Don Paolo Zamengo, SDB "La chiamata senza ritorno "





La chiamata senza ritorno        Gv 21, 1-19
3° Domenica di Pasqua (anno C)
Pietro e gli altri si danno appuntamento sulla riva del lago. È il luogo dei ricordi. Qui hanno
incontrato Gesù, la prima volta. Qui hanno abbandonato tutto per giocarsi la vita con lui. Da allora sono passati tre anni. Il lago è lo stesso. Solo loro sono cambiati.

Tornano al mestiere di prima ma senza convinzione. Forse è solo un modo per ingannare il tempo. Salgono sulla barca, mettono mano ai remi, buttano le reti ma non è giornata. Fatica inutile, sprecata. Lo capiscono anche i pesci che non abboccano. Gli apostoli non hanno dimenticato l’antico mestiere, è il loro cuore che naviga altrove.

Ma ecco che, mentre tornano a riva, sulla spiaggia c’è Gesù. Sembra un film già visto eppure, ora, tutto è diverso. Non sono più gli stessi né Lui né loro. Non lo riconoscono infatti. La ragione c’è: il loro cuore è malato.

Pesano come un macigno il ricordo della passione e l’amarezza della loro fuga. Questi uomini bruciati dal sole saprebbero riconoscere Gesù dalla voce ma non sono in grado di riconoscere il Gesù della risurrezione.

Li riconosce Lui. Li conosce uno per uno e decide di prendersi cura di loro: “Gettate le reti”. E lo fanno e le buttano e non riescono più a tirarle a riva,  per la grande quantità di pesci. È il segno, è la prova, è il Signore!

Il Risorto ha cambiato esistenza ma ha confermato l’amicizia. Sarà loro accanto nella ferialità della vita e sarà loro complice nel quotidiano. Non pretende che cambino mestiere ma che cambino cuore.

Li invita a tuffarsi nel profondo dell’avventura del Regno con una rinnovata consapevolezza. Il fuoco e il pesce sono già pronti sulla spiaggia ma Gesù vuole anche la loro fatica. È la legge dell’eucarestia, pane, vino e acqua. Frutto della terra ma anche del lavoro e della fatica dell’uomo.

Il fuoco scalda i cuori e illumina gli occhi. E giunge finalmente l’ora di Pietro, della guarigione di Pietro.  Pietro ha un cuore che sanguina da tempo. Incomprensioni con Gesù, orgoglio, rinnegamento, paura e fuga. Pietro ha toccato il fondo. E Pietro decide che è ora di tornare.

Misera è la santità se è solo assenza di peccato. Santità vera è rinnovare, ogni giorno, la passione per Cristo. Lo sa Gesù, ora lo sa anche Pietro.  Non gli viene chiesto di domandare perdono ma di promettere amore.

Lo stesso amore Gesù glielo aveva mostrato inginocchiandosi per la lavanda dei piedi. Pietro non voleva essere lavato perché non era disposto, allora, a fare altrettanto.

“Mi ami, tu?”. Tre volte Gesù ripete la domanda a Pietro tentato di vivere un amore che non sa diventare servizio e vivere un servizio che non sa trasformarsi in amore. Ora Pietro è pronto per la chiamata definitiva, quella senza ritorno ed è al singolare. Allora, Gesù gli disse: “Tu, seguimi”.

Pietro fissa negli occhi Gesù. Non c’è più bisogno di abbassarli e dice: “Signore, io ti amo, e… se non cerchi un uomo perfetto, eccomi, io ti seguirò”.





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