanni Paolo ll).


La voce di una teologa

Queste donne fanno tradizione e magistero perché sono presenti. Essere presenti è quindi un segno di continuità. Perciò io credo che il primo invito che riceviamo da questo breve testo è essere presenti, non abbandonare, caricarci con tutto quello che è questo tempo presente.

Antonietta Potente



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