Don Gianni MAZZALI sdb"INCONTRARE IL VIVENTE"

3 aprile 2016  |  2a Domenica di Pasqua - Anno C   |   Omelia
Domenica della Divina Misericordia 
INCONTRARE IL VIVENTE
Ci assale spesso oggi una sottile e perdurante angoscia, una paura ricorrente di fronte agli incalzanti
messaggi di morte, di violenza indiscriminata, di terrore. Il tempo delle eccessive sicurezze diventa il tempo dell'incertezza, della minaccia, dell'apprensione per un pericolo che sembra celarsi ovunque. Aggrappati come siamo alla vita, minacciata anche da tante sofferenze e da tante malattie, abbiamo un profondo bisogno di conforto, di una brezza dolce e confortante di vita che possa fugare i ricorrenti venti di morte. Oggi la Parola è straripante di vita e ci invita a guardare al Vivente, a Gesù Risorto che ha sconfitto la morte per tutti e definitivamente.

UNA MOLTITUDINE CHE CREDE

Un certo malessere, una certa pena che sperimentiamo oggi di fronte al ridursi dei membri delle comunità cristiane nei paesi del benessere, alle persecuzioni che i credenti in Cristo subiscono in alcune parti del mondo trovano luce e conforto nella pagina degli Atti degli Apostoli che viene letta oggi. Lo Spirito Santo ha conquistato e rafforzato l'animo degli Apostoli che vivono e pregano insieme e, nel nome di Gesù risorto e vivo operano prodigi in mezzo al popolo. Vivono nella loro persona quanto avevano sperimentato negli anni vissuti accanto a Gesù. La fede in Gesù li rende uniti come comunità, guarisce i malati e soprattutto suscita una fede rinnovata nei cuori di tanti uomini e di tante donne. Il miracolo più visibile e straordinario è proprio la vitalità, la crescita della comunità dei credenti: "Sempre più, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne". Le poche righe degli Atti ci forniscono la ricetta, l'antidoto contro il pessimismo e l'assuefazione negativa che spesso ci assalgono oggi. Il contatto con Gesù Risorto e con il suo Spirito ha trasformato il cuore, la vita tutta degli apostoli. Una fede rinnovata, un incontro vero con Gesù ci possono trasformare, possono imprimere una forza, un dinamismo travolgente e coinvolgente. La fede di tanti è il frutto dell'esperienza diretta di Gesù Risorto di quei pochi che avevano dubitato, che avevano avuto paura, che erano fuggiti.
Come ha cambiato Pietro, Giacomo, Tommaso Gesù Risorto cambia noi. Ci rende suoi testimoni, sconfigge la nostra paura, ci solleva dai nostri compromessi e dalle nostre viltà. Anche oggi su questa fede rinnovata e travolgente le nostre comunità possono crescere, rinnovarsi, riconquistare tante menti e tanti cuori lontani.

LE CHIAVI DELLA VITA

Il vecchio Giovanni, in esilio per la fede in una sperduta isola del Mediterraneo, incontra in una visione e contempla Colui che egli, con cuore giovane, ha amato. Giovanni si ritrova a tu per tu con Gesù: "Non temere! Io sono il Primo e l'Ultimo, e il Vivente". Quasi per contrasto Gesù si presenta in un personaggio sfolgorante di vita a Giovanni non più giovane, anziano, fiaccato dagli anni e dalle prove dell'esilio. Non siamo lontani dal vero se pensiamo che Gesù, ora vivo per sempre, vuole consegnare la chiavi, il segreto della vita a Giovanni che si prepara a morire.
E la visione di Giovanni viene trasferita ad un libro misterioso che contiene un messaggio di vita per la Chiesa, per le chiese, per tutte le comunità dei credenti. Non c'è più spazio per la paura, il terrore della morte, della fine di tutto. Noi crediamo nel "Vivente", da lui riceviamo le chiavi per aprire il portale della morte e schiuderci alla vita oltre la vita. Gesù è la nostra rivelazione, è la spiegazione del mistero che siamo noi a noi stessi, è lo svelamento del senso ultimo della morte e della vita per sempre.


VEDERE IL CRISTO NELLA FEDE

L'esperienza di Tommaso ci tocca tutti sul vivo e riguarda tutti. La nostra ragione tende a ribellarsi al mistero, lo vuole dominare, lo vuole capire. Gesù non ci lascia in balia delle nostre pretese ed anche dei nostri capricci, anche quelli più sofisticati. Il Vangelo viene incontro ai nostri dubbi e alle nostre perplessità. Gesù non condanna l'incredulità di Tommaso, ma la supera con l'esperienza diretta: "Guardami, toccami, Tommaso. Io sono Gesù e sono davvero risorto!". La fede di Tommaso ritrova tutta la sua forza e il suo vigore di fronte a Gesù vivo e le sue parole sono un profondo atto di fede: "Mio Signore e mio Dio!".
Così è per noi: siamo beati, felici quando, nei segni che Gesù stesso ci offre, noi lo incontriamo, il Vivente, e diciamo con tutta la nostra mente e il nostro cuore: "Mio Signore e mio Dio!".

"Concedimi, allora,
di voltarmi verso di Te.
Concedimi di rispondere
con una parola,
dirti una parola sola,
ma con tutto il cuore:
"Maestro mio!".
(scritto da un Monaco della Chiesa d'Oriente)
Don Gianni MAZZALI sdb
  Fonte:  www.donbosco-torino.it  

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