Thomas Stürz Commento II domenica di Pasqua

II domenica di Pasqua
Thomas Stürz
At 5,12-16; Ap 1,9-11.12-13.17-19; Gv 20,19-31
Questa domenica, con il suo Vangelo, ci invita ad aprire le porte. Ma qui non s’intendono le porte
delle case. Il Vangelo, infatti, parla chiaramente delle chiusure degli uomini. I discepoli – così ci narra l’evangelista – si sono barricati in casa per paura di possibili persecuzioni. Di conseguenza le porte sono sbarrate. Certo, qui si pensa sicuramente a una semplice porta di casa, ma poi, successivamente, l’attenzione va alla porta del cuore.

Per paura e insicurezza i discepoli si sono rintanati in casa. Non hanno il coraggio di credere a quanto hanno raccontato loro le donne il mattino di Pasqua. Non hanno alcuna fiducia nelle parole di Gesù, che più e più volte aveva detto loro che sarebbe risorto. Non hanno capito il concetto di resurrezione e non hanno osato chiedere spiegazioni. Ed ora Gesù li aiuta ad aprire le porte chiuse del loro cuore. Egli mostra in questo modo che egli segue gli uomini, li cerca, li vuole aiutare a risolvere i loro dubbi.

Aprire la porta del cuore, o perlomeno far sì che ci sia uno spiraglio affinché Gesù possa poi aprirla completamente, è un primo importante passo per credere. Chi è disposto ad aprire il proprio cuore, è anche disposto ad ascoltare le parole di Gesù. Chi non ascolta o legge semplicemente le sue parole, ma le considera come una bussola per la propria vita, fa altri passi importanti verso Gesù e, in questo modo, anche verso la vita e le persone.

Tommaso, che è considerato l’“incredulo” per eccellenza, non ha chiuso solo la porta di casa, ma soprattutto quella del suo cuore. Forse era semplicemente deluso per come erano andate le cose nella settimana che precedeva la Pasqua. Prima l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme nella domenica delle palme: mai come in quell’occasione, così tante persone si sono entusiasmate per Gesù. Quel giorno sarebbe stata possibile ogni cosa! Poi il tumulto nel tempio, quando Gesù caccia gli cambiavalute. Poi c’è stata la suggestiva ultima cena, durante la quale Gesù ha lasciato ai suoi discepoli tante cose importanti. Ma poi, come si sa, gli eventi sono precipitati e Gesù è stato eliminato. Tommaso avrà probabilmente avuto difficoltà ad elaborare tutto quello che aveva vissuto e accetta la sua difficoltà a credere nel Risorto e quindi non è pronto a credere a quello che gli racconta la gente.

Non sempre si accetta di tutto ed, eventualmente, lo si trasmette agli altri, senza fare commenti. Il più delle volte non viene fuori niente di nascosto.
Tommaso dimostra che non ha intenzione di chiudere definitivamente la porta del suo cuore. Egli è pronto a lasciarsi aprire da Gesù. E come accade, senza esitazione il suo cuore si apre e rimane aperto. Tommaso riconosce il Risorto come il suo Signore e Dio. Ora è pronto ad annunciare il Vangelo, ad impegnarsi per il prossimo e a mettere in pratica ciò che ha vissuto Gesù nella propria vita e a farlo agli altri.

Credere, pertanto, non è una grande impresa: serve solamente non chiudere la porta del proprio cuore, ma di lasciarla aperta. Tutto il resto è poi una conseguenza di fronte alla quale non dobbiamo chiuderci. E questo perché vale la pena di percorrere la propria strada non da soli, ma con Gesù e la sua comunità.

Fonte:agensir.it

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