don Alberto Brignoli "Dio "a domicilio". E gratis"

Dio "a domicilio". E gratis!
don Alberto Brignoli  
VI Domenica di Pasqua (Anno C) (01/05/2016)
Vangelo: Gv 14,23-29 
Questa domenica ho voluto giocare un po' con la "rete", e mi sono divertito a cercare quei siti in cui
"pensano loro a tutto", purché tu rimanga comodamente a casa tua.
"Devi organizzare una cena speciale o un buffet con i migliori piatti della cucina italiana ed internazionale, e non vuoi uscire di casa? Non ti preoccupare: veniamo noi da te e ti garantiamo un servizio completo!".
"Prodotti da coltivazione biologica a chilometro zero. Come raggiungerci? Siamo noi che veniamo a casa tua, non ti preoccupare!".
"Non hai la disponibilità di un automezzo per accompagnare da noi il tuo amico a quattro zampe? Hai un impedimento fisico? C'è brutto tempo oppure semplicemente non hai voglia di uscire? Non preoccuparti veniamo noi a prendere il tuo cane e, poi, te lo riconsegniamo a casa facendogli fare una passeggiata!".
Non ho proseguito oltre, ma avrei trovato veramente di tutto e di più, dal servizio serio e rispondente a un bisogno reale (pensiamo ai servizi per le persone anziane) al più banale, ridicolo e futile tra i servizi domiciliari. Ed è proprio lì che mi è venuto un pensiero riguardo alla comodità di vita, alla quale la società attuale si sta lentamente assuefacendo, al punto che si tende a non entrare più in relazione con il mondo; non si esce più - pur potendo - nemmeno a fare la spesa, a pagare un bollettino o un vaglia, a fare anche solo due passi per respirare un po' d'aria, spesso trincerandosi dietro la scusa del "non ho tempo" o più semplicemente del "non me la sento".
E questo colpisce anche un altro aspetto della vita sociale, che è la sfera religiosa nella sua dimensione comunitaria. Quante volte, infatti, si incontrano persone che affermano di credere in Dio ma di "non andare in chiesa"; quante volte noi stessi tralasciamo di "andare in chiesa" per i più svariati motivi, tra i quali ci mettiamo appunto la mancanza di tempo oppure la mancanza di voglia, pur sostenendo di essere cristiani, credenti in Cristo, e magari anche in maniera sincera e convinta. Insomma: crediamo in Dio e nel suo Figlio Gesù, ma non andiamo da loro, non facciamo loro visita, perché non abbiamo tempo o perché la voglia è quella che è...
Leggendo il brano di Vangelo di oggi e parafrasando quegli slogan sostanzialmente pubblicitari che citavo all'inizio prendendoli dalla "rete", mi verrebbe da dire: "Non te la senti di uscire di casa per venire a trovarci in chiesa? Tranquillo: se ci vuoi bene, noi verremo da te e prenderemo dimora presso di te". La loro non è certo un'attività commerciale, e la loro affermazione non fa parte di una strategia di marketing: eppure, i nostri tre Amici nella fede (perché oltre al Figlio e al Padre, da oggi nella liturgia sentiamo parlare in maniera più decisa anche dello Spirito) si dimostrano anche in questo decisamente al passo coi tempi, decisamente capaci (da sempre, tra l'altro) di leggere i segni dei tempi. In una società che tende sempre più a rinchiuderci nella sfera del privato per evitare di venire attaccati o per la paura che qualcuno ci possa fare del male; in un mondo che tende a collegare sempre di più le persone tra di loro, "connesse 24 ore su 24", spesso senza che nemmeno si siano mai viste in faccia di persona (perché questo è ciò che fanno i social); immersi in uno stile di vita che ci porta a consumare e a usufruire di tutto standocene comodamente seduti in casa, il nostro Dio (che non è uno, ma tre, per cui lui stesso è già di per sè "in relazione") ci dice che lui non teme tutto questo, e che se noi, per qualsiasi motivo, decidiamo di non entrare in contatto con lui, pur volendogli bene e credendo in lui, ci pensa lui a entrare in contatto con noi e a "prendere dimora presso di noi", cioè ad abitare con noi. Del resto, lo stesso Giovanni ce l'aveva detto, sin dai primi versetti del suo Vangelo: "E venne ad abitare in mezzo a noi". Quindi, non ci sono scuse: se noi non ce la sentiamo di andare da Dio, è Dio che viene da noi, anzi, se lo amiamo egli è già dentro di noi.
Perché il Dio di Gesù Cristo e dello Spirito Santo è diverso, è nuovo rispetto a tutti gli altri? Cos'ha di così particolare il nostro Dio? Non è difficile da comprendere: è il Mistero dell'Incarnazione, ovvero il Dio fatto uomo. È finito il tempo di un Dio che se ne sta chiuso nel suo Olimpo, o che si identifica con un tempio sul cui altare, assetato di sacrifici, l'umanità deve sacrificare sé stessa, il frutto del proprio lavoro, la propria stessa esistenza: questo è il tempo in cui Dio, nel suo Figlio, si sacrifica per l'umanità, e lo fa scendendo dal cielo e immolandosi sull'altare delle nostre miserie, delle nostre povertà, delle nostre fatiche, ma anche della bellezza di essere umanità.
Ed è bello essere umanità, perché nel Dio Uno e Trino di Gesù Cristo, non è più l'uomo che cammina affannosamente per conquistarsi il cielo: è proprio lui, il nostro Dio, che ci porta qui il cielo, a portata di mano, a portata di uomo! È Dio che "ci serve il cielo a domicilio"!
Ora, però, non abbiamo più scuse. Non possiamo più dire: "Non ho tempo per Dio. Io credo in lui, ma non ho tempo da dedicargli per stare con lui". Ci pensa lui a venire da te, anzi, loro: vengono loro, tutti e tre, entrano dentro di te, ti insegnano tutto ciò che non sai, te lo faranno venire in mente quando ti dimenticherai, ti daranno le risposte ai tuoi interrogativi, anche ai più complicati. Certo, ti sconvolgeranno un po' l'esistenza, ma non devi temere, perché il frutto più bello che ti consegneranno a domicilio sarà la pace.
"Ed io, cosa devo fare?". Nulla: solamente amarlo e credere in lui. Perché, tra l'altro, il suo "servizio a domicilio" oltre che essere efficiente e universale, è fatto "a prezzo del suo sangue", per pura grazia: e quindi, rispetto a tutti gli altri, è pure gratis!

Fonte:qumran2.net

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