Card. JOHN HENRY NEWMAN"MEDITAZIONE su San Tommaso "

MEDITAZIONE II Domenica di Pasqua 
San Tommaso amava Gesù, il maestro che lo scelse come apostolo, e si mise interamente al suo

servizio. Ma, quando vide Gesù crocifisso, vacillò nella fede, come tutti gli altri. E non si può
negare il fatto seguente: i suoi dubbi non furono solamente, come per gli altri, il risultato delle
circostanze. Fu per lui l'effetto di una pericolosa condizione dello Spirito. Stando a san Giovanni,
secondo le stesse parole del Salvatore, si vede bene che egli meritava più degli altri il biasimo
di Gesù. Si era isolato da tutti, rifiutò violentemente la testimonianza, non di uno solo ma di tutti
gli altri: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo
costato, non crederò".
Abbiamo visto manifestarsi il suo dubbio interiore anche prima della risurrezione. Tommaso
voleva, prima di tutto, delle prove riguardo la missione del suo maestro: "Signore, non sappiamo
dove vai e come possiamo conoscere la via?". Con un tale stato d'animo, Tommaso non poteva
non sentire la medesima esigenza di prove tangibili all'annuncio della risurrezione. In mancanza
di prove, egli rifiuta di credere e mette in dubbio ogni cosa riguardo al suo maestro. Fino a
quando non gli venga tutto dimostrato. È in quel momento che sopraggiunge il Salvatore per
colmare il suo desiderio. Ma gli rimprovera fermamente la sua ostinazione. L'apostolo,
sottomesso e ormai fiducioso, si sente dire ciò che oggi concerne tutti: "Perché mi hai veduto,
hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto, crederanno!".
Card.
JOHN HENRY NEWMAN

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